Quella notte Ellen non riusciva a prendere sonno, continuava a girarsi e rigirarsi nel letto in cerca di una posizione comoda. Quando riuscì a chiudere gli occhi, fu invasa dagli incubi. Sognò luoghi bui. Forme nere si muovevano veloci, in mezzo alla radura silente e lei, al centro, non riusciva a correre per mettersi in salvo.
Poi quel silenzio mutò: gemiti della natura defunta da tempo formicolavano nelle sue orecchie e tutto, nella fitta foschia, si tinse di sangue.
Lo scenario cambiò di nuovo.
Adesso si trovava su una grande terrazza con il sole di mezzogiorno alto nel cielo e un'altra persona al suo fianco: un ragazzo di cui non riusciva a vedere il volto le sussurrava parole incomprensibili per poi, un attimo dopo, sparire in un batter d'ali, perdendosi in un bagliore che le abbacinò gli occhi e la fece svegliare con una forte palpitazione. Il Tempo segnava le ore tre del mattino.
Ellen si riaddormentò in un sonno senza sogni fino a quando una strana luce dell'alba non la strappò da quell'apparente coma profondo.
La giornata a scuola fu monotona come tante altre ed Ellen, per la prima volta, ne fu felice.
Era troppo stanca per stare attenta e prendere appunti, continuava a pensare all'angelo del suo sogno. Cercava con tutta se stessa di ricordare quel volto, sentiva che qualcosa di quell'angelo le era famigliare.
Finalmente anche la campanella dell'ultima lezione suonò ed Ellen inforcò la sua bicicletta e si diresse alla sua radura in Versiliana per godersi quella bellissima giornata calda e soleggiata.
Improvvisamente il sole scomparve dietro ad un cielo plumbeo. Ellen continuò a leggere il suo libro fino a quando un piccolo cristallo di ghiaccio cadde proprio sulla pagina che stava sfogliando.
La tempesta era già sopra di lei ed Ellen cominciò a correre ma la neve troppo fitta e gelida le occultava il paesaggio. Si ritrovò a terra, di fronte ad una imponente scultura apparsa dal nulla.
I lampi in lontananza si avvicinavano sempre di più, fragorosi ed elettrici, spinti da folate di vento freddo stranamente piacevole ad ogni suo respiro. Ellen abbracciò allora una parte circolare di quella scultura non soltanto per non essere inghiottita dalla feroce tormenta quanto per una segreta attrazione reciproca.
L'acciaio, liscio e perfettamente asciutto, sotto il suo tocco iniziò a modellarsi, lasciando impronte ben definite che bruciavano come fuoco vivo e per Ellen era impossibile distogliervi lo sguardo.
La tempesta di ghiaccio divenne ancora più forte sopra di lei, quasi avvolgente, un lamento di tuoni e di saette si univa a quella danza leggera e furiosa. Ellen era così frastornata che i suoni e i rumori attorno a lei parevano lontani bisbiglii incomprensibili del cosmo.
All'improvviso tutto tacque e il silenzio dominava.
Si sforzò di aprire gli occhi ma dalla scultura proveniva un bagliore talmente accecante da illuminare tutta la radura ed ogni cosa in essa fino all'infinito.
Conosceva alla perfezione quell'opera, l'aveva studiata al Liceo Artistico che aveva frequentato, era una delle sue preferite, l'uovo di Vazha Mikaberidze: 'codice' di rinascita e mistero, speranza e vita, di nuovo e antico ritorno alle origini. Guardarla, mentre leggeva sdraiata sul prato, le rasserenava l'animo e la sua voglia di continuare a lottare le si impiantava nel cuore.
Finalmente adesso riusciva a tenere gli occhi aperti come se i fiocchi di neve la attraversassero. Lo scintillìo bianco intanto cresceva ancora fino a diventare un tutt'uno con la radura e poi il nulla...
Il sole tornò a risplendere gioioso nel suo cielo.
Si guardò intorno e tutto sembrava tranquillo come se la tempesta di ghiaccio fosse stata solo frutto della sua immaginazione ma Ellen aveva la forte sensazione che ci fosse qualcosa di diverso, come se non si trovasse più in quella radura, come se non si trovasse più nella sua Versiliana. Si accorse di essere rimasta sola.
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Haverock
FantasyLui era Luna ed Ellen era Sole... Nella radura della Versiliana, la scultura N'Uovo di Prasto si illumina. Sotto il tocco di Ellen si risvegliano ignote energie che si scontrano, temporalità diverse si incrociano e il portale si apre su di un altro...