Gavister aveva un occhio tumefatto, ma riuscì comunque a vedere Katu voltarsi e partire nella direzione opposta assieme agli altri.
«Perché l'hai fatto uscire?» chiese Hugai nella propria lingua, dopo essersi seduto.
«Non l'avevi vietato!» rispose Oga'Teh.
«È vero. Hai fatto un buon lavoro, finora. Mi assicurerò che Katu lo lasci stare domani.»
«Per l'occhio ci vuole il dohru.»
«Va' a prenderlo.»
Oga'Teh si affrettò, mentre Hugai rimase dov'era.
Gavister sentiva la sua presenza e, anche se il golgothiano l'aveva difeso, non pensava né di potersi fidare né di essere al sicuro.
«Dove volevi andare?»
Gavister esitò prima di rispondere.
«Allora?» insisté Hugai, punzecchiandolo con il piede.
«Volevo rivedere gli altri prigionieri.»
«Menti!»
Un brivido percorse la schiena del ragazzo.
«Volevi scappare di nuovo, ma Katu te lo ha impedito. Dovrei ucciderti per questo.»
Non era per questo che mi picchiava. Voleva solo farmi male.
«Hai provato a lottare, anche se avrebbe potuto ucciderti. Ancora poco e vedrò se ho avuto ragione a portarti con me.»
Gavister sospirò.
«La Muhtak mi ucciderà, vero?»
«Non è certo!»
«Cosa succederà se sopravvivrò?»
«Ti unirai al mio clan e potrai diventare una delle mie lame.»
«E se non volessi?»
«Nessuna scelta. O così o la morte.»
«Sono uno schiavo, alla fine.»
«Puoi essere libero nel mio clan.»
«Libero? Sono in un luogo in cui non voglio stare e non posso tornare a casa. Cosa significa questo? Che sono uno schiavo!»
«È un tuo pensiero, ma la verità si può vedere con occhi diversi.»
«E la mia spada? Dov'è finita? Ci sono molto affezionato!»
«La riavrai nella Muhtak, se lo desideri.»
«Perché non prima? Perché non ora?»
Era una domanda stupida e Gavister lo sapeva.
«La useresti per uccidere e finiresti ucciso a tua volta. Resta nel Pta'Mon e pensa solo a sopravvivere.»
«Come si svolge questa prova?»
«Lo scoprirai quando sarà il momento. È proibito dirlo prima del previsto a chi deve affrontarla.»
«Perché mi hai fatto curare?»
«Lo prevedono le regole.»
Oga'Teh arrivò di corsa con una tavola di legno tra le mani. Gavister capì subito che la poltiglia sopra di essa era un medicamento per l'occhio nero.
Hugai si alzò e se ne andò, mentre Oga'Teh cominciò a curare il ragazzo.
«Ahia!» urlò Gavister al suo tocco.
«Katu ha colpito forte?»
«Sì, quello ha una forza micidiale. Si dà tante arie...»
«Il capoclan ha parlato e nessuno ti toccherà più fino alla Muhtak.»
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Lo spettro di Amarax
FantasyQuando incontrano uno spettro, una creatura frutto di un incantesimo e proveniente dalla città dei maghi, la vita di tre ragazzi cambia radicalmente. Alira seguirà lo spettro per realizzare il proprio sogno di diventare una maga provetta, Talos si a...