5; Nora

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Mio padre mi lascia all'entrata di una libreria e con Lorenzo torna a casa. Entro e saluto Nicole, proprietaria della libreria, con un sorriso per poi gironzolare tra gli scaffali.

La libreria non è molto grande, gli scaffali sono alti e ho sempre amato le piante che trovi in giro con cui Nicole la decora in continuazione.
Da piccola ricordo che rimanevo seduta sul pavimento a leggere per ore, mentre mia madre parlava di cose noiose con Nicole, in quel periodo erano molto amiche.

"Ei tesoro, tutto bene? Non vieni qui da un pò ormai." mi chiede Nicole affiancandomi, mentre io sfoglio dei libri.
"Si, ho avuto da fare."
"Stai bene? Nora mi ha detto che avete litigato, mi dispiac-"
"Tranquilla, ne è passato di tempo ormai." esclamo senza neanche guardarla, sento il suo guardo su di me, sul mio corpo dimagrito un sacco dall'ultima volta che ci siamo viste.
"Ascolta, Soph, non so cosa sia successo tra te e Nora, ma lei-"
"Prendo questo."
"Eh?"
"Compro questo" ripeto, guardandola in faccia.

È diversa dall'ultima volta, ha qualche rughetta in più e ha fatto i capelli più scuri. La sua pelle è sempre bianchissima ed è una cosa che ho sempre amato di lei.
L'ultima volta che sono venuta da lei è stato quasi due anni fa, le mie condizioni peggiorarono e per molto tempo rimasi in ospedale, poi una volta tornata a casa non uscivo quasi mai.

"Oh, ok allora."
Prende il libro dalle mie mani e si allontana da me.
Lo mette in una busta e me lo porge, le dò i soldi per poi ringraziarla e uscire dal negozio.

Nora Altieri.
La figlia di Nicole.
Diventammo amiche alle medie, passavamo tutti i giorni insieme e ormai eravamo come sorelle.

Ma questa amicizia è durata solo fino ai nostri 14 anni, era ormai un anno che sapevo della mia malattia ma ancora non lo sapeva nessuno.
Gli unici a saperlo come ho già detto eravamo io, i miei genitori, Lorenzo e i medici. Ed è così ancora oggi.

Anzi... lo venne a sapere anche Nora.
Fu il motivo della nostra allontananza.

Eravamo in camera mia, la mattina andai in ospedale per delle visite e il pomeriggio invitai Nora a casa.
Io mi sedetti sul letto e lei sulla sedia accanto alla scrivania come sempre, e parlavamo di tutto, dei ragazzi a scuola, dei pettegolezzi ecc.

Ma non mi accorsi di una cosa.
Quando tornai dall'ospedale rimasi ben visibili i fogli con tutte le informazioni della mia malattia sulla scrivania.

Appena arrivata Nora non ci fece caso, era occupata a parlare con me, ma quando io scesi giù per prendere due bicchieri d'acqua, lei si appoggiò alla scrivania e vide tutto.
Entrai in camera e appena vidi lei con quei fogli in mano, i due bicchieri mi cadderò tra le mani e andai verso di lei cercando di levarle i fogli dalle mani.

Non volevo.
Non volevo che lo scoprisse, non in quel modo, volevo che non lo sapesse mai. Sapevo che fosse sbagliato ma lo volevo e basta. Non volevo essere trattata in modo diverso, come una bambina, come se potessi rompermi se non stai attenta a come ti comporti con me, solo perché ero malata.

Nora si arrabbiò un sacco, era infuriata per non averglielo detto. Non ricordo neanche tutto quello che mi disse perché in quel momento non l'ascoltavo.
Non potevo neanche prendermela con lei per aver letto i miei documenti, erano sulla scrivania e poteva leggerli chiunque si avvicinasse ad essa.

Ricordo solo che Nora buttò i fogli sulla scrivania e se ne andò. Pensavo che sarebbe tornata prima o poi, che avremmo fatto pace come sempre, non poteva essere cosi incazzata.
Ma non fu così, infatti sono passati due anni e io e Nora non parliamo più.
Nei corridoi della scuola ci ignoriamo completamente, è come se la nostra amicizia non fosse mai esistita.

Mio padre venne a sapere del nostro litigio da me, gli raccontai tutto. Quando i miei tornarono a casa io stavo ancora pulendo i bicchieri rotti da terra, le lacrime mi offuscavano la vista e senza accorgermene i vetri mi tagliarono.

Quella fu l'ultima volta che piansi.
Il giorno dopo iniziai ad allontanare tutti i miei amici, non volevo che soffrissero per colpa mia.

Ma comunque c'è da dire che ringrazio Nora nonostante tutto. Non disse a nessuno di me, della mia malattia, neanche a sua madre. Quando tornai a scuola temevo che tutti mi fissassero, temevo che Nora l'avesse detto a qualcuno e si sarebbe sparsa la voce per la scuola, ma invece no.
Mantenne il segreto e le sono grata.

***
Esco dalla libreria e vado in un parchetto lì vicino.

Mi stendo su una panchina e chiudo gli occhi. Sono stanca e l'idea di dover tornare a casa a studiare mi fa venire voglia di buttarmi giù da un burrone.

"Ma che cazzo..." esclamo asciugandomi la fronte bagnata con il polso.

"Pensavo avessi caldo."

Apro gli occhi ma li chiudo subito dopo per colpa del sole.

"Tieni." esclama il ragazzo, mettendomi i suoi occhiali.
Gli spingo via le mani e mi aggiusto gli occhiali ancora accecata dal sole.
Mi metto seduta e lo guardo.

"Perché diavolo mi hai buttato l'acqua in faccia?"
"Pensavo fossi morta." esclama ridacchiando come sempre Mirko Trovato.

***

maneggiami con cura. || ★mirko trovatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora