A volte nella vita io mi chiedo cosa mi abbia portato a conoscere persone così dipendenti da qualcosa.
Certo, io sono dipendente dall'erba e da Jacopo, ma questo non giustifica il fatto che io debba fare da guardia ad un coglione dipendente dall'alcol, che esagera ogni volta in cui gli si chiede di non farlo.
Siamo nel solito parcheggio illuminato a stento da un lampione malmesso, Giorgio ha la schiena chinata e i palmi sulle ginocchia mentre butta fuori tutto quello che ha bevuto in una catena di versi disgustosi.
Stavo beatamente ballando con Arianna e Jacopo quando Giorgio mi ha raggiunto correndo, mi ha preso entrambe le mani e ha iniziato a saltellare, le pupille enormi e gli occhi rossi, i capelli appiccicati alla fronte e la camicia sporca.
D'un tratto si è fermato, ha lasciato andare le mie mani ed è corso fuori, portandomi a seguirlo perché chissà cosa aveva intenzione di fare.
Non mi ha stupito molto vedere il suo vomito, dopotutto si sarà scolato già due litri di qualcosa, e sono soltanto le undici e mezza.
Passo una mano sulla sua schiena, lui si raddrizza e si pulisce le labbra con la manica della camicia, poggiandosi ad una macchina grigia alle sue spalle.
<< Perché bevi così tanto? >> gli chiedo.
<< Ma che cazzo ne so. >> borbotta sconnesso, passandosi entrambe le mani in faccia con fare rassegnato.
<< Davvero, Gio, non ti andrà sempre bene, che risolverai tutto con un po' di vomito e qualche ora di sonno. >> spiego serio.
<< Sto già meglio, Matti, tranquillo. >> mi rincuora. << Rientriamo? Ho sete. >> chiede.
Questo è fuso.
<< Mi assicurerò che tu prenda solo un bicchiere di succo di frutta. >>
Giorgio tira un calcio ad un sassolino sull'asfalto, le mani nelle tasche dei jeans e lo sguardo basso. << Tra te e Jacopo come va? >> chiede curioso.
<< Normale, perché? >> domando, chissà come appariamo agli occhi degli altri.
<< Vi amate, Mattia, è evidente, perché non ve li godete sti sentimenti tanto forti? È bello amare, non preoccuparti del dopo, che così vivi male prima. >>
Sospiro. << So dove vuoi arrivare a parare. >> mi fermo d'un tratto, guardando i suoi occhi. << Sei una metà mancante difficile da completare, Giorgio. Ricordati però che difficile non è sinonimo di impossibile, le metà sono per tutti, arriverà anche per te, non sei impossibile da amare. >> lo sprono, anche se non ricorderà mai ciò che ho detto perché sta nella sua dimensione.
In risposta lui annuisce non molto convinto, come se credesse che l'amore non è stato destinato a lui. Porto un braccio intorno alle sue spalle, riprendendo a camminare per rientrare in discoteca.
<< Controllalo. >> dico ad Edoardo quando finalmente raggiungiamo gli altri.
<< Ma io sto meglio. >> controbatte Giorgio, guardandoci accigliato.
<< Nce pare. >> dice Edoardo guardandolo dalla testa ai piedi, la camicia sporca di vomito così come le scarpe.
<< Voglio stare con... Ginevra. >> borbotta passandosi una mano sul viso.
<< Ginevra? >> chiede Edoardo, iniziando a guardarsi intorno per provare a scorgere la capigliatura rossiccia della ragazza. << E mo a trovamo a Ginevra. >> dice affranto.