-Coming out-

38 4 21
                                    

Alle sei e cinquantadue del pomeriggio mi sveglio di soprassalto, chiedendomi quando mi sia addormentato perché proprio non mi ricordo.

Ho la saliva ai lati delle labbra, segno che ho sbavato sul cuscino, il lenzuolo aggrovigliato intorno ad una caviglia e le mutande incollate al culo per quanto sono sudato.

Che schifo.

Mi passo una mano sul viso, strizzando gli occhi quando il sole del tramonto mi colpisce in pieno la faccia.

Ha smesso di piovere, finalmente.

Mi alzo dal letto, andando in bagno per fare la mia solita doccia.

Come mi ha consigliato mia madre, anziché asciugare i capelli con l'asciugamano, applico la spuma e della crema, asciugandoli con il diffusore e ritenendomi più che soddisfatto del risultato.

Sorrido al mio riflesso, ma poi inizio a risentirmi scemo ed esco dal bagno di corsa, entrando in camera e vestendomi in fretta prima di scendere in garage.

Mi rendo conto di aver indossato due calzini differenti, ma me ne sbatto altamente e mi siedo sul vecchio sedile, scrivendo a Jacopo.

Mattia:
Vieni.

Jacopo:
È un obbligo?

Mattia:
Ti pare io abbia messo anche un punto interrogativo?

Jacopo:
Arrivo.
Dove andiamo?

Mattia:
Al fiume no che ci riempiamo di fango.
Lungomare?

Jacopo:
Andata.
Dammi due minuti.

Mattia:
Muoviti.

Jacopo:
Ti manco già?

Mattia:
Ma che.

Dopo esattamente due minuti, mentre mi preparo una canna, lo vedo arrivare.

<< Ciao. >> mi dice.

<< Sembri ancora ubriaco. >> gli faccio notare. << C'hai una faccia. >> continuo.

<< Sempre bello sono. >> si vanta scuotendo le spalle.

Indubbiamente, Jacopo.

Mi tiro su e gli passo la cartina mezza storta, chiedendogli di aggiustarla mentre metto la benzina nel serbatoio del motorino e prendo i caschi.

Cinque minuti dopo siamo entrambi sulla sella, Jacopo che ancora sta provando a chiuderla e il mio braccio sul punto di cedere siccome gli sto porgendo il casco da quelle che sembrano ore.

<< Fatto. >> dice finalmente.

Mi passa la canna rollata perfettamente e si prende il suo casco, anche se non lo indossa subito.

<< Ma ti muovi? >> gli chiedo, guardandolo male attraverso uno specchietto retrovisore.

Con una mano sposta la manica sottile della mia maglietta sulla spalla, arrotolandola e facendomi corrucciare la fronte perché che cazzo stai facendo, Jaco?

Bacia lo stesso punto che ha baciato stamattina, il mio cuore si ferma d'un colpo.

Ora svengo.
Crollo a terra.
Mi metto a piangere.
Urlo.
Faccio qualcosa.

Al contrario di quello che credevo di star per fare, resto zitto a fissare il mio riflesso nello specchietto, le guance rosse e un sorrisetto stronzo sul viso di Jacopo.

Entanglement Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora