42 - La Torre ( part. 2 )

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Selina 16


- 4 giorni al Middle Ground


«Non ci resta che salire venti piani» dice Natan, mentre tira le redini per fermare il cavallo.

«Novanta piani» preciso sconsolata.

«Beh, che c'è? A un passo dal traguardo ti arrendi alla pigrizia?»

Sbuffo. «Non a un passo, a novanta piani dal traguardo.»

Smonta da cavallo ridendo, balza a terra e allunga la mano verso di me. «Coraggio, Crescente, scendi. Sono solo venti piani.»

«Sono novanta. Ma che problemi hai con la matematica?» sbuffo.

Mi lascio andare alle sue braccia e lui mi adagia a terra piano. Sto per sentirmi meglio, quando oltre la sua spalla osservo l'avanzamento di tre unità di tipo 4 dirette verso di noi con passo minaccioso ed elettrificatori puntati. Scanso subito il corpo di Natan e mi affaccio su di loro temeraria, in procinto di andargli incontro, ma la mano di Natan mi agguanta il braccio e mi trascina indietro.

«Dove vuoi andare?»

«Li disattivo.»

«Selina, le due parole non li fermeranno, Giosuè ha cambiato le password. Presto, dobbiamo nasconderci.»

«Le ha cambiate?» domando nello sconcerto, mentre mi lascio trascinare verso il confine boschivo, alle spalle dell'ingresso alla scala.

Non è possibile. Solo il Creatore della rete di Pangea può intervenire sulle comunicazioni dirette con le IA del pianeta. Devo averne conferma perché, se fosse come dice Natan, significherebbe una cosa sola, quel profeta diceva la verità, e non posso accettarlo.

Urlo: «Sumnum nunc!».

E mio malgrado sono costretta a riconoscere che invece di bloccarsi, questi robot hanno addirittura accelerato.

«Che fai, malfidata!» urla Natan, «Muoviti!»

Corriamo fino a una siepe enorme e molto folta e ci infiliamo tra le sue ramificazioni per mimetizzarci. I robot notoriamente non sanno distinguere un corpo in movimento dal movimento della natura, e tendono a sparare su qualunque cosa si muova. Per cui restiamo immobili. Ma non posso fare a meno di sentirmi in trappola, perché le parole di Natan mi hanno appena confermato che quell'uomo è davvero il Creatore della rete neurale di Pangea. Altrimenti non avrebbe potuto cambiare le password. A questo punto non mi resta che augurarmi che non sia davvero il mio generatore.

Restiamo acquattati per un tempo indefinito ma lungo, e inizio a sentire le gambe cedere e la sete togliermi lucidità. Natan ha più resistenza di me, come ha sempre detto, lui è cresciuto nella natura, non con le comodità di noi Crescenti, e infatti è stoico e immobile e non ha smesso finora di spiare tra le fessure di questa siepe i movimenti dei tre robot che non si decidono ad allontanarsi. Ormai ci hanno visto, non ci lasceranno liberi finché non ci avranno catturati. Maledizione. Non posso essere arrivata fino a qui per farmi arrestare e riportare a Pangea senza una cura. Non posso arrendermi, ma le ginocchia si piegano e vado giù. Il movimento delle foglie è subito intercettato dalla IA più vicina alla siepe, e un raggio laser colpisce da questa parte perforando le fronde e bruciando il fogliame. Natan d'istinto mi protegge col suo corpo e si china su di me per abbracciarmi. Poi sussurra: «Non ho scelta. Non so come faremo a tornare indietro, ma non ho scelta.»

Middle Ground Chronicles - SELINADove le storie prendono vita. Scoprilo ora