Capitolo 24- Velluto Bordeaux

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16/05/1998

Nel cuore di Londra,una notte di maggio del 1998, Il Golden Cage, un club notturno esclusivo, si accendeva di vita con un'energia di lussuria e peccati.

Le luci al neon creavano un caleidoscopio di colori, riflettendosi sui tavoli e sui bicchieri di cristallo, mentre un fumo sottile danzava nell'aria, amplificando l'atmosfera provocante del locale. Il suono della musica jazz, basso e avvolgente, si mescolava al brusio delle voci, al tintinnio dei bicchieri e alle risate sguaiate di uomini che, in quella notte, non conoscevano limiti.

Era una serata speciale, un evento che segnava una transizione nella vita di Robert Lenchester, che 16 anni dopo sarebbe diventato il sindaco di Londra. I suoi amici e colleghi si erano riuniti per celebrare il suo imminente matrimonio, rendendo omaggio alla fine di un epoca di libertà selvaggia da parte del giovane politico. Tra questi uomini c'era un giovane Theodor Benson, appena trentatreenne,che iniziava a dare i primi passi nel mondo delle campagne elettorali. . I suoi occhi, azzurri con sfumature grigie che sembravano riflettere l'anima di un uomo già temprato dal mondo degli affari e della politica, osservavano l'ambiente con un misto di distacco e curiosità.

La loro tavolata era un'isola di euforia nel mare del locale. I bicchieri colmi di alcol giravano senza sosta, brindisi dopo brindisi, mentre le battute volavano accompagnate da risate sonore. Theodor, solitamente riservato e calcolatore, si lasciava andare all'euforia collettiva, almeno fino a quando qualcosa non catturò la sua attenzione. I suoi occhi si fermarono su una figura che sembrava emanare una luce propria, nonostante l'ambiente già saturo di luci e ombre.

Era una dea, una delle ballerine del locale. Aveva solo vent'anni, ma il suo portamento sicuro e la sua bellezza eterea la rendevano magnetica. I suoi lunghi capelli bruni, lucidi come seta, ricadevano morbidi sulle spalle, incorniciando un viso che mescolava innocenza e sensualità in un modo irresistibile. I suoi occhi, di un colore indefinibile tra il nocciola e il verde, brillavano sotto le luci del locale, e il suo sorriso, appena accennato, aveva un potere ipnotico.

Mentre Agatha si avvicinava al loro tavolo, il rumore e la confusione sembrarono svanire per Theodor. I movimenti della ragazza erano fluidi, quasi felini, e ogni suo passo sembrava studiato per sedurre senza sforzo. Quando si chinò per versare da bere, Theodor poté sentire il profumo dolce e inebriante che emanava, qualcosa di floreale e conturbante che lo fece respirare più profondamente. I loro sguardi si incontrarono, e in quel breve momento, sembrò che ci fosse solo loro due in tutta la stanza. Agatha lo guardava come se potesse vedere attraverso di lui, come se sapesse qualcosa che lui stesso ignorava.

Theodor Benson, normalmente freddo e impassibile, sentì un'ondata di calore salirgli dalla gola fino alla testa. Non era semplicemente attrazione, ma un'irresistibile curiosità mista a desiderio. C'era qualcosa in lei che andava oltre la sua bellezza; una scintilla di mistero, una profondità che lui non riusciva a decifrare. Per un attimo, dimenticò dove si trovava, chi era, e cosa stava facendo. Tutto ciò che desiderava era conoscere quella ragazza, scoprire cosa nascondeva dietro quegli occhi magnetici e quel sorriso enigmatico.

Mentre il resto del gruppo continuava a festeggiare, ridendo e urlando, Theodor era completamente assorto da Agatha. La guardava muoversi, servire i clienti, sorridere con quella sicurezza quasi provocante, e sentiva crescere in lui un desiderio primordiale. Non riusciva a staccare gli occhi da lei, come se fosse sotto un incantesimo. E forse lo era davvero, perché Agatha Collins, con il suo fascino sottile e potente, aveva già iniziato a tessere la sua tela attorno a lui, senza nemmeno rendersene conto.

Quella notte, Theodor Benson sarebbe cambiato per sempre, anche se ancora non lo sapeva. Ma in quel momento, tutto ciò che contava era lei, Agatha, la ragazza che, con un solo sguardo, aveva fatto vacillare il mondo sicuro e controllato che si era costruito.

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