La mattina dopo arriva prima del previsto, appunto non ho disattivato la sveglia che ho messo ieri mattina e ho aperto gli occhi che non sono nemmeno le sette.
Mi passo entrambe le mani sul viso, ancora esausto. Sbuffo e mi giro dall'altro lato, verso la finestra, e la luce del sole mi acceca.
<< Ma che cazzo. >> borbotto infastidito, alzandomi per chiudere la persiana.
Ritorno a letto e giro il cuscino dalla parte fredda, provando a riaddormentarmi.
Non mi stupisco quando, venti minuti dopo, ancora sono intento a rigirarmi nel letto, sudato come un maiale e incazzato nero.
<< Vaffanculo. >> impreco alzandomi in piedi, rischiando un improvviso giramento di testa , prima di tirar fuori un paio di boxer dal cassetto dell'armadio e andare in bagno.
Apro il getto ghiacciato dell'acqua ed entro in doccia, maledicendo la mia stupidità, la sveglia, il sole, la finestra e il caldo asfissiante.
Forse anche me stesso.
Due ore dopo, intorno alle dieci, decido finalmente di scendere giù a fare colazione.
Butto giù del caffè freddo e mangio un cornetto preconfezionato, collego le cuffie bluetooth al telefono e me ne vado in garage, dove faccio il pieno di benzina al mio motorino.
Con ancora la musica a palla nelle orecchie, mi siedo sul vecchio sedile di un'auto, tirando fuori erba, cartine e un filtro.
Provo a girare una canna migliore rispetto a quella di ieri sera, e il risultato è quasi commovente che non posso non condividerlo con qualcuno.
L'idea di affacciarmi oltre la recinzione della casa dei vicini mi balena in testa, e chi sono io per non fare altre figure di merda?
Uno scemo, ecco cosa sei.
Mi alzo e tolgo le cuffie, avvicinandomi al cancello d'entrata, non notando però nessuno sotto al portico.
Sbuffo, poi noto la persiana della finestra alzata, il vetro spalancato e ciò mi porta a prendere altri sassolini fra l'erba, lanciandone uno direttamente nella camera senza rifletterci su.
Perché sei scemo, Mattia.
Nessuno si affaccia alla finestra, e io valuto l'idea di scappar via come un deficiente, ma poi una testa riccioluta e bionda sbuca fuori, guardandomi dall'alto con i suoi occhioni verdi.
E adesso?
Mi guarda confuso, ed io non lo biasimo nemmeno stavolta.
<< Vieni a fumarti una canna con me? >> domando dal nulla, e dopo aver realizzato ciò che ho effettivamente chiesto quasi scoppio a ridere da solo, ma il biondo scompare.
Non lo biasimo nemmeno adesso.
Il cancelletto si sblocca, lui esce fuori dalla porta di casa e mi raggiunge oltre il cancello.
<< Una canna? >> chiede.
<< Fumi? >> domando io.
<< No. >> risponde.
<< Vabbè, mi guardi, vieni. >> lo invito, iniziando a camminare come se fossi sicuro che lui iniziasse a seguirmi.
Mi stupisco quando me lo ritrovo al mio fianco, un sorriso spontaneo sbuca sulle mie labbra.
Mi segue fin dentro il garage, dove lo invito a sedersi sul sedile su cui prima ero seduto io. Prendo la canna e mi siedo a terra, al suo fianco, voltandomi poi verso di lui.