Una mia giornata solita non inizia mai normalmente, nessuna lo ha mai fatto, sicuramente nessuna lo farà mai.
Vengo svegliato di soprassalto da un forte boato proveniente da fuori, che qualcosa dev'essere appena esploso perché non è possibile che anche con la finestra chiusa il suono sia stato così forte. Jacopo, steso accanto a me, dorme tranquillo con una mano sotto al viso, sembrando quasi imbronciato.
Do un'occhiata al display del mio telefono, notando che sono appena le otto del mattino.
<< Ma sarai scemo? Potevi ucciderti! >> sento mia madre strillare proprio sotto la mia finestra.
<< Ti avevo chiaramente detto di reggermi la scala! >> controbatte mio padre.
<< Dovevo andare a prendere il secchio! >> si giustifica.
Mi passo una mano sul viso, stanco già delle loro urla, alzandomi in piedi per andare a vedere cosa stia succedendo nella speranza di non svegliare Jacopo.
Anche se, se non si è svegliato con quel trambusto, la vedo difficile che si svegli.
Apro la finestra e il sole già alto in cielo mi colpisce in pieno il viso, facendomi strizzare gli occhi, accecato.
<< Oddio, è Gesù! >> esclama mio padre non appena mi nota, aprendo le braccia come se avesse appena assistito ad un miracolo.
<< Ma hai sbattuto la testa, tesoro? >> gli chiede mia madre, evidentemente preoccupata.
<< Ho fatto solo un volo di un metro e mezzo, tranquilla. >>
<< Ma che avete combinato? >> domando io, confuso.
Il sole continua ad accecarmi, costringendomi a tenere una mano sulla fronte per farmi ombra, che davvero non vedo un cazzo.
Scorgo la scala a terra, mio padre che adesso si massaggia la schiena e mia madre sconvolta, forse anche esaurita.
<< Volevo appendere un vaso, ma tuo padre è un coglione! >> spiega, riservando un'occhiata di fuoco a mio padre, che la guarda offeso.
<< Tu mi hai lasciato in bilico tra la vita e la morte e il coglione sono io! >> si difende, incrociando le braccia al petto.
<< Te l'avevo detto che sarei andata a prendere il secchio! >> continua mia madre, non intenzionata a perdere la discussione.
<< Va bene, ci vediamo dopo. >> li saluto richiudendo la finestra.
Mi giro e vedo Jacopo che ancora dorme, la felpa attorcigliata sui fianchi e il lenzuolo sul pavimento, il culo in mostra e devo smetterla di guardarlo.
Tiro fuori una sigaretta dal pacchetto, portandola alle labbra prima di realizzare che non ho un accendino che funziona, e che quindi dovrò mettere sottosopra l'intera stanza per trovarne uno.
Esausto, controllo nel cassetto del comodino, e a parte i preservativi, i fazzoletti e delle cartine strappate male, non trovo nient'altro.
Recupero il preservativo pieno e il fazzoletto sporco da terra e li butto nel cestino sotto la scrivania, continuando la mia ricerca sempre facendo attenzione a non svegliare Jacopo, nonostante penso non senta nemmeno le cannonate in questo istante.
Trovo un vecchio accendino in fondo al cassetto della scrivania, che rivela funzionare alla grande, così accendo la sigaretta e lo metto sul comodino.
Mi metto di nuovo accanto a Jacopo, atterrando con un po' troppa violenza sul materasso e poggiando la schiena alla testiera del letto.