-Ti amo-

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Qualche ora dopo mi sveglio imprecando, che ieri mattina non ho tolto la sveglia che avevo impostato per andare da Jacopo, sveglia che tra l'altro non mi è neppure servita siccome non ho dormito.

Mi guardo intorno, sentendomi sotto effetto di chissà quale sostanza, mentre la musichetta fastidiosa della sveglia si fa spazio nella mia stanza, riecheggiandomi nelle orecchie come una radio rotta.

<< Cristo. >> impreco ancora, passandomi con rabbia le mani sul viso prima di alzarmi di scatto e spegnere la sveglia con un pugno brusco sul display del telefono, lo schermo che poi rivela una foto di Jacopo, foto che gli ho scattato quando siamo andati a ballare.

Aveva la maglietta sporca di alcol ed era già ubriaco marcio, a parte ciò si reggeva ancora in piedi, aveva sul naso un paio d'occhiali da sole rubati ad uno sconosciuto e le luci blu e verdi fanno da sfondo, l'indice e il medio alzati ad entrambe le mani, a fare il gesto della "vittoria" e le labbra a mandare un bacio, e forse proprio per questo l'ho messa come sfondo.

Jacopo:
Sei sveglio?

Mattia:
No.
Tu che ci fai già sveglio?

Jacopo:
Che ne so.
Mi sono svegliato a caso.
Vengo da te?

Mattia:
Muoviti.

Pessima idea, Mattia, sei inguardabile.

Impreco di nuovo, rigirandomi dall'altro lato e portando il lenzuolo fin sopra le orecchie, provando a nascondermi da Jacopo che sicuramente sarà più presentabile di me.

Ovviamente.

Una mano passa lenta tra i miei capelli, scompigliandoli più di quanto non lo siano già ma al contempo trasmettendomi una sensazione di pace, tranquillità, quotidianità.

Ho la guancia sinistra premuta contro il cuscino, le lenzuola a coprire addirittura le orecchie e un braccio a penzoloni dal bordo del letto, che Jacopo schiaccia non appena si siede.

<< Amò! >> impreco, provando a sfilare il braccio da sotto il suo culo.

Mi rigiro a pancia in su, mettendomi a sedere.

<< Tu non eri sveglio? >> mi chiede con un sorriso raggiante, io ancora con un occhio chiuso e uno aperto.

<< Si. >> rispondo. << Poi mi sono riaddormentato, credo. >> dico grattandomi la nuca, imbarazzato.

<< Sei incredibile. >> dice lui, avvicinandosi a me per darmi un bacio sulla bocca.

<< Non mi sono lavato i denti. >> lo fermo con una mano sul petto, lui pare fregarsene.

<< Quindi? Secondo te potrei resisterti fino a quando non alzerai il culo e andrai a lavarti i denti? >>

<< Se ci tieni a te stesso. >> scuoto le spalle.

<< Usa la bocca per altro, per favore. >> mi zittisce, rincollando di nuovo le sue labbra alle mie.

Con una mano sul mio viso mi fa ristendere, lui si posiziona su di me con il busto. Continua a baciarmi come se non mi vedesse da secoli, respirando profondamente nella mia bocca, alternando morsi e leccate, le nostre lingue a danzare insieme che contribuiscono a crearmi vuoti nello stomaco, colmati dalla pienezza che provo nel petto.

<< Con altro intendi... altro altro? >> chiedo allontanandomi, le nostre bocche producono un grosso schiocco.

Ma puoi pensare sempre male, imbecille?

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