15 - A caccia

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Evan Morgan Vento


-10 giorni al Middle Ground


Non appena smonto dalla navetta, i miei occhi ingaggiano la punta del fucile laser di questo umanoide di tipo 4 piazzata dritta davanti alla mia faccia.

Alle mie spalle viene giù Oram che subito alza le braccia e trema sconvolto.

L'umanoide a guardia dell'arena tuona metallico: «Mister Evan Morgan Vento, ventotto inverni, scolarizzazione superiore con accesso a informazioni secretate e preparazione atletica di livello uno, cacciatore di vite assegnato a Pangea in missione a Vadis per il recupero di evasa da campo Crescenti, si identifichi» ordina.

Sorrido al mirino. «Hai detto tutto tu, cos'altro posso aggiungere?»

«Risposta non chiara. Mister Evan Morgan Vento, ventotto inverni...»

«Sì!» lo interrompo prima che ripeta tutta la solfa, «Identità confermata, sono il cacciatore venuto a prendere l'evasa dal campo Crescenti.»

Il mirino si sposta sul naso del pilota. «Oram 12, trentuno inverni, addestramento veicoli militari e civili di stanza a Pangea, pilota di navetta da trasporto e non di offesa proveniente da Gate City in missione per il recupero di evasa da campo Crescenti, si identifichi.»

Roteo gli occhi spazientito, questa pantomima mi sta facendo perdere tempo prezioso.

Il pilota non ha mai abbassato le braccia, e ora balbetta: «Mi identifico, certo, sono... sono pacifico, lo giuro.»

Non è possibile, sbuffo.

«Risposta non chiara» il robot ripete tutta la solfa anche a lui.

Se adesso questi due non la smettono di chiacchierare, farò una carneficina dell'uno e una rottamazione dell'altro. La mia pazienza è al limite.

Fortunatamente, al secondo tentativo, Oram bofonchia parole accettate dall'umanoide che si decide ad abbassare l'arma e indica l'arena. «I disertori sono all'interno dell'area. Sono in sedici. Sette donne e nove uomini. Quindici di loro hanno quaranta inverni e una sola di loro ha ventuno inverni. Si trovano a ridosso dell'area interna sinistra e stanno cercando di accendere un fuoco.»

Non posso non trovare la cosa surreale. «Vogliono accendere un fuoco dentro a una simulazione?»

«I miei dati indicano che quindici di loro non hanno accesso a questa informazione. E che la Crescente non l'abbia condivisa per non infrangere il protocollo.»

Diligente, la strega.

Poi la mia mente va nel panico: come accidenti fa, questo robot, a conoscere la ragione per cui Selina non avrebbe condiviso l'informazione?

Lo provoco: «Secondo quali parametri hai interpretato la decisione della Crescente di non condividere con gli evasi la verità sulla simulazione?»

«Domanda fuori standard. No parametri. No parametri. Domanda fuori standard.»

«Il drone in sorvolo ti ha indicato l'ubicazione degli evasi? Come mai non li hai catturati? Aspetti che mandino in corto l'arena?»

«Domande non chiare. Sono allusive, retoriche o dirette?»

Credo di volerlo smontare. Sì, ho proprio voglia di smontarlo, questo dannato umanoide.

«Procedo con la missione» comunico lapidario. «Andiamo» ordino al pilota.

«Mister» mormora perplesso Oram, «ha sentito anche lei, sono in sedici. Non crede che sarebbe una buona idea chiedere il supporto di questi controllori così gentili?»

«L'unica buona idea è che tu venga con me senza proporre buone idee, Oram. Subito.»

«Subito, Mister.»

Ci avviamo mesti, lasciandoci alle spalle l'umanoide che segue il nostro incedere senza abbassare il mirino. Mi domando perché non sia intervenuto e abbia lasciato a me l'onore. Inizio a sentirmi in trappola.

Sbuffo spazientito: «Oram, tu non entrare, resta all'imbocco dell'arena.»

«Mi pareva di aver capito che anch'io dovrei...»

«Ho cambiato idea. Resta fuori. Se non mi vedi tornare con Selina 16 entro un'ora, prendi la navetta e chiama rinforzi. Da Pangea. Non questi qui. Non ho idea di cosa li controlli, e voglio evitare di scoprirlo.»

«Oh Mister...»

«Ricevuto.» Ho sentito la sua gratitudine, non c'è bisogno che cerchi le parole per esprimerla.

Esamino il grosso cancello di ferro e allungo una mano per toccarlo. Sono incredulo: è solido e freddo, sembra vero. Anzi, concludo agghiacciato: è vero. Non siamo in una simulazione, siamo davvero al Colosseo. Ci avevano detto che il vecchio mondo si trovasse oggi sott'acqua, ma questa pietra, la tocco e l'annuso, la sento vibrare, è antica, avrà migliaia di anni, non è riprodotta o simulata. Mentre lo penso, il mio corpo inizia a scaldarsi come se una rabbia latente si stesse impossessando di me. Possibile che io sia stato preso in giro per tutta la vita? Devo ritrovare la calma e la concentrazione, ora quello che conta è salvare Selina, a un monumento dell'antica Roma che non dovrebbe essere qui e non so come vi sia arrivato, penserò più avanti. E, a questo punto, mi pare ovvio che non potrò passarci attraverso, dovrò trovare un altro modo per introdurmi nell'arena. Impossibile stabilire in pochi minuti quanto di questo scenario sia stato riprodotto in materia e quanto sia solo simulazione. Dovrò faticare. E la sola idea di dovermi sottoporre a una scalata mi manda fuori di testa. Ammesso che riesca ad atterrare dall'altra parte senza essere visto, come la catturo, quella strega, se per portarla indietro mi troverò alle costole quindici invasati e al cospetto un muro di pietre reali? Dovrò cercare una via percorribile. Mi metto in marcia per aggirare l'arena e so già che sarà una lunga notte.

Middle Ground Chronicles - SELINADove le storie prendono vita. Scoprilo ora