4 - La curiosità di Hope

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**Hope**

La mattina era iniziata come tutte le altre da quando sono qui, con il sole che sorgeva lentamente sopra i tetti di Sendai e la mia eccitazione per la nuova scuola. Saltai fuori dal letto e mi precipitai in bagno a prepararmi. La cosa che preferivo delle scuole qui è luniforme, è stupendo non dover perdere tre ore la mattina a decidere cosa indossare. La indossai stando attenta a non sgualcirla, un filo di eyeliner, mascara ed ero pronta.

Dalla festa non ero più riuscita ad incontrare Satori, quel rosso tanto misterioso. E per fortuna che abitavamo anche uno di fronte l'altro. Mi ritrovai a cercarlo tra i vari studenti che passeggiavano per la scuola. La mia curiosità cresceva ogni giorno di più.

Un venerdì, durante la pausa pranzo, uno schiamazzare attirò la mia attenzione. Quasi mi strozzai con la mia stessa saliva, finalmente lo vidi da lontano. Era lì, circondato dai stessi ragazzi con cui era alla festa. Li guardai mentre ridevano e scherzavano tra di loro. Anche a distanza, si poteva sentire il loro buon umore.

"Allora, Tendou, hai intenzione di spaventare qualcun altro oggi?" gli chiese uno dei ragazzi con un tono di voce che tradì una sfumatura di sfida. Cavolo aveva la frangetta perfetta da fare invidia quel ragazzo.

"Ma certo" rispose lui, con un sorriso malizioso. "Non vorrei deludervi."

La squadra rise, c'era un'atmosfera di complicità tra loro che mi affascinava. C'era qualcosa di speciale in quel gruppo, un legame che andava oltre il semplice sport.

"Ushijima, cosa ne pensi?" chiese un ragazzo platinato, rivolgendosi al capitano della squadra. Si Ushijima Wakatoshi lo sapevo chi era. D'altronde era impossibile non saperlo, tutto merito del suo fan club.

"Pensare a cosa?" rispose, con la sua tipica serietà.

"Di Tendou, ovviamente" intervenne un moretto tutto infervorato, all'apparenza più giovane degli altri. "Pensi che sia troppo pericoloso per essere lasciato libero per la scuola?"

"Non è pericoloso" disse Ushijima con tono deciso. "È semplicemente...diverso."

"Diverso è un eufemismo" ribatté lo stesso ragazzo che parlò per primo.

"Ma è vero, è il nostro 'diverso'." Aggiunse un ragazzo castano dai capelli sparati.

Tutti scoppiarono a ridere di nuovo. Mi resi conto che Satori era strano, sì, ma era anche parte integrante di quella squadra, e loro lo accettavano per quello che era.

La campanella suonò, i ragazzi si salutarono e si separarono per tornare nelle rispettive classi. Seguii con lo sguardo Satori che s'incamminava da solo per i corridoi. Era sorprendente vedere come tutti si allontanassero da lui, come se fosse una forza della natura da evitare a tutti i costi. Alcuni lo guardavano con paura, altri con disprezzo. Era come se portasse con sé un'aura in grado di respingere chiunque si avvicini.

Mentre osservavo la scena, notai una coppia di ragazze che stava per passargli vicino. Una delle due tirò l'amica a sé e le sussurrò qualcosa. Mi avvicinai un po' per cercare di sentire.

"Attenta, c'è il Guess Monster" disse con un tono ansioso.

Probabilmente anche lui le aveva sentite, perché si girò verso di loro e le fissò per un momento, con uno sguardo penetrante. Il tempo sembrò fermarsi mentre tutti restavano immobili, trattenendo il respiro. Poi, dal nulla, fece un salto verso le due con uno sguardo folle e urlò "BUUU!"

Le due ragazze scapparono via urlando, mentre lui si ricomponeva con un'aria annoiata. Non potei fare a meno di scoppiare in una fragorosa risata. Era stato così inaspettato, così perfetto nella sua assurdità.

Vidi Satori voltarsi verso di me. Cazzo. Mi aveva visto. Cercai di soffocare le risate. Nel mentre lui continuò a guardarmi confuso, poi si incamminò verso di me.

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**Satori**

La lezione è stata un susseguirsi di parole che non ho ascoltato. La mia mente era altrove, pensavo alla partita di pallavolo di oggi pomeriggio. Pensavo alla tensione del gioco, alla sfida, all'adrenalina che scorre nelle vene. Era l'unico momento in cui mi sento vivo, almeno di giorno.

Durante la pausa pranzo, mi ritrovai con la squadra. Un bel gruppo eterogeneo in grado di capirsi e completarsi. Erano gli unici amici che avessi mai avuto in vita mia, gli unici che mi accettavano per quel che ero. Shirabu stava raccontando una delle sue storie incredibili e tutto il gruppo rise. Ridevamo tutti, tranne Ushijima, che come al solito aveva quell'aria seriosa di chi pensa solo alla vittoria.

A fine pausa m'incamminai verso la mia classe. Notavo come le persone si allontanavano da me, come se fossi un lebbroso. Alcuni mi guardavano con paura, altri con disprezzo. Era sempre la stessa storia. Ma a me non importava, li reputavo tutti stupidi. Non capivano nulla di me, e sinceramente, non m'interessava. Ma oggi c'era qualcosa di diverso. Pensai alla ragazza che avevo incontrato alla festa. La stessa che avevo visto dormire attraverso la finestra. Come si chiamava? Hope. Sì, Hope. Non aveva paura di me, anzi, sembrava disposta a giocare. Mi ha guardato con quegli occhi vispi, rispondendo alle mie battute senza esitazione. Era...interessante.

Vidi con la coda dell'occhio una ragazza che tirò l'amica a sé sussurrandole "Attenta, c'è il Guess Monster". Sentii un'ondata di rabbia montare dentro di me. Mi girai verso di loro e le fissai per un momento. I loro occhi si allargarono per la paura. Poi, senza pensarci, feci un salto e urlai con tutta la forza che avevo.

Le due ragazze scapparono via urlando, correndo come se avessero visto un fantasma. Galline. Erano tutte galline.

Mentre mi ricomponevo, all'improvviso, sentii scoppiare una risata. Una risata fragorosa, genuina. Mi voltai confuso e vidi Hope. Era lì, si tappava la bocca cercando di trattenere le risate. Ma era chiaro che trova la situazione esilarante. Un sorriso si formò sulle mie labbra.

La raggiunsi in pochi passi, fermandomi a un centimetro da lei. La guardai dall'alto dei miei 187 cm, cercando di incutergli timore e fissandola con aria provocatoria.

"Mi stai stalkerando, ragazza nuova?" le chiesi con un sorriso malizioso.

Lei alzò un sopracciglio e rispose con lo stesso tono. "Sì, ragazzo rosso, esattamente. Sto stalkerando il grande mostro della scuola."

Mi piaceva. Mi piaceva il suo spirito, il modo in cui rispondeva senza paura. La guardai negli occhi, cercando di capire chi fosse davvero questa ragazza. "Interessante" dissi lentamente. "Molto interessante."

Ci fissammo per un momento, entrambi con un sorriso di sfida sulle labbra. Era come se stessimo giocando una partita, solo noi due. Poi, improvvisamente, mi venne un'idea. "Domani" le dissi, abbassando la voce. "Domani in palestra, dopo le lezioni. Vediamo se hai il coraggio di affrontare il mostro da vicino."

Lei sorrise e annuì. "Ci sarò," rispose senza esitazione.

Perfetto. Mi allontanai da lei e continuai a camminare verso la mia classe, sentendomi più leggero di prima. C'era qualcosa in quella ragazza che mi attirava, qualcosa che mi faceva desiderare di conoscerla meglio. Forse, per la prima volta, avevo trovato qualcuno che sarebbe potuto essere interessante.

La giornata passò lentamente. Le lezioni, i compiti, tutto sembrava sfumare in secondo piano mentre pensavo a Hope. Figurati se si presenta realmente. Pensai. Era meglio non pensarci, infondo avevo una partita da vincere.

***

Ce lo vedo proprio il nostro Tendou fare una cosa simile! E voi?

Fatemi sapere le vostre opinioni :* e lasciate tante stelline!

Faro nell'oscurità (Satori Tendō x oc)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora