Ci fu un gran daffare per organizzare la spedizione: carichi di provviste; armi quali balestre, lance e scudi; ruote di scorta e torce pronte all'uso.
«Hanno intenzione di passare un anno nelle terre senza controllo?» chiese un soldato che metteva casse sul carro dall'alba.
«E io che ne so? Questa è la lista e questo è il carico. Dobbiamo solo preparare i carri» rispose un altro soldato.
«No, quelle provviste servono per la scorta. Voglio che sia ben nutrita e che non perda tempo a cacciare» chiarì il capitano Muscatt. «Dov'è quello sbarbatello?»
«Sbarbatello?» domandò il tenente Stell.
«L'impiccione!»
«Latrine, capitano! Latrine!»
«Lo voglio nel mio ufficio tra dieci minuti.»
Il tenente lo andò a chiamare e glielo portò.
Talos era sporco come mai era stato: a furia di scavare latrine era lercio di fango e terra.
«Fai schifo! Va' a prendere un secchio d'acqua al pozzo e datti una sistemata.»
Il ragazzo obbedì e si pulì meglio che poté. Si ripresentò all'ufficio del capitano, bussò ed entrò una volta ottenuto il permesso.
«Vieni avanti» gli fece cenno Muscatt. «Domani all'alba partiremo e io voglio sistemare la questione con te» proseguì, intrecciando le braccia. «Come ti ho già detto sono disposto a chiudere un occhio riguardo al licantropo. L'ho già fatto per Maurice e credo che tu e la tua amica maga vi siate trovati in mezzo a quella situazione diciamo per caso, o comunque non per vostra volontà. Abbiamo già cominciato a verificare lo stato di servizio degli uomini e il tenente e io siamo d'accordo sul non ammettere reclute che nemmeno sanno tenere in mano una spada.»
Talos rimase impassibile di fronte a quelle parole: se l'aspettava.
«Grazie, signore!»
«Puoi andare.»
Muscatt credeva di dover affrontare qualche lamentela, invece niente.
Talos era deluso e amareggiato, ma dovette accettare la decisione dei suoi superiori. Aveva anche pensato di uscire di straforo dalla caserma e seguire la comitiva a debita distanza, ma una mossa simile l'avrebbe portato a essere congedato, se non peggio. Mancavano poche ore alla partenza e si ritrovò a pensare alle parole di Muscatt.
"Reclute che non sanno tenere in mano una spada". Maledizione! Devo diventare più abile e farmi valere. Altri soldati andranno in missione. Una missione importante capiterà anche a me, un giorno. Devo darmi da fare e migliorare. Un mese a scavare latrine mentre gli altri si esercitano...
Talos afferrò di nuovo in mano la pala e riprese a scavare.
I suoi compagni proseguirono l'addestramento esercitandosi nei duelli con le armi più varie e tirando con l'arco.
In caserma c'era sempre più movimento e Muscatt e Stell convocarono i dieci migliori soldati a loro disposizione subito dopo il pasto serale.
Erano in una stanza più ampia e spoglia dell'ufficio del capitano. C'erano delle panche vicino alle pareti, ma tutti erano in piedi, i soldati sull'attenti e Muscatt e Stell in posizione di riposo.
«Vi ho convocato per una missione importante. Il nostro imperatore e re Battigar di Atla desiderano aprire un canale di comunicazione con i regni di Volr e Fertia e noi siamo chiamati a proteggere il loro ambasciatore, il barone Aristides Pius Lavart di Montier» spiegò Muscatt. «Dovremo viaggiare attraverso le terre senza controllo. Sarà dura, ma sembra che avremo dalla nostra una mezza dozzina di spettri.»
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Lo spettro di Amarax
FantasyQuando incontrano uno spettro, una creatura frutto di un incantesimo e proveniente dalla città dei maghi, la vita di tre ragazzi cambia radicalmente. Alira seguirà lo spettro per realizzare il proprio sogno di diventare una maga provetta, Talos si a...