Non ho la benché minima idea di che ora sia, so soltanto di avere la sabbia nelle orecchie e un crampo al braccio per via di Sara, che vi ci è addormentata sopra.
Edoardo sta dormendo sulla sua pancia, Jacopo sta dormendo sul mio petto mentre Arianna e Alessandro sembrano due stelle marine, gambe aperte e braccia pure.
Giorgio e Ginevra, al contrario di noi altri, non stanno dormendo.
Beh, nemmeno io a dir la verità.
Passo piano una mano tra i ricci scompigliati di Jacopo, il fiato leggero di Sara che si infrange sul mio collo, ma tutta questa pace è disturbata dal continuo russare di Edoardo, e io non capisco come Sara faccia a non svegliarsi avendo letteralmente un trattore sulla pancia.
<< A che ora devi partire? >> sento chiedere a Ginevra.
Alzo per un attimo lo sguardo, scorgendo appena tra il buio della notte lei seduta in riva al mare e Giorgio disteso accanto a lei.
<< Alle sette. >> risponde lui. << Secondo te si alzano questi? >> domanda riferito a noi, che sembriamo sprofondati nel mondo dei sogni.
Io no, però.
<< Non credo proprio. >> dice lei ridacchiando.
Entrambi sospirano, Edoardo pare essersi trasformato in una ruspa.
Mi sporgo per tirargli uno schiaffo sulla spalla, lui non si smuove di una virgola ma pare diminuire l'intensità del suo russare, almeno per il momento.
<< Strano che tu non abbia bevuto. >>
<< Penso che mio padre mi avrebbe lasciato qui da voi dopo avermi malmenato e che mi avrebbe lasciato morire dissanguato a terra. >> risponde Giorgio, forse esagerando.
<< Esagerato. >> ribatte per l'appunto la ragazza accanto a lui.
<< No, per niente. >> continua a reggere la sua teoria. << Se non fosse stato per te quest'estate l'avrei passata pieno di lividi. >>
<< Mi dispiace. >> sussurra lei, io alzo di poco la testa per controllare in che posizione siano.
Dovrei farmi i cazzi miei.
Intravedo la mano di Ginevra intrecciarsi a quella di Giorgio, poi ritorno con la testa sulla sabbia a guardare il cielo immenso al di sopra della mia testa.
<< Non ho mai capito perché bevi così tanto. >> pensa a voce alta lei.
<< All'inizio era quasi divertente, è bello non capire niente. >> risponde lui. << Però la devo smettere, non voglio morire a vent'anni. >> prova a convincersi.
<< Me lo prometti? >>
<< Te lo prometto. >> risponde lui, poi lo sento sospirare. << Ricordi quando, sempre da ubriaco, ti chiesi se potevo baciarti? >> riesce a chiedere, io spalanco gli occhi sorpreso.
<< Si. >> dice lei. << Ti dissi di no perché credevo non stessi pensando a quello che stavi dicendo. >> si giustifica.
<< Quando sono ubriaco sono sincero. >> ammette lui. << Ma ho fatto tardi a dirtelo, adesso non ha senso. >> bofonchia.
<< Ha senso, invece, possiamo vederci anche durante l'inverno, lo sai? >> chiede lei.
<< Perché dovresti volermi vedere anche durante l'inverno? >> domanda lui confuso.