10 - Un viaggio improvvisato

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**Hope**

Era una di quelle giornate che avrei dovuto trascorrere sui banchi di scuola, ma Satori aveva altri piani. Con il suo solito fascino persuasivo mi convinse a saltare la scuola e a fare una breve fuga dalla città. Quella mattina, quando uscii di casa per andare a scuola, me lo ritrovai per la prima volta ad aspettarmi fuori ai cancelli del nostro complesso di palazzi.

"Ho una sorpresa per te!" urlò appena mi vide.

Alzai un sopracciglio, incuriosita. "Che tipo di sorpresa?"

"Una fuga!" rispose tutto entusiasta.

Non sapevo cosa mi aspettasse, ma il solo pensiero di trascorrere del tempo con lui mi riempiva di eccitazione. Ci dirigemmo verso un piccolo villaggio di montagna, lontano dal caos della città. L'aria fresca e pulita mi riempiva i polmoni mentre camminavamo lungo i sentieri immersi nella natura. Satori sembrava particolarmente rilassato, libero da ogni preoccupazione. Era bello vederlo così, lontano dal trambusto della vita quotidiana.

"Che ne dici?" disse, il suo sorriso contagioso. "Non è meraviglioso?"

Annuii con entusiasmo, il vento che mi scompigliava i capelli. "Sì, è davvero bello qui. Hai avuto una buona idea."

Ci fermammo in un prato verde, a guardare il panorama mozzafiato che si estendeva davanti a noi. Parlammo di tutto e niente, ridendo e scherzando come se non ci fosse un domani. Era facile essere me stessa con lui, come se ci conoscessimo da sempre.

"Sembra un posto magico" disse, guardando il panorama immerso nei suoi pensieri. "Non ricordo l'ultima volta che mi sono sentito così tranquillo."

Quando il sole iniziò a calare ci arrampicammo su una collina per osservare meglio il tramonto, il cielo si tinse di colori caldi e avvolgenti. Scattai una foto di noi due insieme, con il sole che tramontava alle nostre spalle. Era un momento veramente magico, un istante di pace e serenità che avrei voluto durasse per sempre.

Si voltò verso di me, i suoi occhi brillanti sotto la luce del tramonto. "Sai" disse, la sua voce calda e sincera. "Devo ammettere che avere un complice di avventure è bello, mi piace."

Sorrisi, sentendo il calore della sua piccola confessione. "È un piacere."

Restammo seduti in silenzio per qualche minuto, godendoci il momento. Poi Satori ruppe il silenzio. "Ti ricordi quella volta in cui abbiamo cercato di fare un picnic sulla collina dietro la scuola?"

Risi al ricordo. "Come potrei dimenticarlo? Ci eravamo dimenticati il cibo e alla fine abbiamo mangiato solo patatine e caramelle."

"Già, e poi ci siamo dovuti nascondere quando il custode della scuola è passato di lì" aggiunse lui ridendo.

"E tu ti sei messo a correre come un pazzo, facendoci scoprire!" Lo accusai scherzosamente.

"Hey, non potevo sapere che fosse così rapido!" si difese lui, sollevando le mani in segno di resa.

Era strano come avessi già collezionato così tanti ricordi e avventure con lui. Alla fine ci conoscevamo solo da pochi mesi. Parlare con lui, fare pazzie con lui, sembrava tutto così naturale.

"Satori, hai mai pensato a cosa vorresti fare dopo la scuola?" chiesi, curiosa di sapere quali fossero i suoi piani.

"Sì, ci penso spesso" rispose, il suo tono diventando più riflessivo. "Mi piacerebbe viaggiare, vedere il mondo. Forse fare qualcosa di creativo, come la scrittura, o perché no, la cucina. Magari i dolci."

Mi sorprese la sua risposta. "Davvero? Non sapevo che ti piacesse cucinare."

"Beh, non è che lo faccio molto spesso" ammise. "Non sono molto bravo. Ma mi piace l'idea di condividere con gli altri qualcosa creato da me."

"E tu?" domandò poi. "Hai qualche sogno nel cassetto?"

Ci pensai per un momento. "Mi piacerebbe fare della mia passione per la fotografia un lavoro. Adoro l'idea di poter esprimere me stessa attraverso i miei scatti."

"Mi sembra perfetto per te" disse Satori con un sorriso. "Sembri avere un talento naturale per la fotografia."

Arrossii leggermente per il complimento. "Grazie. È bello sapere che qualcuno lo apprezza."

Continuammo a parlare mentre il cielo si scuriva e le prime stelle cominciavano a brillare. Satori si sdraiò sull'erba, guardando il cielo notturno.

"Guarda, una stella cadente!" esclamò, indicando un punto nel cielo.

"Esprimi un desiderio" dissi istintivamente.

Chiudemmo entrambi gli occhi per un momento, ciascuno perso nei propri pensieri. Quando li riaprii, trovai Satori che mi guardava con un'espressione serena.

Si alzò e mi porse la mano. "Torniamo al villaggio? Ho sentito che c'è una piccola locanda dove possiamo mangiare qualcosa di delizioso."

Accettai la sua mano, e insieme ci incamminammo verso il villaggio, le luci delle case che si accendevano una dopo l'altra mentre la notte avanzava. Le strade erano tranquille, solo il suono dei nostri passi e qualche risata lontana riempivano l'aria.

Dopo cena, ci incamminammo verso una piccola piazza al centro del villaggio. La luna era alta nel cielo, illuminando tutto con una luce argentata.

"Hope" disse piano, la sua voce un sussurro nella notte. "Ti va di fare un'ultima cosa prima di tornare a casa?"

"Cosa?" chiesi, curiosa.

"Ballare" rispose con un sorriso malizioso. "Qui, sotto le stelle."

Risi, sorpresa dalla sua proposta. "Non c'è musica."

"Non importa" disse lui, tendendomi la mano. "La musica è dentro di noi."

Esitai solo un momento, poi presi la sua mano e ci mettemmo a ballare, lentamente, al ritmo del nostro respiro e del battito dei nostri cuori. La notte intorno a noi sembrò scomparire, lasciando solo noi due, persi in quel momento magico.

***

Faro nell'oscurità (Satori Tendō x oc)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora