15 - Un'avventura notturna

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**Hope**

Dopo quella notte paurosa e la confessione toccante di Satori sul suo passato, i giorni sembravano scorrere con una parvenza di normalità. Come se nulla fosse successo. Ma ora avevamo entrambi una nuova consapevolezza. Ogni parola, ogni gesto, ogni sguardo che ci scambiavamo, portava con sé un peso emotivo che non potevo ignorare. La nostra routine quotidiana, apparentemente immutata, era in realtà permeata da un'intensità silenziosa e persistente. Ovviamente, dopo quel riavvicinamento, ricominciarono anche le nostre folli avventure.

Una notte, ci lasciammo trasportare dal caos delle strade di Tokyo. Erano illuminate da luci al neon, mentre risate e brindisi riempivano l'aria. Ci abbandonammo alla frenesia del momento, camminando senza meta tra i vicoli vivaci e pulsanti di vita. Ogni angolo della città sembrava sussurrare promesse di avventure e segreti nascosti, e noi eravamo pronti a scoprirli.

"Guarda, Hope!" esclamò Satori, afferrandomi per mano mentre ci inoltravamo più in profondità nella notte. "Questa città è come un mondo a parte, pieno di misteri da scoprire e avventure da vivere!"

Risposi con un sorriso, lasciandomi trascinare dalla sua energia travolgente. Satori aveva le pupille dilatate, segno che le pillole stavano iniziando il loro effetto. Essendo lontani da casa, io invece preferii restare lucida, ma mi sentivo ammaliata ed eccitata esattamente come lui. Era come se nulla potesse fermarci, la sua mano nella mia era calda e rassicurante, e per un momento mi dimenticai di tutto il dolore e la sofferenza che avevamo condiviso. Camminammo attraverso i mercati notturni, osservando gli artisti di strada e assaporando i profumi delle bancarelle di cibo.

Satori mi raccontava storie su ogni angolo, ogni viuzza. "Qui una volta ho visto un uomo camminare sui vetri rotti" disse ridendo, "e laggiù, una vecchia signora mi ha letto la mano, dicendomi che il mio futuro sarebbe stato pieno di avventure."

Le sue parole erano come una finestra su un mondo che non conoscevo, un mondo che lui aveva esplorato da solo, ma che ora condivideva con me. Mi sentivo parte di qualcosa di speciale, di unico. E più camminavamo, più sentivo crescere dentro di me un desiderio che non avevo mai provato prima.

Al quinto cocktail, l'attrazione tra noi divampò, palpabile nell'aria carica di elettricità. Ogni sguardo, ogni contatto involontario, alimentava il fuoco che bruciava dentro di noi. E mentre esploravamo il lato più selvaggio di Tokyo, sentivo il desiderio crescere, avvolgermi come una fiamma ardente.

Come se mi avesse sentita, come sempre del resto, mi afferrò per un braccio e mi trascinò in un vicolo buio, lontano dal frastuono e dal caos delle strade affollate.

Ci guardammo negli occhi, e in quel momento non ci fu bisogno di parole. Il nostro desiderio era tangibile. Sentivo il mio cuore battere forte, il sangue pulsare nelle vene. Era una sensazione che non avevo mai provato prima, una combinazione di eccitazione, paura ed euforia.

"Pensi quel che penso io?" chiese Satori, la voce roca di eccitazione.

Annuii, incapace di trovare le parole, ma non ce ne fu bisogno. Lo afferrai per la cinta dei pantaloni e slacciandola lo attirai a me. Il suo corpo mi spingeva contro il muro. Non appena riuscii ad aprire i suoi pantaloni con mani tremanti di desiderio, e a liberare la sua erezione, lui mi afferrò saldamente le cosce e mi sollevò facendomi alzare anche il vestito, mettendosi le mie gambe attorno la sua vita. Mi aggrappai alle sue spalle per sostenermi, e con le mie labbra sfiorai le sue ridendo, lasciando lì in sospeso quel bacio che bramava.

"Vediamo chi ride ora." Mi disse con un ghigno. E indirizzando la sua erezione con la mano verso la mia fessura, mi penetrò.

Gemetti urlando. Ma subito lui mi tappò la bocca. "Shhh ci farai scoprire." Mi sussurrò, facendo un cenno con la testa allentrata del vicolo.

Solo in quel momento realizzai che eravamo all'aperto, e che fuori da quel vicolo c'era gente ignara che passeggiava. La paura di essere scoperti aumentò la mia eccitazione. Guardai Satori son occhi famelici e lussuriosi, lui sorrideva soddisfatto. Tolse la mano dalla mia bocca e tornò ad usarla per sorreggermi.

Le sue spinte si fecero subito veloci, ed io mi fiondai sul suo collo per non urlare. Il nostro respiro affannoso si univa al suono della città che non dormiva mai, creando una sinfonia di passione e desiderio Ogni colpo, m'infiammava, portandomi sempre più vicina all'esplosione imminente. Il suo respiro caldo contro la mia pelle, il suo tocco deciso sulle mie cosce. Con poche spinte mi fece raggiungere il culmine del piacere, e lui si riversò dentro di me. Fu diverso dai rapporti che avevamo di solito, fu fugace, breve, ma intenso come non mai.

Quando mi ripoggiò a terra le mie gambe cedettero, ma lui prontamente mi sostenne ridendo.

"A qualcuno, qui, serve più allenamento!" scherzò maliziosamente.

Sotto il cielo stellato, tra le ombre della città, ci eravamo abbandonati l'uno all'altro, in un momento di puro piacere. Satori riusciva a farmi sentire viva in un modo che non avevo mai sperimentato prima.

***

Cari lettori, se siete arrivati fin qui, sappiate che siete esattamente a metà strada. :D

Faro nell'oscurità (Satori Tendō x oc)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora