"Le analisi dicono che non mangi molto eh Soph?" mi chiede Daniel, il giovane dottore che è ormai il mio migliore amico.
"Invece si." rispondo sbuffando, mentre gironzolo per la stanza osservando i vari oggetti, anche se so ormai tutto a memoria.
"Sophia devi mangiare, ci sono dei miglioramenti, possiamo ancora farcela."
"Smettetela di illudervi, tornerà tutto come prima, quante volte sono migliorata? E quante volte sono tornata peggio di prima?" butto fuori voltandomi verso di lui, sono stanca di tutte queste cazzate.
"Ma-"
"Io vengo in ospedale solo per far contenti i miei genitori, per fargli credere che ci sia una speranza, per farli felici, non vogliono accettare che prima o poi me ne andrò e lo capisco. Ma Daniel io sono già morta da tempo, dovete solo aprire gli occhi e smettere di affidarvi a queste stupide analisi che vi danno solo una speranza inutile." esclamo calmandomi, guardandolo negli occhi, fermando qualsiasi cosa stesse per dire."Chiamerò tuo padre più tardi per aggiornarlo comunque." risponde distogliendo l'attenzione da me per passarla ai documenti davanti a lui.
Sospiro ed esco dalla stanza ormai rassegnata, alla fine posso capirli, nessuno vorrebbe accettare la morte di qualcuno a cui tiene, ma non voglio che fingano che non ci siano rischi. Posso morire, è questa la verità, quella che devono accettare.
Mi dirigo verso il distributore automatico e prendo una bottiglina d'acqua, entro nell'ascensore che mi porta al piano terra.
"Possiamo andare" esclamo a mio padre e a Lorenzo.
Mio padre, al telefono come sempre, saluta la persona con cui sta parlando e si alza dalla sedia.
"Com'è andata?" mi chiede, mentre usciamo dall'ospedale.
"Dice che ci sono ancora dei miglioramenti, ha detto che dopo ti chiamerà."
"Va alla grande allora, vedrai che andrà tutto bene." esclama con un sorriso, mettendomi un braccio intorno alle spalle e dandomi un bacio sulla testa, prima di riprendere il suo telefono per fare una chiamata.Roteo gli occhi per quel suo modo di fare e mi avvicino a Lorenzo.
"Ma me dici che ci facevi con Trovato ieri sera?" esclama e subito roteo gli occhi, perché le persone non si fanno gli affari loro?
"Ma stai ancora ubriaco Lorè?" chiedo voltandomi verso di lui che mi mette un braccio intorno alle spalle.
"Oh è inutile che fai la scema tanto me l'hanno detto stamattina a scuola."
"Ma che vuoi è lui che si è avvicinato a rompere il cazzo."
"Me chiamavi."
"Se certo che vuoi fà un'altra rissa Lorè?"
"Se quello ti rompe il cazzo che devo fà scusa?"
"Te devi fà un po' di cazzi tuoi, ecco che devi fà."
"Oh calmati o dico a papà che ieri sera hai bevuto, t'ho visto e sai che non puoi."
"Zitto Lorenzo!" esclamo dandogli una gomitata nelle costole, per poi entrare in macchina."Posso guidare?" chiedo a mio padre e lui e Lorenzo si voltano a guardarmi.
"Assolutamente no."
"Dai ho 16 anni, Lorenzo perché può guidare la tua auto e io no?"
"Perché fra poco fa 18 anni e poi tu mi spaventi." risponde mio padre, ridendo insieme a Lorenzo.
Sbuffo e appoggio la testa al finestrino, osservando l'enorme ospedale di fronte a noi."Quando farai 18 anni guiderai la mia auto ok?" esclama poi mio padre mettendo in moto.
"Se ci arrivo." esclamo e come mi aspettavo in auto cade il silenzio, con Lorenzo che mi rimprovera con lo sguardo dallo specchietto retrovisore.Ma aspettate... so che siete confusi.
"Se ci arrivo?"
Ebbene si...Forse ci tocca ricominciare dall'inizio....
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Ho sempre pensato a come sarei morta, e soprattutto quando.Ho sempre pensato a come sarebbe stata la mia vita in futuro, sarei riuscita a realizzare i miei sogni?
Volevo avere una famiglia, viaggiare per il mondo, godermi la vita.Ma nella vita non sempre va tutto liscio.
Quando a 13 anni i medici mi dissero di essere malata tutti i miei sogni, tutto il mio mondo si frantumarono.
Smisi di scrivere, di andare a scuola, di uscire. E solo la mia famiglia sapeva della mia malattia.Ogni giorno combattevo contro qualcosa più grande di me, i medici continuavano a dire che in qualche modo sarebbero riusciti a salvarmi.
Ma io non ci speravo più.
All'inizio avevo paura, volevo guarire, ma poi mi sono stancata di illudermi e ho accettato la realtà.
Ero malata e presto sarei morta.Ecco la verità.
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maneggiami con cura. || ★mirko trovato
ChickLit'𝓜𝒊𝒓𝒌𝒐 𝓣𝒓𝒐𝒗𝒂𝒕𝒐 & 𝓢𝒐𝒑𝒉𝒊𝒂 𝓩𝒖𝒓𝒛𝒐𝒍𝒐' - Morte. Una parola, un miliardo di paure. Siamo sempre stati convinti che non pensandoci sarebbe arrivata il più tardi possibile. Ma quando meno te lo aspetti la trovi là, alla porta pronta...