4 - Un favore personale

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Evan Morgan Vento


-11 giorni al Middle Ground


Marcio alle spalle di Sirio 1 per diverse centinaia di metri prima di sentirlo dire: «Due concessioni in una sola notte, Morgan. Cosa dovrei pensare, che la tua coscienza abbia prevalso sulla legge?».

«Nessuna concessione, Maestro, tutto confermato.»

Rallenta e si volta a indirizzarmi un'occhiata divertita inarcando il sopracciglio. «Certo, ne sono sicuro» prosegue senza aggiungere altro fino all'elevatore.

Preme il tasto venti e l'elevatore sigilla le porte d'acciaio e inizia la salita in un ronzio.

«Bert 29 è debole, lento e vigliacco» mi informa piccato. «Ciononostante, lo hai ammesso al secondo ciclo. Lo sai, vero, che lì non passerà. Potevi evitargli l'umiliazione» si volta e ghigna «o forse volevi che fosse umiliato...»

«Se lo ritiene lento e vigliacco, perché me lo ha affiancato?» lo interrompo.

Schiocca le labbra. «Per la sua iniziazione tu eri l'unica scelta possibile, dato che noi due sappiamo che non hai bisogno di aiuto per catturare un disertore.»

Le porte si aprono su un lungo budello insonorizzato fatto di vetro blindato affacciato sulla città e corso sui lati da maglie di neon viola. Continuiamo a marciare all'infinito e so che stiamo girando in tondo.

Al terzo giro, cedo: «Cosa stiamo facendo?».

«In tre giri di campo non hai mai guardato a sinistra» indica la vetrata affacciata sulla città. «Hai seguito il mio passo, concentrato e senza distrazione, e lo apprezzo, confermi di essere un soldato integerrimo. Ma ora, per favore, guarda a sinistra.»

Per obbedire al suo ordine mi volto a osservare la città che brulica sotto di noi, mentre l'alba si alza e una luce filtrata dai vetri schermati rischiara le navette in cielo e le strade in piano senza infastidire la vista.

«Cosa vedi?» esorta.

Vedo persone confinate nelle fabbriche a cercare di ricostruire quello che abbiamo distrutto, impotenti e messi in fila in una corsa a tempo e senza vincitori. Ma evito di dirlo e mi limito a tagliare corto: «Vedo i Crescenti muoversi per andare al lavoro o nei laboratori».

Dietro di me, il Maestro dichiara: «Vedi un mondo in ordine, pulito, per bene, un mondo di giovani studiosi che contribuiscono a mantenere questo ordine e questa pulizia. Ma, come avrai già notato...» indica i treni in partenza, «non tutto è perfetto. Ti dispiace essere così gentile da illustrarmi cosa accade laggiù?»

Serro la mascella e mi concentro per sottopormi a questa inutile recita su parte, e racconto sbrigativo: «Due treni fischiano l'avvio. Una scena che si ripete all'infinito ogni mattina non appena il sole si alza: donne e uomini tra i quindici e i trentanove anni inseguono il convoglio allungando le braccia e gridando un addio, un arrivederci...» non trattengo un'allusione finale, «...o un'imprecazione.»

«Ogni giorno» riprende lui, «assistiamo a queste scene strazianti. Ma è la regola e non ci si può sottrarre. Solo così questo mondo resterà in ordine. Compiuti i quarant'anni di età, i cittadini della City, senza distinzione tra Crescenti o Maestri, devono lasciare la città e recarsi a Ingranaggio, dove per loro inizia un nuovo ciclo di vita che si conclude al sessantesimo anno di età col Middle Ground.»

«Sempre che non siano già morti prima» ringhio basso.

Sirio tossisce il suo disappunto e mi lancia un'occhiata incendiaria.

Middle Ground Chronicles - SELINADove le storie prendono vita. Scoprilo ora