Capitolo 39.

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Apro la porta e la persona che mi trovo davanti mi mette i brividi.

Faccio per chiudere subito la porta ma mette il piede tra le fessura e spinge forte tanto da farmi vacillare per poi entrare in casa.

Cazzo.

Guardo Filippo sul divano della casa mia e di Alex.

"Non si saluta?"-mi chiede con uno sguardo indecifrabile.

Mi metto la mano sulla pancia come riflesso automatico.

"Vattene, non ho niente da dirti."-dico.

"Io si."-mi dice mentre guarda in giro.

"Siediti, non ti faccio nulla"-mi dice e io scuoto la testa.

"Sto bene qui"-dico solamente.

"Dai, non farmi incazzare."-dice guardandomi seriamente.

Sospiro e mi siedo sulla sedia.

"Sei ancora più bella con questo pancione"-mi dice guardandomi.

Rabbrividisco.

"G-Grazie.."-gli rispondo.

"Perché sei qui?"-chiedo.

Lui ignora la mia domanda e mi domanda.

"Ti ricordi quando volevamo noi un figlio? Non sai quanto l'ho desiderato con te, saresti stata un'ottima mamma"-mi dice guardandomi con uno sguardo strano.

Mi spavento e decido di mettermi la mano dietro la tasca del pantalone dove ho il cellulare per far partire la chiamata di emergenza che si attiva con un solo tasto.

Spero solo che si senta..

"Adesso mi fa proprio incazzare che tu abbia fatto sesso con quello lì. Cazzo!"-dice alzandosi di botto e mettendosi di fronte a me.

"Dimmelo! Dimmelo se è più bravo di me a scopare!"-dice mettendomi una mano sul viso e stringendomelo forte.

Cerco di togliergli la mano ma non riesco.

"Dimmelo cazzo"-dice mettendosi a due passi dal mio viso.

"Smettila! Sei malato! Vattene"-dico intimorita.

"Tu sei una stronza! ti sei fatta mettere incinta a posta! Con me tutte quelle storie, 'non voglio adesso un figlio siamo troppi giovani', sei una bugiarda cazzo!"-mi dice furioso e io lo guardo fingendo di non aver paura.

"Non lo volevo perché sei uno psicopatico!"-gli rispondo.

"Da quando in qua rispondi? Tu devi stare zitta o vi accadrà qualcosa di brutto. Ti toglierò la vita hai capito? Così con te morirá anche chi hai in pancia!"-dice avvicinandosi alla cucina e io ne approfitto per scappare via.

Mi chiudo a chiave in camera mia è di Alex mettendomi con le spalle vicino alla porta.

"Pronto? Emergenza, ci dica dove è!"-mi dice la ragazza al cellulare.

Prendo il cellulare per risponderle velocemente.

"Fate presto. Vi prego"-dico dandole l'indirizzo.

Sento i colpi che quel pazzo dà sulla porta dove sono io e mi metto le mani vicino alle orecchie per non sentirlo.

Mi allontano dalla porta perché potrebbe anche romperla.

Mando un messaggio ad Alex dicendo di sbrigarsi e lui mi risponde che sta arrivando.

Cazzo aiutatemi vi prego..

La porta si spalanca e capisco che sono spacciata.

Ingioio un groppo in gola.

"T-ti prego Filippo, non capisco cosa io ti abbia fatto..n-non farmi del male ti prego..sono sempre io, Livia.."-gli dico cercando di prendere tempo.

"Non me ne frega un cazzo. Tu dovevi essere mia. Cos'ha lui che io non ho? Dimmelo! O esco pazzo!"-mi dice bloccandomi contro il muro.

Giro la testa dall'altra parte per prendere aria.

Sento qualcosa di freddo vicino la gamba.

Il coltello..

Prego che qualcuno mi venga a salvare.

Le lacrime mi scendono dal viso incessantemente.

Sento che il coltello si avvicina alla mia pancia..

"Ti prego..n-non fargli del male, fallo a me, non c'entra niente lei.."-dico coprendomi la pancia con le mani.

Lui ridacchia.

"Che mamma premurosa."-dice ridendo.

"Non me ne frega proprio niente nè di te..e nè di lei"-dice conficcandomi il coltello nella gamba.

Grido dal dolore e cado a terra.

Poi ciò che succede dopo è tutto sfocato..vedo qualcuno entrare mentre io guardo la mia gamba sanguinante.

Sento qualcuno che mi chiama ma ormai ho chiuso gli occhi per la stanchezza.

*spazio autrice*
Non odiatemi! Non è come credete...

Destino ~ Alex wyseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora