28 - La resa dei conti

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**Satori**

Le pareti bianche della clinica sembravano chiudersi su di me, un abbraccio soffocante che mi avvolgeva in un freddo abisso. Disteso su un letto rigido, il respiro affannato e il cuore che batteva all'impazzata. Ogni fibra del mio essere era intrappolata in una morsa di dolore e disperazione.

Ricordavo ancora la notte in cui Hope si ritrovò con il mio corpo quasi privo di vita, sul pavimento della sua cucina.

La porta si aprì con un leggero cigolio, e un uomo di mezza età con un sorriso gentile entrò nella stanza. Il mio psicologo. Ogni parola che usciva dalla sua bocca sembrava un tentativo di raggiungermi, ma ero troppo perso nel mio inferno personale per sentirle davvero.

"Come ti senti oggi, Satori?" mi chiese con voce calma.

"Male. Terribilmente male. Le crisi di astinenza stanno diventando sempre più insopportabili. È come se il mio corpo stesse implorando per un'altra dose, mentre la mia mente è intrappolata in un vortice di panico e disperazione" risposi, stringendo i pugni per il dolore.

"Posso capire quanto sia difficile per te. Le crisi di astinenza sono uno dei sintomi più difficili da sopportare durante il percorso di guarigione. Ma devi ricordare che queste sensazioni, anche se molto intense, sono temporanee. Passeranno, con il tempo" disse, cercando di infondermi speranza.

"Ma quanto tempo dovrò ancora sopportare questo tormento? Non so se ce la farò" confessai, sentendo il peso della disperazione schiacciarmi.

"Capisco che possa sembrare senza fine, ma devi essere forte. Hai già dimostrato una grande determinazione nel voler affrontare i tuoi problemi. Ogni giorno che passa senza ricadere nelle tue vecchie abitudini è una vittoria" mi incoraggiò, ma le sue parole sembravano vuote di fronte al mio dolore.

Le prime settimane nella clinica furono un inferno. Ogni giorno era una lotta contro il mio corpo e la mia mente. Le crisi di astinenza erano terribili, un dolore lancinante che attraversava ogni fibra del mio essere. Mi svegliavo nel cuore della notte, urlando, con il corpo coperto di sudore freddo.

"Satori, devi cercare di rilassarti. Respira profondamente. Questa è solo un'altra crisi, passerà" mi disse un'infermiera con voce calma.

"Non ce la faccio...Non ce la faccio più. È come se qualcosa mi stesse strappando via l'anima" risposi, con il respiro affannoso.

"So che è difficile, ma devi essere forte. Bevi un po' d'acqua e cerca di calmarti. Sei qui per guarire, e ogni giorno che passi senza droghe è un passo verso la libertà" mi disse, porgendomi un bicchiere d'acqua.

Durante una di queste crisi, il dolore fu così intenso che sentivo il bisogno di fuggire, di scappare da quella gabbia di sofferenza. La mia mente era un vortice di pensieri caotici.

"Non ce la faccio più! Voglio uscirne!" urlai, mentre cercavo di liberarmi dalle coperte che mi avvolgevano.

"Satori, devi restare concentrato. Questo è il momento più critico del tuo recupero. Non permettere alla disperazione di prendere il sopravvento. Hai superato altre crisi, puoi farcela anche questa volta" mi disse il mio psicologo, entrando nella stanza con passo deciso.

Hope veniva a trovarmi ogni giorno. Era il mio faro nelloscurità. Una speranza in mezzo alla tempesta. Il suo sorriso e le sue parole gentili erano un balsamo per la mia anima tormentata.

"Satori, guarda me. Guarda nei miei occhi e ricorda perché stiamo lottando. Non siamo soli in questo. Ci sono persone che ci sostengono, che ci amano. E io ti amo più di ogni altra cosa al mondo" mi disse, prendendomi la mano con dolcezza.

"Lo so, Hope. Ma è così difficile" risposi, sentendo le lacrime riempirmi gli occhi.

"So che è difficile. Ma devi essere forte. Stiamo attraversando questo inferno insieme, e insieme ne usciremo" disse, accarezzandomi il viso con tenerezza.

Le sue parole mi diedero la forza di andare avanti, di affrontare un altro giorno di dolore e lotta. Ma il percorso era lungo e tortuoso, e ci furono momenti in cui la disperazione minacciava di sopraffarmi.

"Non posso farcela, Hope. È troppo" le confessai durante una delle sue visite.

"Sì che puoi farcela, Satori. Sei più forte di quanto credi. E io sarò qui, accanto a te" mi rispose, con determinazione.

Con il passare delle settimane, iniziai a vedere dei piccoli miglioramenti. Le crisi di astinenza diventavano meno frequenti, e il dolore iniziava a diminuire. Ma gli incubi erano ancora lì, pronti a tormentarmi ogni volta che chiudevo gli occhi.

"Gli incubi sono comuni durante le crisi di astinenza. Sono il riflesso dei tuoi timori e delle tue ansie più profonde. Ma devi ricordare che non sei più solo. Hai il sostegno di persone che ti vogliono bene e che sono qui per aiutarti a superare questo momento difficile" mi disse il mio psicologo durante una delle nostre sessioni.

"Lo so, dottore. E sono grato per tutto il vostro sostegno. Ma a volte mi sento così impotente, così fuori controllo. È come se fossi intrappolato in un labirinto senza via d'uscita" risposi, cercando di trovare un senso in mezzo al caos.

"La strada verso il recupero può sembrare lunga e tortuosa, ma devi restare fiducioso. Ogni passo che fai verso il miglioramento è un passo nella giusta direzione." mi incoraggiò, con un sorriso gentile.

Dopo mesi di lotta, finalmente arrivò il giorno in cui ero pronto a lasciare la clinica. Mi sentivo diverso, più forte. Sapevo che il percorso non è ancora finito, ma ero pronto a fare ammenda con gli amici e ad affrontare mio padre.

"Satori, sono così orgogliosa di te" mi disse Hope, stringendomi in un abbraccio mentre ci preparavamo a lasciare la clinica.

"Grazie, Hope. Non ce l'avrei mai fatta senza di te" risposi, sentendo una nuova determinazione crescere dentro di me.

E così, con il cuore pieno di speranza e determinazione, mi preparai ad affrontare il mondo esterno, pronto a fare ammenda per il passato e a costruire un futuro migliore.

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Faro nell'oscurità (Satori Tendō x oc)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora