37 - Il Vecchio Mondo ( part. 2)

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Selina 16

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Selina 16


- 5 giorni al Middle Ground

Cavalchiamo al trotto per buona parte della mattinata, inizio a stancarmi ma sono come una bambina con gli occhi spalancati dalla sorpresa davanti a ognuno di questi monumenti riemersi che sbucano dalle sabbie di un mare ritratto che presto tornerà a sommergerli. È terribile e affascinante allo stesso tempo osservare una cupola e poi una torre divelte ma intatte, ferite ma imponenti. Natan ha raccontato finora di paesi, tradizioni, il tratto di strada romana e poi il cartello con la scritta in inglese, una delle lingue che si parlavano nel vecchio continente, e un'automobile con quattro ruote di gomma e una scocca di lamiere accartocciate che trasportava le persone senza alzarsi in volo, ma a grandi velocità e per lunghi percorsi. E si è emozionato quando abbiamo raggiunto un monastero semidistrutto, spiegando che si tratta di un luogo di culto molto antico ma di cui deve ancora trovare riscontro nei libri che ha reperito, poiché non tutto è ancora spiegato. Dice che, se la terra diventerà meno instabile, un giorno inizieranno a scavare per riportare alla luce tutto quello che non emerge da solo. Ma devono aspettare che le maree restino in secca più a lungo, perché il tempo a disposizione è sempre poco. Gli ho chiesto perché non condividere queste scoperte col resto di Pangea, e a cosa serva questo veto che impedisce ai cittadini di conoscere le cose del vecchio mondo, e la sua risposta è stato un lungo respiro frustrato che è culminato in un nervoso: «È la legge. La legge che ti piace tanto rispettare e che lascia le persone nell'oscurità.»

Per un momento ho smesso di domandare. So che certe regole sono difficili da accettare, l'ho sempre saputo. Ma difficile non è sinonimo di diserzione. Se infrangessimo le regole perché abbiamo idee diverse da esse, saremmo dei ribelli.

«Ora dove mi porti?»

«Nel mio posto. Siamo quasi arrivati. Così potremo riposarci un po'.»

«Il tuo posto?»

Poco dopo sbuca davanti a noi una specie di casa. Per metà affondata e per metà emersa. La porta di ingresso, per essere precisa, è sottoterra, l'accesso inizia dal secondo piano. Da una finestra. Poi c'è un tetto spiovente e di un rosso stinto che un tempo doveva essere molto vivo. Lasciamo il cavallo legato a una trave nella sabbia, e avanziamo annaspando e imbarcando terra nelle scarpe fino a raggiungere la finestra con i vetri rotti ma parzialmente staccati per non ferire chi entra. Natan mi porge la mano.

«Sei sicuro che sia una buona idea entrare?»

«Vieni a vedere.»

Ci arrampichiamo lungo una giuntura arrugginita che però tiene il nostro peso, e lui mi aiuta a scavalcare il davanzale. Saltiamo dentro e ci troviamo all'interno di una grande stanza obliqua, poiché le assi sono mezze affondate di lato, dove ogni cosa pende a sinistra ma tutto è pulito e in ordine, come fosse un vero alloggio. Di duecento anni fa. E per qualche ragione le cose sono immobili e non slittano.

Middle Ground Chronicles - SELINADove le storie prendono vita. Scoprilo ora