5 - La rivalità accesa

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**Satori**

La palestra della Shiratorizawa era gremita di spettatori, il rumore del pubblico era assordante. Si sentiva il rimbombo delle scarpe sul pavimento lucido e il ronzio costante delle voci che si sovrapponevano. La tensione era palpabile, quasi si poteva toccare. Eravamo nel bel mezzo della partita contro la Nekoma e l'adrenalina scorreva a fiumi nelle mie vene.

Il sole filtrava dalle grandi finestre della palestra, creando giochi di luce sul parquet. Ero al centro del campo, guardavo dritto negli occhi Kuroo Tetsuro, capitano della Nekoma e mio rivale. Nonché, in un certo senso, amico. Era un tipo tosto, non c'era dubbio, ma io ero pronto. Sempre.

"Allora, Tendou, pronto a perdere oggi?" mi disse, con il suo solito sorriso sornione.

"Ti piacerebbe, eh gattaccio?" risposi, stringendo i pugni e piegando le ginocchia, ero pronto per il prossimo scambio. "Ma oggi non è il tuo giorno fortunato."

Il pubblico urlò, acclamandomi con quel soprannome che ho sempre odiato tanto: Guess Monster. Mi faceva venire la pelle d'oca. Non era un complimento, era una dannata etichetta. Ma non mi sarei lasciato distrarre. Avrei dimostrato a tutti chi era Satori Tendou.

La palla venne servita e il gioco riprese. Era un susseguirsi di scambi veloci, movimenti fluidi e improvvisi. Mi lanciai verso il pallone, prevedendo il movimento dell'avversario. Kuroo mi guardava con una scintilla di sfida negli occhi. Ogni punto era una battaglia, ogni azione era una dimostrazione di abilità e determinazione. La squadra della Nekoma era forte, ma noi della Shiratorizawa non eravamo da meno.

"Hey, Tendou!" gridò Semi dal lato del campo. "Concentrati!"

"Lo sono, lo sono" risposi, anche se un sorriso mi scappò. Era difficile non divertirsi quando la competizione Era così feroce.

Ad ogni punto, il pubblico esplodeva in urla e applausi. Il nome Guess Monster continuava a risuonare, ma cercai di ignorarlo. Il gioco era troppo avvincente, troppo coinvolgente per lasciarmi distrarre da un soprannome.

"Non puoi sfuggirmi, Kuroo!" gridai mentre saltai per un altro muro.

"Vedremo, Tendou!" rispose lui, pronto a schivarmi.

Il pallone volava, rimbalzava, veniva scagliato da una parte all'altra del campo. La tensione cresceva, ma non c'era tempo per pensare, solo per reagire. Era come una danza, una coreografia perfetta dove ogni mossa era cruciale.

Finalmente, il fischio dellarbitro segnò la fine della partita. Eravamo tutti esausti, ma con un sorriso stampato in faccia. Vincemmo, ma era stata una lotta dura, degna di ogni sforzo.

Negli spogliatoi, l'atmosfera era rilassata e piena di allegria. I ragazzi scherzavano e ridevano, mentre ci cambiavamo e ci asciugavamo il sudore.

"Hey, Semi, hai visto come ho segnato?" chiese Goshiki con entusiasmo.

"Sì, Goshiki, l'ho visto" rispose Semi, con un sorriso. "Non male, piccolo."

"Grande partita, ragazzi" dissi, sedendomi su una panca. "Kuroo è sempre un avversario tosto, ma oggi siamo stati migliori."

Appena uscii dagli spogliatoi, rimasi di sasso. Hope era lì, appoggiata al muro del corridoio, una macchina fotografica tra le mani. Non potevo credere ai miei occhi.

"Hope? Che ci fai qui?" chiesi d'istinto, avvicinandomi a lei con aria confusa.

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**Hope**

Arrivai in palestra, emozionata e nervosa. Satori mi aveva dato appuntamento lì, ed io credevo ingenuamente che fosse un appuntamento vero, uno di quelli romantici. Con lui ad aspettarmi fuori con i fiori. Non che sembri tipo da fiori lui. Invece lui non c'era. Mi affacciai dentro e vidi che ci sarebbe stata una partita di pallavolo. Confusa, salii sugli spalti e attesi, con la mia macchina fotografica al collo. Raramente uscivo senza.

Quando la partita iniziò, lo vidi. Satori era in campo. Allora mi ha invitata per questo. La partita fu avvincente ed emozionante. Osservai Satori mentre giocava, ammaliata dal suo stile. Sembrava quasi che prevedesse i movimenti degli avversari. Leggeva ogni loro gesto, ogni loro intenzione. Il pubblico lo chiamava Guess Monster, a me non sembrava molto gentile, ma sembrava che a lui non importasse. Anzi, giurerei di averlo visto sghignazzare con il centrale della squadra rivale come fossero amici. Chissà cosa si dicevano.

Quando la partita finì, decisi di cercare gli spogliatoi ed aspettarlo lì fuori. Non so di preciso quanto tempo passò, ma finalmente vidi la squadra uscire. E poi vidi Satori, impietrito che mi guardava.

"Hey" dissi, salutandolo con un sorriso. "Ti ho fatto molte belle foto durante la partita. Complimenti, hai giocato alla grande."

Lui sembrò sorpreso, quasi colto alla sprovvista. "Che ci fai qui?"

"Mi hai dato appuntamento tu" risposi perplessa.

Lui mi guardò incredulo. "E sei venuta realmente?"

Non feci in tempo a rispondere che il centrale di prima, quello con cui scherzava in campo, si avvicinò poggiandogli un braccio sulle spalle ridendo a crepapelle.

"Ma come, prima dai appuntamento a belle ragazze e poi te ne dimentichi?" disse, poi si rivolse a me. "Ciao, io sono Kuroo Tetsuro" si presentò con un sorriso e un occhiolino. "Se Tendou si è scordato di te, allora puoi sempre uscire con me."

Mi girai verso Satori con aria maliziosa, "Allora Tendou? Devo accettare la proposta?"

Li guardai entrambi, divertita. Satori si ricompose, riassumendo la sua solita aria eccentrica e sarcastica.

"Uno, non è un appuntamento. Due, andiamo" disse. Mi prese per un braccio e mi trascinò via, sotto gli sguardi divertiti di tutti i presenti e il leggero imbarazzo che sentivo montare.

Mentre camminavamo lungo il corridoio, non potei fare a meno di sorridere. Quel ragazzo era davvero unico nel suo genere. Chissà cosa mi avrebbe riservato in futuro.

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Faro nell'oscurità (Satori Tendō x oc)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora