Capitolo 23

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Madeleine, esasperata, corse fuori dalla stanza per inseguire Nicholas. Il cuore le batteva forte, ma la rabbia era più forte del nervosismo. Lo raggiunse nel corridoio, le mani tremanti mentre lo afferrava per un braccio, costringendolo a fermarsi.

"Qual è il tuo problema, Nicholas? Perché mi parli così?" chiese, con un tono pieno di frustrazione.

Nicholas si voltò lentamente verso di lei, gli occhi freddi come il ghiaccio. "Il mio problema? Io non ho nessun problema, Maddie. ti ho solo detto quello che pensavo," rispose con un tono sprezzante, il sarcasmo che stillava dalle sue parole. "Pensavo fossi più intelligente, ma evidentemente mi sbagliavo."

Madeleine Lo fissò incredula, la rabbia che ribolliva sotto la superficie. "Non è giusto! Tu non hai il diritto di trattarmi così! Non hai nemmeno idea di quello che sta succedendo!" gridò con la voce spezzata dall'emozione.

Nicholas alzò un sopracciglio, mantenendo la sua aria indifferente. "Oh, davvero? Pensi che non vi vedo? sguardi complici.. sorrisini.. baci davanti ai quadri ..Sembri divertirti abbastanza con Thomas... o sbaglio?" insinuò, con un sorriso freddo e distaccato.

Maddie sentì le lacrime bruciarle gli occhi, ma non voleva mostrarsi debole davanti a lui. "Non capisci proprio nulla! pensavo fossi diverso, Nicholas. mi hai ignorato per settimane ed adesso ti senti pure in diritto di farmi una scenata di gelosia?"

Nicholas abbassò lo sguardo per un istante, il sarcasmo che svaniva per un attimo. Ma subito si ricompose, tornando a indossare quella maschera di arroganza. "Scenata di gelosia? Io e te non siamo nulla, Maddie. Ci siamo scambiati due baci nulla di più... tanto hai già un altro da baciare no?."

Le lacrime di Maddie finalmente iniziarono a scendere lungo le guance, il dolore che le attraversava il cuore. "Perché mi stai facendo questo?" chiese, la voce rotta dalla tristezza.

Nicholas la guardò, gli occhi tradivano per un attimo una ferita profonda, ma subito riprese il suo solito atteggiamento. "Perché è più facile così." disse semplicemente, prima di girarsi e andarsene, lasciandola lì, sola e in lacrime.

Madeleine era ancora scossa dalla conversazione con Nicholas quando un forte rumore proveniente dalla stanza principale della festa la riportò bruscamente alla realtà. Il rumore fu subito seguito da un urlo, e senza pensarci due volte, corse verso la fonte del caos. Thomas che era rimasto nascosto e Nicholas la seguirono da vicino, e quando raggiunsero la soglia della porta, si trovarono di fronte a una scena che sembrava uscita da un incubo.

Cassandra, visibilmente ubriaca, stava in piedi accanto a un vaso rotto, i pezzi di ceramica sparsi sul pavimento. Gli occhi sgranati di Stephan, pieni di rabbia, erano fissi su di lei mentre le urlava contro, senza un briciolo di compassione. Maddie corse immediatamente verso l'amica, il cuore in gola mentre cercava di capire se si fosse fatta male. Cassandra, con gli occhi lucidi e confusi, balbettava delle scuse, cercando di spiegare che avrebbe potuto ripagare il vaso, ma Stephan non voleva sentire ragioni.

"Lo sapevo che non dovevo invitarti a casa mia!" gridò Stephan con la voce carica di disprezzo. "Quel vaso vale dieci volte la casa dei tuoi genitori! Lo capisci, brutta pezzente!"

Le parole velenose di Stephan riecheggiavano nella stanza, provocando un silenzio carico di tensione. Ma il silenzio durò solo un istante, perché prima che Stephan potesse finire la sua frase, Nicholas si mosse con la velocità di un fulmine. Con un pugno ben assestato, colpì il padrone di casa con tale forza che quest'ultimo indietreggiò di due passi, sorpreso e vacillante.

La stanza sembrava trattenere il respiro mentre Stephan, toccandosi la guancia arrossata, guardava Nicholas con un misto di shock e furia. Thomas, ancora incredulo per la piega che aveva preso la serata, si mise subito tra i due, cercando di evitare che la situazione degenerasse ulteriormente. Maddie, stretta accanto a Cassandra, cercava di calmarla, ma sentiva il peso delle parole di Stephan e l'eco del colpo che Nicholas gli aveva dato. Era tutto troppo, troppo veloce, troppo violento, troppo reale.

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