La porta si aprì con un cigolio sottile, e Nicholas entrò in casa cercando di non fare rumore. L'orologio sul muro segnava quasi l'una di notte. Avrebbe dovuto essere a casa ore prima, ma dopo la lite con Madeleine, il giovane ragazzo aveva solo voglia di viaggiare in moto per le strade vuote londinesi. Con il respiro trattenuto, si diresse verso le scale, sperando di evitare un confronto.
Ma non appena fece un passo nel corridoio, una voce fredda e autoritaria lo bloccò sul posto.
"Nicholas."
La luce del soggiorno era accesa, e suo padre sedeva sul divano, con le braccia incrociate e lo sguardo duro fisso su di lui. Sembrava che non si fosse mosso da lì tutta la sera, aspettando proprio quel momento. Nicholas sentì un'ondata di fastidio attraversargli il petto.
"Che ci fai ancora sveglio?" sbottò Nicholas, con un tono che tradiva l'irritazione. "Non sei mica il mio carceriere."
Suo padre non rispose subito. Lasciò che il silenzio si prolungasse, pesante e soffocante, prima di alzarsi lentamente in piedi. "Non mi costringere a fare il carceriere, allora!" disse con una calma minacciosa. "Se tu rispettassi le regole, non ci sarebbe bisogno di stare sveglio a quest'ora."
Nicholas digrignò i denti, sentendo la rabbia montare dentro di sé. "Le tue regole non hanno senso." replicò, cercando di mantenere la voce ferma. "Non sono più un bambino, smettila di trattarmi come se lo fossi."
Suo padre lo fissò con occhi di ghiaccio, una scintilla di delusione brillava in profondità. "Non ti sto trattando come un bambino, ma come qualcuno che non riesce a capire le conseguenze delle proprie azioni. Dopo quello che è successo a Plaistow, dovresti sapere meglio di chiunque altro, perchè non mi fido."
"Ti ho già detto che non ci metterò più piede, cos'altro vuoi che faccia?!" rispose Nicholas, alzando la voce. Sapendo di mentire.
"Non alzare la voce con me ragazzino! eravamo d'accordo: Io ti compravo la moto e tu rispettavi le regole!" ribatté suo padre, facendo un passo avanti. "È una questione di responsabilità. si era deciso che a mezzanotte massimo avresti dovuto essere a casa!''
Nicholas sentì la frustrazione esplodere dentro di lui. Ogni volta era la stessa storia. Suo padre non riusciva a vedere altro che le sue paure, le sue ansie, e non dava mai a Nicholas il beneficio del dubbio. Era stanco di essere trattato come se fosse incapace di badare a sé stesso.
"Sai cosa? Fai pure come vuoi." sbottò Nicholas, girandosi bruscamente verso le scale. "Ma non aspettarti che io rimanga sempre qui a farmi controllare come un ragazzino."
"Aspetta, un'ultima cosa.." disse suo padre. la sua voce diventò più fredda. "Madeleine la figlia di Bauer, non la devi più frequentare."
Nicholas si fermò sui gradini, sentendo il cuore battere furiosamente. Come faceva suo padre a sapere di Maddie e oltretutto come osava impedirgli di vederla?!
Ogni fibra del suo essere urlava di rispondere, di sfidare quell'autorità che gli stava addosso come una catena.
La rabbia gli oscurava la vista mentre si avvicinava al padre, fermandosi a pochi passi da lui. I loro sguardi si incrociarono, due fuochi che bruciavano di intensità diversa, ma con la stessa determinazione.
"Chi ti ha detto di Maddie?" chiese Nicholas con la voce più tagliente di quanto avesse voluto. Voleva delle risposte, voleva capire come suo padre avesse scoperto della loro relazione.
Theodor non si mosse, restando immobile e inflessibile come una statua. "Non importa chi sia stato!" rispose con un tono glaciale, senza mai distogliere lo sguardo dal figlio. "Ma su questo non transigo. I Bauer sono una famiglia di disgraziati, e ti assicuro che la figlia non sarà diversa da suo padre. Fidati di me."
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I COLORI CHE HAI DENTRO
Teen Fiction🥇Amore adolescente 🎖scuola privata - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - Nicholas è un ragazzo della periferia Londinese, la cui vita è segnata da gravi problemi familiari. Fin da giovane, Nicholas si ritrova a fare da genitore a sua mad...