Capitolo 20 -Berlina Grigio scuro

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30/11/15

Nicholas era uscito di casa presto quella mattina, il sole appena sorto illuminava debolmente la strada mentre montava sulla sua moto. Il rombo del motore riempiva l'aria fresca, mentre si dirigeva deciso verso casa di Maddie. Aveva un obiettivo chiaro in mente: incontrare Medeleine per ottenere qualche informazione. Nicholas non era riuscito a dormire pensando che Carlo Bauer nascondeva qualcosa e voleva arrivare al fondo della questione.

Ma non era solo la curiosità a guidarlo. C'era qualcosa di più profondo che lo spingeva verso Maddie quella mattina. Voleva farsi perdonare per qualcosa che non riusciva a esprimere a parole. il pensiero continuava a tornare a quella scena dove maddie in lacrime usciva dal bar di Momo, avrebbe dato tutto pur di non sentire la sensazione di rifiuto che aveva provato in quel momento.

le lacrime di maddie gli facevano uno strano effetto. quando l'aveva conosciuta in quel maledetto treno con la testa china sul tavolino mentre singhiozzava avrebbe voluto coprirla, abbracciarla, estrarle il dolore che aveva addosso. senza nemmeno sapere che cosa lo avesse provocato. Ma quando l'aveva finalmente portata a wantage e suo zio l'aveva trattata così male e lei con gli occhi lucidi non aveva reagito qualcosa era scattato in Nicholas, nemmeno lui sapeva bene cosa provasse.

Il ragazzo dagli occhi azzurri ghiaccio non aveva intenzione di chiedere scusa direttamente, il suo orgoglio glielo impediva. Così aveva deciso di fare un gesto concreto: andare a prendere Maddleine a casa e accompagnarla  a scuola con la sua moto. Sperava che questo potesse dimostrare le sue intenzioni sincere.

Quando arrivò davanti alla casa di Maddie, il cuore gli batteva forte. Spense il motore e rimase un attimo fermo, respirando profondamente. Sapeva che quel momento poteva cambiare le cose tra lui e la ragazza del treno, e si preparò mentalmente prima di avvicinarsi al cancello.

Nicholas provò ad entrare nel vialetto di casa, ma fu subito bloccato da uno dei domestici. L'uomo, con un'espressione seria, gli comunicò che era stato bandito dalla proprietà e che non poteva permettergli di entrare. Questo rifiuto accese un fuoco dentro Nicholas. Senza esitare, cominciò a urlare a squarciagola il nome di Maddie, la sua voce rimbombava nell'aria del mattino.

"Madeleine! Maddie!" gridava, ignorando gli sguardi preoccupati dei domestici e dei vicini che iniziavano a uscire dalle case.

Dopo alcuni minuti, la porta principale si aprì con violenza, Carlo Bauer uscì con passo deciso. Aveva il viso teso e gli occhi pieni di rabbia. Senza nemmeno un momento di esitazione, si avvicinò a Nicholas, affrontandolo con durezza. dietro di lui ,in vestaglia, Greta guardava preoccupata la situazione.

"Tu!" esclamò Carlo, la sua voce carica di disprezzo. "Figlio di una prostituta, come osi venire qui?!"

Nicholas sentì quelle parole come un pugno allo stomaco,  e senza pensarci due volte, colpì l'uomo con un pugno al volto. Carlo barcollò indietro, portandosi una mano alla guancia, ma non reagì. Rimase fermo, fissando Nicholas con uno sguardo di ghiaccio, mentre un sottile filo di sangue gli colava dall'angolo della bocca. L'aria intorno a loro si fece pesante, carica di tensione.

''Parla di nuovo così  di mia madre e vedi che fine ti faccio fare!'' Bisbiglio Nicholas avanzando minaccioso verso un ormai sanguinante Carlo che non indietreggiò.

"AIUTO! AIUTO! QUALCUNO CHIAMI LA POLIZIA!" urlò Greta, con una voce che rimbombava nell'aria.

''Greta.. CHIAMA I VICINI!  CHE  VEDANO..QUESTO TEPPISTA! E' FIGLIO DEL SINDACO BENSON!''

Esordi Carlo,Non c'era traccia di paura nel suo grido; al contrario, il suo tono era carico di un'intenzione fredda e calcolata. Carlo non stava cercando protezione, ma voleva che Nicholas finisse nei guai. Ogni parola era scandita con precisione, mirata a far scattare una reazione nei presenti, a far sì che qualcuno intervenisse e costringesse Nicholas a pagare per ciò che aveva fatto. Non era la paura a muoverlo, ma una rabbia contenuta che voleva vedere il giovane punito.

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