16 - La dichiarazione

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**Hope**

Con il passare del tempo, mi accorsi sempre di più che tra me e Satori stava per nascere un problema.

Mi resi conto che i miei sentimenti per lui si facevano sempre più profondi, e con loro anche la paura. Paura di confessare quanto provavo, paura di rovinare tutto quello che avevamo costruito insieme. Avevamo fatto un patto proprio per evitare che ciò accadesse. Un patto che prevedeva esclusione dei sentimenti e sincerità totale. Io in questo momento stavo infrangendo entrambe le cose, perché, oltre a provare qualcosa che non avrei dovuto, non glie lo stavo neanche dicendo, il che equivaleva a mentire. Che poi perché non dovrei? Ormai io sapevo tutto di lui, e lui di me. Passavamo ogni singolo giorno insieme, facevamo ogni singola cosa insieme. Cosa sarebbe cambiato se mi fossi dichiarata? Potrei anche non farlo quindi. No. Assolutamente no. Devo essere sincera e dirgli tutto.

Il peso dei miei sentimenti inespressi diventava ogni giorno più opprimente, un fardello che mi schiacciava il petto, rendendo ogni respiro una lotta. Non potevo più sopportare di tenerli dentro di me, di nascondere la verità che bruciava come una fiamma implacabile. Avevo bisogno di dirglielo, di confessare tutto quello che provavo, nonostante il terrore che mi assaliva al solo pensiero di farlo. Il rischio di rovinare tutto era grande, ma continuare a trattenere questi sentimenti era ormai insostenibile. Glie lo dirò stasera. Avevo deciso.

Eravamo seduti nel nostro solito posto, sul tetto del mio palazzo. Un cielo scuro, senza stelle. Solamente la luna che brillava solitaria. Attorno il silenzio era assordante. Lo guardai, aveva il viso rivolto verso l'alto.

"Satori" iniziai, la voce tremante. Lui si voltò verso di me con sguardo curioso. Presi un respiro profondo, cercando di calmare il mio cuore che batteva all'impazzata. "Devo dirti una cosa. Una cosa che ho tenuto dentro per troppo tempo."

Lui mi osservava, il viso impassibile, solo una scintilla di apprensione nei suoi occhi. "Cosa c'è, Hope?" chiese, la voce calma ma con una nota di tensione.

Presi un altro respiro profondo, poi lasciai uscire le parole che trattenevo dentro da troppo tempo. "Io credo di essermi innamorata di te, Satori" dissi, con parole tremanti per l'emozione. "Anzi, lo so per certo. Ti amo."

Per un momento, solo il silenzio. Il mondo sembrava essersi fermato mentre le mie parole riecheggiavano nell'aria fredda della notte. Non c'era dolcezza nei suoi occhi, non c'era calore nel suo sguardo. Al contrario, c'era solo freddezza e rabbia. Scoppiò in una delle sue risate sarcastiche. La stessa che di solito usa per provocare le persone.

"Avevamo. Un. Patto." Sibilò sottovoce. La sua voce era tagliente come una lama, il suo tono sarcastico come un colpo al cuore. "Sei davvero così ipocrita?" disse, le parole furono come colpi di martello che mi frantumavano dentro. "Ti ho detto fin dall'inizio che non ero fatto per l'amore, che questo doveva essere solo un gioco. Sei stata tu ad accettare, e ora vuoi rimangiarti tutto? Cosa ti aspetti da me ora?"

Le sue parole mi ferirono più di qualsiasi altra cosa avessi mai sentito. Sembrava che un coltello mi stesse lacerando il cuore, facendomi sanguinare internamente. Non potevo credere che mi stesse trattando così, che avesse preso di petto i miei sentimenti con così tanta crudeltà e indifferenza.

"Satori, come puoi essere così crudele?" sussurrai, la voce rotta dalle lacrime che minacciavano di scendere. "Dopo tutto quello che abbiamo passato insieme. Pensavo che...pensavo che ci fosse qualcosa tra noi. Alla fine se ci pensi cosa cambia? Un po' è come se lo fossimo già una sorta di coppia. Stiamo bene insieme, siamo entrambi felici no?"

Lui rise, un suono amaro e senza gioia. "Qualcosa tra noi? Una coppia? Hope, ti sei costruita castelli in aria. Tutta questa situazione ora è solo colpa tua. Io ti ho sempre detto la verità, non sono fatto per l'amore, non posso darti quello che cerchi."

"Ma non vedi?" risposi, la mia voce che si spezzò mentre le lacrime iniziarono a scendere. "Non ti chiedo di essere perfetto, di cambiare. Ti chiedo solo di essere onesto con te stesso, di permetterti di sentire quello che provi realmente. Io ti amo, Satori. Ti amo per quello che sei, con tutte le tue imperfezioni. E so che anche tu tieni a me, lo vedo quando mi guardi, lo vedo nei tuoi piccoli gesti."

Lui scosse la testa, il viso un misto di frustrazione e rabbia. "Non capisci, Hope. Hai frainteso tutto. Non posso amarti. Non posso permettermi di amare nessuno. Sono troppo incasinato, troppo danneggiato. Non posso farti questo."

"Ma non puoi respingermi così" insistetti, la mia voce ormai un sussurro disperato. "Non puoi trattare i miei sentimenti come se fossero insignificanti. Come fossero un errore."

"Hope, svegliati!" esclamò, alzando la voce. "Questo non è un film, non è una favola. Non ci sarà un lieto fine per noi. Ed io non sarò il protagonista della tua stupida storia che si redime e diventa eroe."

Le sue parole mi colpirono come una doccia gelata. Mi resi conto che aveva sempre avuto ragione. Non avevo mai avuto il diritto di innamorarmi di lui, di sperare in un futuro insieme. Ero stata io la sciocca, la stupida sognatrice che ha creduto di poter avere un posto nel suo cuore rotto.

Le lacrime bruciavano nei miei occhi. Mi voltai e corsi via. Ora sapevo che non c'era posto per me nella sua vita, che ero destinata ad essere solo un ricordo fugace, un'ombra nel suo passato tormentato. Il mio cuore era in frantumi, la mia anima era devastata dal dolore. Ora che le carte erano in tavola, dovevo trovare la forza di ricominciare da capo, di lasciarlo andare e di trovare la mia strada senza di lui.

Le lacrime scorrevano liberamente lungo il mio viso. Ogni respiro era un dolore acuto che mi lacerava dentro. Mi fermai solo quando arrivai nel mio appartamento. Non riuscivo più a respirare, il mio corpo era scosso dai singhiozzi. Mi chiusi la porta alle spalle e mi ci accasciai contro. Il cuore pesante di dolore. Sapevo come la pensava, lo sapevo dall'inizio, ma non potevo credere che mi avesse trattato così, con così tanta crudeltà e indifferenza.

Il giorno dopo, mi svegliai con gli occhi gonfi e il cuore ancora più pesante della sera prima. Ogni momento era un ricordo doloroso. Mi alzai dal letto con difficoltà, la mente annebbiata dal sonno e dal dolore.

Camminai verso il bagno e mi guardai allo specchio. I miei occhi erano rossi, il viso pallido e stanco. Ero sola, lontana dalla mia famiglia, dai miei amici, e senza più Satori accanto. Lui era stata la mia spalla, il mio porto sicuro, sin dall'inizio di questa avventura. Dovevo essere forte e andare avanti, anche da sola. Completamente sola.

***

Faro nell'oscurità (Satori Tendō x oc)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora