19; papà

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"Non ho fame t'ho detto!" urlo a mia madre, che per la centesima volta è fuori camera mia a dirmi di mangiare qualcosa.

Ma non ho fame.

Sono a letto da ieri sera, sono le cinque del pomeriggio e non mangio da quasi ventiquattrore. Mia madre continua a chiedermi cos'ho, ha chiesto anche a Lorenzo di parlarmi ma continuo a dirgli che non ho niente, sono semplicemente stanca. Certe volte mi capita, arrivano delle giornate dove mi sento di merda e passo ore e ore a letto a dormire, ma non perché sono triste o qualcosa del genere, semplicemente sento come se il mio corpo dovesse riposarsi da tutto lo stress accumulato.

E ora mi sta accadendo, probabilmente penserete che io sia triste per Mirko, ma in realtà non lo so.
Mi spiace per quello che è accaduto, ma non so come reagire.
Non so neanche cosa sia successo esattamente, è successo tutto così velocemente.
Non so cosa significhino tutte le emozioni provate con Mirko,
la voglia di baciarlo appena i miei occhi incrociavano i suoi,
i nostri baci che non sembrano mai abbastanza,
il desiderio delle sue mani sulla mia pelle.

Non ho mai provato queste cose, allontano chiunque ragazzo ci provi con me, ma con Mirko è stato diverso.
Al lago qualcosa in me si è acceso, desiderando qualcosa che mi ero sempre negata.

Non so perché, non so perché Mirko mi...piace?
Non so nemmeno se è cosi

E non so se io piaccio a lui.
Sembrava offeso ieri, ma qualcosa in me non vuole fidarsi di lui.

È meglio che mi stia lontano, e che non succeda più nulla tra di noi.
Sarà tutto più semplice.

"Soph, sono papà. Apri la porta?" chiede mio padre bussando alla porta di camera mia.

Mio padre è l'unico a cui dico tutto, ma questa volta non posso.
"Ciao papà no tranquillo sto bene solo che non so se mi piace una persona e l'ho anche allontanata da me per paura di stare male. Ah questa persona è Mirko Trovato, si il ragazzo con cui Lorenzo ha fatto a botte e che mamma non sopporta."
Dovrei dirgli questo? Passo.

Mi alzo dal letto e mi guardo allo specchio.
Orribile.
Coda più che disordinata, felpa enorme rubata da Lorenzo e due occhiaie enormi.

Apro la porta e mio padre mi compare davanti.

"Ehi, ma non hai caldo?"
"Si ma stanotte avevo freddo e mi scoccia cambiarmi." esclamo sbadigliando e mi butto di nuovo sul letto.
"Comunque, andiamo a fare un giro?" sapevo me l'avrebbe chiesto.
"Non mi va."
"Dai, ci compriamo un bel gelato."

***
Ed eccoci qua, seduti su una panchina in un parco con i nostri enormi coni gelati.

Vengo qui con mio padre da quando ero piccola, è abbastanza lontano da casa nostra ma ogni volta che mi vede arrabbiata o triste mi porta qui, e non riesco mai a dirgli di no.
Non mi chiede mai cos'ho, aspetta che inizi a parlare io e l'ho sempre ringraziato per questo. Non insiste mai e passerebbe ore e ore in questo posto ad aspettare che io stia meglio prima di tornare a casa.

Ma questa volta resto in silenzio anch'io, e stranamente è mio padre a interrompere il silenzio.

"Mi fa piacere che tu e Nora vi siate chiarite, ma tu non mi sembri molto felice."
"Si lo sono, non è per lei che sto così."
"Così ammetti di avere qualcosa?" chiede guardandomi. Io guardo il panorama davanti a noi continuando a mangiare il mio gelato.
Davanti a noi si vede il mare, uno dei miei posti preferiti.
"È che... non lo so. Non sto né bene né male, perché comunque sono felice per alcune cose, tipo aver fatto pace con Nora, ma triste per..." esclamo voltandomi verso di lui. "Aver litigato con Alex per esempio." continuo, non è esattamente una bugia, è pur sempre uno dei motivi del mio malumore.
"Stai vivendo nella fase di mezzo allora. Non stai bene, ma non stai neanche male e ti capisco. Vivere in questo limbo è davvero devastante perché non riesci a dare sfogo al dolore, questo perché non hai un vero e proprio dolore, ma non riesci nemmeno a vivere serenamente. Sbaglio?"
"Quando mai sbagli papà? Sei fastidioso a volte." esclamo e mio padre ride. Mi guarda ancora non convinto però.
"Sicura che sia solo per Alex?"
"In effetti no. Sono anche un pò stanca per colpa della malattia, e poi..." esclamo, guardo mio padre e mi viene voglia di raccontargli tutto, mi fido ciecamente di lui, ma non posso. "È successa una cosa, ma... mi spaventa e ho pensato fosse meglio "allontanarla""
"E te la stai negando come fai con tutto. Posso chiederti cos'è?"
"È imbarazzante." esclamo voltandomi dall'altro lato. Chi figlia parla con suo padre dei suoi "problemi d'amore"?
"Aspetta... è un problema di cuore?"
eccolo. Ma perché capisce tutto?!
"Mi rifiuto di rispondere."
"Ho capito. Ma voglio dirti una cosa, ovvero che devi essere consapevole che non sarà mai facile mettere d'accordo cuore e cervello, soprattutto alla tua età. Ma questo vale anche per quando sarai adulta. I miei per esempio non si danno neanche del tu da anni e ho il doppio dell'età tua. Ma sei giovane Soph. Fà quello che ti senti di fare senza farti mille pare, se vuoi una cosa non negartela. La vita è una, e bisogna godersela nonostante i mille casini che ci sono, noi dobbiamo essere più forti e fidati se ti dico, che tu lo sei. Anche se a volte non te ne rendi conto e ti butti giù, non hai fiducia in te stessa ed è una cosa bruttissima, perché se non ti fidi di te stessa allora come puoi fidarti di qualcun'altro?"

***
"Stai meglio?"
"Direi di si. Grazie."
"Non ringraziarmi, sei mia figlia." esclama mio padre lasciandomi un bacio in testa. Usciamo dall'auto e vediamo Lorenzo uscire di casa per entrare nella macchina con i suoi amici. Ma non riesce a stare a casa per una sera?

"Buonasera signor Zurzolo." esclama un amico di Lorenzo attirando la nostra attenzione.
"Ciao ragazzi!" saluta mio padre per poi avvicinarsi alla loro auto. Metterà in imbarazzo Lorenzo lo so, e amo quando lo fa.
Rido quando vedo Lorenzo cercare di allontanarlo con la mano ma mio padre continuare a parlare con i suoi amici.

Li guardo e seduto in macchina sui sedili posteriori vedo Mirko.
Lo guardo, ma poi si gira e mi vede. Distolgo subito lo sguardo ed entro in casa.

Lo vedrò ovunque e fingere che non sia successo niente sarà difficile.

Passo la sera sul divano con i miei genitori a guardare un film, ma la mia mente è altrove.
Ripenso in continuazione alle parole di mio padre.

"Perché se non ti fidi di te stessa allora come puoi fidarti di qualcun'altro?"

***

maneggiami con cura. || ★mirko trovatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora