-Pochi giorni-

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Quando è estate si perde la cognizione del tempo, dei giorni che passano troppo in fretta.

Oggi, 22 agosto, mi si stringe il petto in una morsa asfissiante al solo pensiero che tra poco più di una settimana dovrò tornare a casa, alla mia vera casa, quando dovrò salutare i miei amici, quando dovrò salutare Jacopo.

Sono a casa sua, nel suo letto, sono le nove del mattino e il biondo accanto a me non ha la benché minima intenzione di alzarsi, anche se dovremmo andare a mare con gli altri.

Un succhiotto ben evidente giace sul suo collo, i capelli scompigliati e le labbra grandi. Come ogni mattina da quasi un mese a questa parte, mi sveglio con questa vista mozzafiato davanti agli occhi, lo stomaco che si attorciglia su sé stesso quando il mio cervello arriva a pensare che mi restano poche mattine per ammirare questo.

<< Amore. >> sussurro vicino al suo viso, ricevendo in cambio un mugugno infastidito.

Mollo un bacio sulla sua bocca, le labbra che si espandono in un sorriso.

<< Buongiorno. >> dico.

<< Buongiorno. >> borbotta con la voce ancora impastata di sonno, iniziando a stiracchiarsi le braccia e le gambe.

<< Dovremmo muoverci. >>

<< Non mettermi fretta, ho bisogno di almeno dieci minuti per capire dove mi trovo. >> dice con ancora gli occhi chiusi, le lenzuola tirate fin sopra le orecchie come se facesse freddo.

<< Sei nel tuo letto con il tuo ragazzo, ti basta? >> chiedo, che siamo davvero in ritardo e Ginevra non mi risparmierà qualche insulto.

<< Si, direi di si. >> dice, poi si mette a sedere sul materasso e continua a stiracchiarsi.

Si china a darmi un bacio veloce. << Muoviti, siamo in ritardo. >> lamenta prima di alzarsi e uscire dalla camera.

<< A me lo dici "muoviti"? >> gli chiedo, ma sono sicuro che non mi abbia sentito.

Quando Jacopo indossa il casco, sedendosi dietro di me, mi rendo conto che né io né lui abbiamo uno zaino.

<< Ma lo zaino? >> chiedo.

<< Ah. >> scende dalle nuvole. << Vero. >> ammette.

<< Amò, ma che cazzo. >>

<< Vado a prenderlo. >> dice scendendo dal motorino, attraversando di nuovo tutto il
giardino per rientrare in casa sua.

Sara:
Jacopo.
E ovviamente anche Mattia.
Dove cazzo siete?

Mattia:
"Foto"
Sul motorino.
Jacopo non si muove.

Jacopo:
Mattì ma lo zaino dove l'hai messo?

Mattia:
È casa tua.

Jacopo:
Ma tu l'hai preso l'ultima volta!!

Mattia:
Aspetta.
Cristo Santo.
Arrivo.

Edoardo:
E dai, porca puttana!

Alessandro:
Dai amore mio, calmati.

Ginevra:
Quest'altro ritardatario.

Alessandro:
Sono sotto casa di Arianna da quindici minuti.
È lei che è in ritardo, noi io.

Arianna:
Non rompere il cazzo anche tu!
Piuttosto sali, mi prepari lo zaino mentre faccio colazione.

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