Middle Ground Chronicles - SELINA

32 - Noi eravamo

PARTE SECONDA

Selina 16

- 6 giorni al Middle Ground

Mi sembra di essere stata confinata in un altro pianeta. Una specie di realtà parallela o metaverso, chiamatelo come volete. Io non avevo mai visto le cose che sono intorno a me da ieri. Questo posto, Vadis, come fa a essere così simile al vecchio mondo? Lo imita? Non so perché sono qui, tra queste mura, in questa stanza da letto affacciata su un parco e in cui da ore mi guardo intorno frastornata pensando alla mia vita. Metto a confronto questi due mondi, e davvero mi sento rimescolata al pensiero di non aver scelto quello in cui vivo, ma di esserci semplicemente nata. Perché a poter scegliere...

Io sono cresciuta in un Campus organizzato e strutturato per funzionare in ogni suo settore. Il mio alloggio è insonorizzato e minimale, con pareti rinforzate e finestre affacciate sulla City che hanno la funzione di ricordare a ogni Crescente che il Campus esige efficienza. Il paesaggio brulica di ragazzi che attraversano i settori per passare da un laboratorio di pratica a un'aula di teoria. Credo abbiano architettato di proposito le facciate dei dormitori in modo che siano orientate a nord e parallele, così anche quando siamo liberi di riposare non dimentichiamo il nostro dovere, la missione che Pangea ci ha designato dall'alba dei tempi: noi siamo coloro che operano per ricostruire la civiltà perduta. Giovani, intelligenti e preparati. Il difetto non è concesso. Rallenterebbe la ricostruzione, il progresso della ricerca, rallenterebbe un algoritmo pensato per rendere noi giovani una catena di montaggio sempre in attività. Non ho mai pensato che fosse sbagliato, che dietro questo incedere sollecito si annidasse un disegno perverso e ingiusto. Io sono nata e vivo in un mondo che è organizzato in questo modo e non conosco, o almeno fino ad aggi non ho mai conosciuto un'alternativa. 

E ora: eccone una. Eccomi qui. Rinchiusa da un umanoide in un edificio del settore otto di Vadis, e da un giorno e una notte in una stanza con pareti e mobilio che non avevo mai visto prima. Riconosco questi oggetti, sono antesignani del nostro design di arredamento interno. C'è una poltrona imbottita e rivestita di velluto blu nell'angolo accanto a un tavolino basso e in legno. Immagino che la poltrona e il tavolino corrispondano alla nostra moderna seduta quadrata e rigida in acciaio-glass e al nostro tavolo a scomparsa che all'occorrenza e grazie a un software di domotica applicata scivola fuori dallo scomparto a parete. Ci hanno sempre spiegato che la domotica non è utilizzata in tutto il regno, e che ne abbiamo in dotazione una funzione basilare solo noi Crescenti. Il mondo sommerso ha portato con sé ogni risorsa economica e tecnologica a cui si era arrivati prima della tempesta geomagnetica e dell'arrivo degli Tsunami, quindi le risorse per mettere in campo certi sistemi computerizzati scarseggiano e per questo sono destinati a pochi. Ma davvero non credevo che il resto del paese fosse così vintage. E mi domando dove abbiano reperito materiali del vecchio mondo. Per esempio, questo velluto o le stoffe di cui vestono i vadisiani. Quel luogo, se si tratta di un luogo, che hanno nominato a casa della cugina di Natan: la Risacca. Cos'è la Risacca? E dove si trova? È da lì che provengono questi oggetti? Un altro tassello che voglio mettere al suo posto. È probabile che i Gran Maestri dell'Esecutivo siano perfettamente consapevoli che a Vadis la gente viva nutrendosi di animali vivi e indossi Jeans e cotone, dubito che Urano Due o Sirio Uno non lo sappiano. Forse ritengono che sia poco importante, oggetti inanimati che non sono governati da un computer centrale fanno solo polvere e ingombrano, e di sicuro non sono pericolosi per la società. Tuttavia, rappresentano un'alternativa. Quella scelta che noi non abbiamo avuto. Non so chi sarebbe tanto sprovveduto da preferire a una navetta volante una poltrona polverosa, ma qualcuno potrebbe farlo, se ne avesse la possibilità.