52 - Middle Ground ( part. 4)

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Selina 16

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Selina 16

«Aggrappati» dico alla fine della breve traversata fino alla parete della vasca.

Insieme tiriamo fuori le mani e le poggiamo sul bordo, facendo capolino con le teste per osservare il perimetro. Non si vede a un passo. Ora le dita si fanno più decise e artigliano il bordo.

«Vado prima io» gli sussurro.

«Non ci pensare nemmeno. Insieme o nessuno.»

«No, non lo so se è una pazzia, non rischio la tua vita per una mia idea.»

Ringhia basso e ripete: «Insieme o nessuno.»

«Testardo di un vadisiano.»

«Testarda di una Crescente.»

«Natan...»

«Al tre. Uno, due...»

«Aspetta!»

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«Aspetta» ripeto in un sussurro potente. Le mie mani, artigliate sul bordo della vasca stanno tremando. Ma non si tratta della paura, è la pietra sedimentata che riveste la vasca a tremare. Ora lo sente anche lui, accanto a me.

«Ma che succede?» domanda piano. «Sembra un terremoto.»

Il mare intorno a noi sta producendo improvvise increspature e sono sempre più alte e più frequenti. Non si tratta delle stesse onde prodotte dai corpi immersi che si agitano, questo è un vero e proprio moto ondoso generato dall'acqua.

«Tu resta aggrappato e non mollare la presa» intimo.

Sto pensando, cerco di ragionare, ma non capisco davvero come sia possibile che una vasca circoscritta dove l'acqua dovrebbe essere ferma, riesca invece a generare un moto ondoso.

«Che facciamo, saltiamo adesso?» domanda Natan.

Mentre lo chiede, la pelle delle mie mani si raffredda. Come se una ventata l'avesse colpita. E osservo nella semioscurità queste mie mani aggrappate al bordo della vasca che fino a un istante fa erano ricoperte d'acqua e solo le falangi erano in superficie, arpionate, aggrappate. Adesso invece anche le nocche e pian piano il dorso delle mani stanno affiorando. E concludo sconvolta che l'acqua della vasca si sta ritirando. Non è una cosa che capisco lentamente, è un'ovvietà, e non ho nemmeno il tempo, una frazione di secondo, per metabolizzarlo, che dietro di noi, alle spalle, dalla vasca affollata, le vibrazioni aumentano e si genera un gorgheggio persistente ma impossibile da vedere. Non so dove sia, né cosa sia, è troppo buio.

«Aiutoooooooooooo!»

Grida disperate e altissime si levano improvvise. Sovrapposte. A centinaia. Un coro di grida disperate. La piscina dietro di noi diventa un carnaio di gente che annaspa nell'acqua, cerca di nuotare, di sottrarsi a qualcosa che sta avvenendo perfettamente al centro dell'area. E le urla che si sovrappongono arrivano così straziate da provocarmi un pianto muto ma incontrollato.

Middle Ground Chronicles - SELINADove le storie prendono vita. Scoprilo ora