Capitolo 2 - Ruscelli Rosa

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Madeleine non aveva ancora finito di lavarsi la faccia quando sentì dei passi avvicinarsi. Fin da piccola aveva imparato a identificare ogni scricchiolio delle scale a una persona specifica. Sua madre, ad esempio, camminava con grazia, lentamente, tanto che a volte sembrava quasi non far rumore.

Quando era bambina, Maddie aveva l'abitudine di restare sveglia fino a tarda notte, immaginando elefanti ballerini, isole fatte di caramelle e milioni di farfalle che la trasportavano verso ruscelli di rose. Sua madre, Teresa, conosceva bene le difficoltà della figlia e senza farsi sentire entrava nella stanza. Si sdraiava accanto a lei, accarezzandole i capelli e ascoltando ogni dettaglio dei suoi sogni finché la bambina non si addormentava.

Madeleine avrebbe voluto fermare il tempo in quei momenti, ma come avrebbe presto imparato, le cose belle spesso avevano una durata limitata.

Un giorno Teresa smise di entrare nella camera di Maddie, e in realtà smise di muoversi del tutto. Aveva da poco scoperto di avere una malattia autoimmune che stava distruggendo le sue connessioni neuronali, fino a renderla incapace di qualsiasi azione. Due anni fa se ne andò serenamente, con la grazia che solo lei poteva mantenere, anche sul letto di morte.

"Sei ancora lì a guardarti allo specchio? Esci dal bagno, devo andare a lavorare!" urlò una voce dall'altra parte della porta, mentre batteva con le nocche sull'anta. Maddie guardò il suo riflesso una volta ancora: occhi gonfi, capelli ricci arruffati, il pigiama macchiato di muco, tutto contribuiva a darle un'aria stanca e spenta. Non era sicuramente una buona giornata per lei.

"Che fastidio questa ragazzina! stai lì a guardarti allo specchio tutto il giorno. Io me ne vado!" disse la voce.

Madeleine poggiò l'orecchio alla porta mentre sentiva Greta scendere le scale, prendere le chiavi e sbattere il portone d'ingresso.

Il padre di Maddie era partito poco più di una settimana prima per un convegno a Dubai, lasciando Greta, la sua fidanzata (o "futura moglie", come amava precisare lei ogni volta che veniva presentata), responsabile di tutta la casa.

Madeleine sentì un nodo allo stomaco. Non aveva nemmeno ancora indossato l'uniforme scolastico, ed era già tardi.

Il Saint Rose High School era la migliore scuola privata in Inghilterra, frequentata principalmente dai figli dei nobili, elitari e viziati.
Ogni ragazzino che metteva piede in quella scuola aveva almeno una volta parlato con la Regina.
Quelli che invece non avevano mai messo piede a Buckingham palace erano i nuovi ricchi: figli di calciatori, cantanti e attori. A compensare la loro poca classe ci pensavano i milioni che guadagnavano i loro genitori.
L' 1% dell'istituto era riservato alle giovani menti più brillanti del paese che non avevano la fortuna di essere nati in una culla d'oro.
I borsisti erano gli ultimi nella catena alimentare della Saint Rose e purtroppo per loro avevano l'ingrato compito di dover dimostrare ogni giorno di essere degni di far parte di un istituzione così prestigiosa.

Madeleine era un mix tra "new money" e "old money". Non sapeva esattamente che lavoro facesse suo padre, Non glielo aveva mai chiesto e lui non ne parlava.
L'unica cosa che maddie sapeva per certo era che suo padre non smetteva mai di lavorare.
Nemmeno durante gli ultimi giorni di vita di sua madre, era rimasto a casa dal lavoro. partiva per settimane senza dare segni di vita.

L'angoscia risalì in Madeleine, ma non poteva permettersi di perdere altro tempo. Era ora di prepararsi e prendere il treno per la scuola. Ultimamente preferiva prendere i mezzi di trasporto pubblici, solo per evitare quei quindici minuti in auto con Greta a parlare del suo "lavoro".

Greta rimaneva un mistero per Maddie. Da quando suo padre l'aveva portata in casa da chissà quale viaggio esotico, Madeleine aveva deciso di non prestarle alcuna attenzione. Ma il messaggio non era arrivato a Greta, che cercava costantemente di farsi accettare come la "nuova madre" di Maddie.

Le parlava di arte e musica quando c'erano altre persone presenti, ma la vera natura di Greta emergeva quando rimaneva da sola con la figliaccia, con commenti passivo-aggressivi e microaggressioni quotidiani.

Maddie pensò a quanto fosse patetico il ruolo da matrigna cattiva di Greta. Il telefono di Madeleine vibrò, interrompendo i suoi pensieri. Finalmente decise di rispondere.

"Pronto?" disse la voce di una ragazza.

Maddie rimase in silenzio.

"Pronto Madeleine, stai bene? Ti sto aspettando davanti al cancello esterno per la riunione con il preside, ma non ti vedo. Sei già dentro? Mi senti?"

Cassandra Smith era quella che si avvicinava di più al concetto di amica per Maddie, che non ne aveva molte. La maggior parte delle ragazze con cui Madeleine era cresciuta avevano calendari pieni di feste reali, domeniche al club di polo ed estati in uno yacht a Monaco.

Non che la vita di Madeleine fosse tanto diversa da quella delle sue compagne ma non riusciva ad incastrarsi del tutto nella vita mondana e frivola.
Sua madre le aveva insegnato a vivere diversamente.

Madeleine era figlia di Carlo De Santo Bauer, un immigrato argentino di seconda generazione che aveva costruito la sua fortuna nell'importare e rivedere auto di lusso, creando una azienda multimilionaria partendo da zero. Nonostante il suo duro lavoro, Carlo faceva fatica ad integrarsi nel mondo della lobby inglese,dove c'erano gli investitori, perché era composta principalmente da "old money" anche chiamata " ricchezza generazionale".

Madeleine si era sempre chiesta se questo fosse il motivo per cui suo padre avesse sposato sua madre che faceva parte di una famiglia a cui era rimasto solo il titolo nobiliare e che sapeva muoversi perfettamente nel mondo elitario Inglese. anche perché i suoi genitori non avevano mai mostrato di essere effettivamente innamorati l'una dell'altra.

"Ehi... dove sei?" continuò la voce al telefono.

"Cassandra, sono ancora a casa. Non sto tanto bene.. Non so se farò in tempo per la riunione... puoi sostituirmi?" Chiese Madeleine.

Maddie, a soli quindici anni, era la rappresentante più giovane del consiglio studentesco che la Saint Rose avesse mai avuto. Nonostante il suo scarso carisma, era stata scelta dal preside per i suoi eccellenti risultati accademici negli ultimi anni, almeno così le era stato detto. Vista l'importanza del ruolo, le veniva chiesto di incontrare il preside una mattina al mese prima delle lezioni per scambiarsi informazioni e tenersi aggiornati sul andamento della scuola, un incontro che il preside paragonava alla visita del primo ministro alla regina.

"Ti prego dimmi che stai scherzando! Non posso farla io, la riunione." rispose Cassandra.

"Prendi un taxi. Ma vieni subito!"

Cassandra apparteneva alla classe media-bassa, un peccato mortale agli occhi dei compagni della Saint. Quello che quei ragazzini snob non sapevano era che Cassandra aveva più probabilità di tutti loro di diventare primo ministro.

Eccelleva in tutte le materie ed era la presidente del club di dibattito, una posizione che non piaceva affatto al figlio del vero primo ministro Inglese, Thomas Harrison, che aveva tentato più volte di rimpiazzarla senza successo.

Sarebbe dovuta essere Cassandra la rappresentante degli studenti, se non fosse stato per la decisione del consiglio di scegliere Madeleine Bauer Rosenthal al posto di una ragazza anonima con una borsa di studio.
A Cassandra era stato offerto il ruolo di vice rappresentante e lei aveva accettato immediatamente, sapendo che avrebbe aiutato il suo ingresso ad Oxford o Yale.

"Va bene, mi vesto velocemente ed arrivo." rispose Maddie, asciugandosi le lacrime con la manica del pigiama.

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