Qualche ora dopo mi rigiro nel "letto", colpendo Jacopo con un braccio e rischiando di ritrovarmi con la testa nel camino siccome non ho fatto bene i calcoli e mi sono mosso troppo.
<< Mattia, ma stai attento! >> urla Jacopo nel mio orecchio, e se non fosse la cosa più bella del mondo in quest'istante lo avrei volentieri colpito con uno schiaffo.
Ha gli occhi ancora chiusi, come al solito mi ha rubato il cuscino e sonnecchia ancora con le braccia piegate sotto al cuscino, a pancia in giù. Le ciglia lunghe, due occhiaie belle evidenti e le lentiggini chiare ovunque.
<< Cosa cazzo ti urli? >> gli chiedo io, dandogli una gomitata nel fianco sinistro.
<< Ma state zitti! >> ci rimprovera Arianna, lanciandoci una scarpa che mi colpisce la pancia.
Scoppio a ridere manco un pazzo, Jacopo che mi segue a ruota.
<< Due rincoglioniti. >> borbotta Arianna girando la testa dall'altro lato.
Due ore dopo svolto nel vialetto di casa mia, parcheggiando il motorino nel garage.
Jacopo balza giù e si toglie il casco, passandolo a me in modo che io possa posarlo.
<< Si nota che ho bevuto? >> mi chiede parandosi davanti a me, rischiando di inciampare nella ruota anteriore.
<< Direi di si, sei più brutto del solito. >> gli dico indicando le sue occhiaie.
Sfilo anch'io il mio casco, scendendo dalla sella.
<< Pure! >> esclama lui, stupito.
Si sistema lo zaino sulla spalla, guardandomi con i suoi occhioni chiari. << Davvero? >> chiede.
<< Si nota che hai bevuto, ma non sei brutto. >> lo rassicuro con un mezzo sorriso imbarazzato. << Anzi. >> aggiungo, forse fuori di me, forse il filtro bocca-cervello ha iniziato a non funzionare.
<< Addirittura. >> dice Jacopo con un sorriso che non mi piace per niente, come se avesse in mente qualcosa per farmi perdere ulteriormente la ragione.
Si avvicina a me, parandosi ad un palmo dal mio viso, provocando una scossa di terremoto tremenda all'interno del mio stomaco.
<< Mia madre se ne accorgerà? >> domanda.
<< Se resti con me no. >> dico scuotendo le spalle, fiero dopo aver esposto questo piano geniale.
<< Odia il fatto che io esca troppo. >> ripete. << E pensa io mi faccia le canne con te. >> ammette.
<< Non te lo farò fare, su questo può stare tranquilla. >>
<< Resta il fatto che esco troppo e non studio. >> continua poggiandosi con la schiena alla sella del motorino.
<< Tu con noi ti diverti? >> gli chiedo.
<< Se non mi fossi divertito non sarei stato qui, con te, adesso. >> risponde. << Non avrei passato le notti con voi, non avrei passato pomeriggi interi con te e molto probabilmente non ti avrei nemmeno detto il mio nome. >> elenca. << Mia madre questo non lo capisce. >> borbotta sottovoce con lo sguardo basso.
<< Tu gliene hai parlato? >>
<< Non mi ascolta. >> risponde arreso. << Vado. >> mi comunica. << Però prima... >> inizia a dire, continue capriole compie il mio stomaco, rischiando di farmi vomitare tutto ciò che ho mangiato ieri sera.