21 - La discesa nell'oscurità

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**Satori**

Mi sentivo intrappolato in un vortice di emozioni contrastanti. Più i giorni passavano più ogni pensiero su di Hope era accompagnato da un senso di colpa che mi schiacciava. Mi sentivo così avvilito e stupido. L'avevo rifiutata per paura di perderla, e alla fine, proprio rifiutandola l'avevo persa comunque. Avrei dovuto pensarci, era scontato che dopo il rifiuto, il modo in cui l'avevo tratta, lei sarebbe andata avanti per la sua vita senza di me. Cosa mi aspettavo? Che lei restasse nonostante la spingessi via? Solo un pazzo lo farebbe. La consapevolezza mi tormentava.

Avevo bisogno di staccare. Di spegnere i pensieri. Di avere una piccola tregua dal dolore. La droga era sempre stata la mia via di fuga, il mio modo di non pensare a ciò che stava succedendo nella mia vita. Ma mentre prima queste mie fughe erano sporadiche, ora erano sempre più frequenti. Mi rendevo conto che dovevo smettere, ma non era semplice. La situazione a casa era diventata sempre più insostenibile, i miei incubi erano tornati più frequenti che mai e con loro la violenza di mio padre. I lividi si moltiplicavano ogni notte, e con loro si moltiplicava il mio bisogno di non sentire più nulla.

Continuavo a rimandare il giorno in cui avrei smesso, promettendomi che sarebbe stata l'ultima volta. Ma ogni promessa puntualmente veniva sempre infranta.

Dopo l'ennesima promessa non mantenuta, mi ritrovai immerso nella musica assordante e nelle luci stroboscopiche di un locale. Cercavo di perdermi nella folla, non volevo pensare, volevo dimenticare. Volevo dimenticarla.

La mia mente era annebbiata dai drink e dalle pillole. Sentivo il mondo intorno a me diventare più distante.

Mi ritrovai a ballare con una ragazza, una sconosciuta dai lunghi capelli biondi e dal sorriso invitante. Cercava di attirarmi a sé, ed io la lasciai fare. Era buffo come a scuola, o nella vita di tutti i giorni, le ragazze mi evitassero come se fossi un parassita, mentre nelle notti, nei locali sembravano alla ricerca disperata delle mie attenzioni. Non era la prima volta che mi succedeva, ma era la prima volta dopo Hope. No. No devo nominarla. Non devo pensare a lei.

La ragazza ballava in modo provocatorio, cercando di suscitare una reazione da parte mia. Ma io rimasi impassibile. Non faceva che strusciarsi disperatamente contro di me. Ero stanco di quella situazione, avevo bisogno di fuggire ancora più lontano dalla mia vita.

Mi avvicinai al suo orecchio. "Vuoi andare a scopare o vuoi continuare a ballare inutilmente ancora per tanto?"

La ragazza era troppo su di giri o disinteressata per notare la mia assenza di eccitazione o qualsivoglia emozione.

Mi prese per mano e mi trascinò fuori dal locale. Ci avviammo verso un motel vicino. Lei saltellava qua e là, urlando e ridendo da sola per la strada. Io dietro di lei, la seguivo, le gambe pesanti e la mente annebbiata. Non era la prima volta che vivevo quella situazione. Ragazze distrutte quanto me, in cerca di sesso e droga dal primo che capitava, per i più disparati motivi.

"Niente baci." dissi con tono piatto e annoiato, mentre mi sedevo sul letto.

"Hai un po' di roba buona?" rispose lei come se non mi avesse sentito. Aveva occhi famelici. Quella fame che avevo imparato a conoscere bene in questi giorni.

Presi le pillole che avevo in tasca e glie le lanciai. Senza neanche guardarle la bionda le buttò giù.

Soddisfatto il suo desiderio, mi raggiunse. Si mise a cavalcioni su di lui e mi sfilò la maglietta. Iniziò a baciare il mio collo, con baci umidi e lascivi, in attesa di qualcosa. Probabilmente si aspettava che anchio la spogliassi. Quando vide che non accennavo a muovere un muscolo, scoppiò a ridere rumorosamente, facendo aumentare il fastidio che via via cresceva in me.

Faro nell'oscurità (Satori Tendō x oc)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora