capitolo 4 - Nera chioma

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La stazione era troppo affollata per essere un lunedì mattina di inizio novembre. Intorno a Nicholas si era formata una folla di turisti cinesi che ascoltavano attentamente la guida. Si girò con la coda dell'occhio verso Madeleine che guardava con determinazione verso di lui. Voleva raggiungerlo, dirgli di aspettarla, ma sembrava che ogni volta che cercava di avanzare, qualcuno le sbattesse contro. La stazione era affollata, piena di gente che si spostava in fretta da un lato all'altro, facendo da ostacolo al suo cammino.
Ogni passo che Maddie faceva sembrava essere interrotto da una nuova collisione accidentale con un'altra persona. Si scusava continuamente, cercando di evitare sguardi accusatori mentre si sforzava di fare spazio tra la folla.

"Scusa... permesso... mi scusi" mormorava la ragazza, cercando di non perdere di vista Nicholas, il cui capo si intravedeva appena oltre le spalle degli altri passeggeri.
Nicholas si fermò e sbuffò. Quando Maddie fu abbastanza vicina, le prese la mano e come si fa con i bambini, la trascinò con sé in mezzo alla folla. Madeleine cominciò a sentire il cuore battere, ma questa volta non era un attacco di panico;
La giovane donna lo osservava da dietro, mentre avanzava lentamente attraverso la folla del treno. guardava come la luce che giocava sulle sue ciocche di capelli scuri e sulle spalle larghe, lo rendeva ancora più affascinante.

I suoi pensieri si mischiarono tra il panico di non sapere dove stessero andando e la sensazione di protezione che le provocava il ragazzo.
Finalmente erano riusciti ad uscire dalla stazione dei treni e le meravigliose strade di Londra erano pronte a dargli il benvenuto.
Madeleine aveva compiuto 15 anni lo scorso inverno e il suo corpo si stava trasformando in quello di una bellissima donna. Non era solo la taglia di reggiseno in più e i fianchi più tondi; Tutto era cambiato da quando aveva tolto l'apparecchio che era stata la sua più grande insicurezza per anni. Da quel momento aveva cominciato a ricevere sempre più interessi e complimenti, ma lei faceva ancora fatica a riconoscersi.
La giovane donna si guardò di sfuggita nello specchio laterale di una macchina. con una certa frustrazione: il viso arrossato e gli occhi ancora gonfi per il pianto di poco prima non erano proprio il miglior biglietto da visita. I capelli, trascurati da giorni di tristezza, le cascavano in disordine sulle spalle. Con un gesto istintivo, cercò di coprire il rossore del viso trattenendo ciocche di capelli davanti agli occhi, quasi come se potesse nascondersi da Nicholas.
Sentiva di dover fare qualcosa per rimediare, almeno un po'. Con le dita cercò di pettinare i capelli, ma erano così aggrovigliati che sembrava impossibile sistemarli. Mentre continuava a cercare di nascondere il viso, Maddie si maledì mentalmente per non averci pensato prima.
"Ma cosa fai?" disse ridendo Nicholas mentre le spostava una ciocca di capelli dal viso. "Sei proprio strana!" le disse aiutandola a rimettersi indietro i capelli. Madeleine notò che lo sguardo freddo di Nicholas si era addolcito. Da quando avevano messo piede a Londra, il suo atteggiamento era sicuramente cambiato; rideva e parlava di più e sembrava meno infastidito da lei.

"Hai fame?" Chiese Nicholas, mentre percorrevano le strisce pedonali. La ragazza annuì.
Vicino alla stazione c'era un parco con qualche camioncino che vendeva ogni tipo di cibo fritto. Madeleine avrebbe preferito perdere un dito piuttosto che mangiare in un posto del genere, ma non aveva fatto colazione ed il suo stomaco cominciava a reclamare nutrimento.
Nonostante la nebbia, ogni tanto il cielo lasciava passare qualche debole raggio di sole che si posava sulla faccia di qualche fortunato, che si sentiva benedetto dalla sensazione di calore improvvisa.
I due ragazzi si sedettero su una panchina dopo aver ordinato due tranci di pizza e una bibita. Nicholas, masticando, prese iniziativa: "Posso farti una domanda?" Maddie annuì, pronta ad ascoltare.
"Perché piangi cosi tanto? Non è una critica è solo un osservazione. " Chiese il ragazzo svitando il tappo della bottiglia.
Le lacrime iniziarono a scendere. la ragazza cercò di trattenersi, ma era troppo tardi; le emozioni stavano già prendendo il sopravvento.

"Oggi è un giorno speciale.." riuscì a dire, nascondendo il viso tra le mani come se volesse scomparire nella giacca. "È il compleanno di mia madre, ed è mancata poco più di due anni fa." continuò, con  la voce soffocata dall'emozione.
"Capisco." disse Nicholas, mentre beveva la bibita.

"Dov'è sepolta?" chiese dopo un momento. La ragazza rimase in silenzio per un istante, colta di sorpresa dalla domanda così diretta su un argomento così delicato. Aveva imparato che le persone, di fronte alla perdita di una madre, spesso si rifugiavano in formule di circostanza, non sempre consolanti.

La mente di Maddie girava. Aveva visto troppo spesso gli altri balbettare frasi fatte come "mi dispiace tanto" o "le mie condoglianze", seguite da tentativi goffi di conforto come "sicuramente adesso ti sta guardando da lassù". Ma Nicholas sembrava diverso.

"È sepolta nel cimitero di famiglia a Windsdor." rispose infine Madeleine, con la voce ancora un filo tremante. "Non è lontano da qui."
"Che io sappia, dalla stazione centrale passano treni per Windsor ogni mezz'ora." disse Nicholas, mentre si alzava dalla panchina per buttare la bottiglia ormai vuota. "Andiamo." esclamò, porgendo a Maddie la mano per aiutarla ad alzarsi.

Madeleine avrebbe voluto andare a commemorare sua madre con suo padre, avrebbe voluto piangerla, darle tutto l'amore che si meritava.
Ma aveva aspettato invano da mesi che suo padre la portasse al cimitero.

"Andiamo!" rispose  la ragazza.

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