34 † Divina Statera †

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DANIEL

Non riusciva a respirare. Ci provava e i polmoni gli si riempivano d'acqua e dolore, sotto il continuo trapasso dell'artiglio di Satana. Il vuoto l'aveva inghiottito, emergeva ma solo per piccoli istanti tra fitte che, sempre più acute, contorcevano il suo corpo in torsioni paralitiche.

Le erbe anestetizzanti lo avevano reso completamente inoffensivo ma non erano state in grado di annullare quell' infinito strazio. Sentiva il suo corpo leggero come se fluttuasse in chissà quale universo. L'oscurità lo reclamava a sé come figlio illegittimo. Ad ogni lenta pulsazione del cuore corrispondeva quel respiro, al fragile respiro la pace dell'anima.

Dopo un tempo interminabile iniziò ad avvertire delle voci intorno a sé. La prima che riconobbe fu quella dolce e melodiosa di Ellen, non aveva mai smesso di stringere forte la sua mano.

Il fuoco di quel contatto incendiava le sue vene.

Daniel si alimentava con il calore del suo Sole.

Il calore dell'amore.

Il dolore diminuiva, concentrandosi inspiegabilmente

su di un punto preciso del suo costato, simbolo sacro di attesa e redenzione.

«Quando si sveglierà?» la voce di Ellen era incrinata da un'ansia anticipatoria e ingolata dal sospetto.

«Presto» gli rispose in tono speranzoso Benjamin.

Daniel concentrò tutte le sue forze per muovere la mano ma la volontà della mente lo arpigliava nel buio.

Avrebbe voluto confortarla, dirle che andava tutto bene ma preferì quell'oscurità, l'unica cosa concreta che riusciva ad accompagnarlo in una apparente serenità.

Si era abituato a quel buio, i suoi occhi vedevano di nuovo. Poi tornarono anche i sogni.

Non esisteva più velo di separazione tra la sua anima e la morte, si erano uniti per divampare in visioni in cui regnava la pace. Riusciva a captare lo scorrere del tempo, a distinguere il giorno dalla notte mentre Ellen era lì, sempre.

A volte si perdeva nel suo respiro, riuscendo a percepire quando lei dormiva al suo fianco. Avvertiva il calore del suo profumo sfiorargli la guancia. In quei momenti era padrone di se stesso, si sentiva di nuovo vivo.

«Non si sveglia...» Daniel captava l'angoscia e la preoccupazione nella voce angelica di Ellen. Provò a muoversi, avrebbe voluto stringerla, lavare via ogni sua lacrima con un bacio ma tutto era fermo, immobile, esterno e interno, come in una casa di ghiaccio piena d'amore.

«Daniel...» lo chiamò Ellen «Daniel spero che tu possa sentirmi...» rimase in silenzio, forse nella speranza di una sua risposta che non arrivò mai.

«Ti ringrazio per aver salvato Oliver. So che non accetti il mio sentimento per lui ma non posso perderlo. È l'unico che mi tiene collegata a questa realtà, grazie a lui non impazzisco... perché la paura di svegliarmi nel mio vecchio mondo è insopportabile. Ma noi ci apparteniamo. Il mio posto è sempre accanto a te.»

Quella tristezza che ti attanaglia il cuore

si crea la sua strada dentro di me.

Una sensazione di colore blu che dipinge gli occhi,

fa inclinare il sorriso e riempire i polmoni,

sentire l'anima lasciare il corpo e

cessare la volontà di lacrimare.

Ma il fiume per te non si ferma,

si crea il suo percorso sul tuo viso

e la forza per far smettere tutto

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