3) Chat notturne

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Qualche ora più tardi tornai a casa mia.
Mia mamma mi stava aspettando impaziente da tutto il tempo, ci eravamo chiamate quando ero rimasta bloccata nell'ascensore ma non per molto tempo.
Sapeva solo che stavano arrivando i pompieri e che ero con un ragazzo.

<<Ginevra, come stai?>> Mi corse incontro abbracciandomi.
Odorava di detersivi, era probabilmente stata tutto il giorno a lavorare.

<<Bene dai, vado a struccarmi e poi vo a letto, sono stanca morta>>.
Non intendevo essere scortese, ma non potevo stare a parlare con lei per molto. Avevo altro da fare.
Senza protestare, mi lasciò andare via.

La verità era che volevo scrivere a Bill.
Potevamo finalmente parlare di nuovo, stavolta senza ansia e pressione, una conversazione genuina e tranquilla.

Entrai in bagno e come prima cosa mi infilai in doccia.
L'acqua fresca sulla pelle mi faceva sentire libera, niente più sudore, solo un profumo travolgente di frutti di bosco e altri saponi vari.

Una volta finita, mi avvolsi un asciugamano addosso e andai a lavarmi i denti.

Dopo mi struccai e feci un po' di skincare leggera.
Non avevo problemi di acne, avevo sempre avuto una pelle più o meno liscia.
Le imperfezioni però c'erano eccome, non potevo lavarmi con prodotti troppo aggressivi o sennò la mia pelle diventava come un pomodoro ed iniziava a bruciare.
È una delle condanne di chi ha la pelle troppo delicata.
Oppure, non potevo stare esposta al sole per un lungo periodo di tempo o mi ustionavo, anche con la protezione solare.
Per questo ero cadaverica.

Una volta fatto, spruzzai un po' di deodorante, misi un po' di crema idratante e mi vestii con il pigiama.

Corsi verso la mia camera e mi fiondai sul letto come se fossi un sacco di patate.
Mi dimenticai di chiudere la porta quindi dovetti rialzarmi per farlo, spensi anche la luce così da non dovermi più muovere e tornai a sedere sul letto.

Mi distesi sul materasso morbido e appoggiai la testa sul cuscino.
Guardai il soffitto e sospirai.

Era il momento.

Sbloccai il telefono e cercai Bill.
La Chat era lì, l'ultimo a cui avevo scritto quel giorno.
Il messaggio che gli avevo inviato era stato letto, questo voleva dire che il suo telefono era di nuovo carico.

Mi feci coraggio e ci entrai.

"Heiii" Scrissi.
Avevo paura che mi ignorasse.
Mi era successo di essere ignorata da ragazzi in passato, ma questa volta mi importava più delle altre.
Se non avesse risposto avrei fatto una figuraccia.
Erano passati almeno venti secondi e non aveva ancora risposto.

<<Andiamo, è ovvio che per ora non ti ha scritto, starà facendo qualcos'altro>> Cercavo di rassicurarmi sottovoce.

Lui non sembrava il tipo che ti parla una volta e poi sparisce, sembrava più uno di quei ragazzi a cui importa del prossimo.
E comunque, se non mi avesse voluto nemmeno più vedere, non mi avrebbe detto di scrivergli di sera.

Ero ancora sulla chat ad aspettare.
Guardavo le due spunte grigie senza mai distoglierne lo sguardo.

Quando ormai mi ero stufata e stavo per entrare su un social per passare il tempo, divennero blu.

<<SIII!>> Mi alzai a sedere di scatto emoziona.

Sotto al suo nome comparve la scritta sta scrivendo...

O mio dio!
Mi sto scrivendo con lui!
Continuavo a pensare.

"Hei, come va?"
Chiese.

Ah bo.
Stavo bene.

G:"Bene grazie, te?"
"Cosa fai di bello?"

B:"anche io sto bene dai"
"Ho appena finito di guardare un film, ti fanno paura gli horror? A me un po' si"
"Non so come farò a dormire stanotte :)"
"Te?"

G: "a me non Fanno alcun effetto"
"L'horror è il mio genere preferito"
"Non so, quei film mi tranquillizzano perché so che non potrà mai succedere niente del genere. È tutta roba finta"
"Comunque io mi sono appena coricata nel letto :)"

B: "beata te"
"Vorrei avere anche io questo coraggio"
"Stanotte mi toccherà dormire con Tom hahaha"
"Fa tanto il duro ma anche lui ha paura in fondo"

G:"che film avete visto? Così lo guardo anche io"

B:"nell'erba alta. È su Netflix"

G: "quello tratto dal libro di Stephen King?"

B: "si"

G: "ah"
"Ma non fa paura daii"
"Però è bellissimo"
"L'ho già visto"

B: "più che altro ti mette ansia"
"Ho paura che un giorno possa accadere anche a me"

G: "basta non andare in un campo di erba alta ;)"

B: "vai hahaha"
"Non ho più paura ora"

G: ";)"
"Visto?"
"Basta pensare che non potrà mai accadere una cosa del genere"

B: "effettivamente"
"Qual'è il tuo film preferito?"

G: "sai che non lo so"
"Posso dirti la mia serie preferita però"
"Sì chiama American Horror Story"
"Te?"

B: "già il nome dice tutto"
"Io preferisco di gran lunga i film romantici o comici"
"Non riuscirei mai a vedermi un intera serie horror"

G: "no ma questa non fa paura"
"La Rache è riuscita a vederne un episodio"
"Anche lei è come te"
"Ci sono anche relazioni amorose eh"

B: "Allora è un mix di ciò che ci piace"
"Un giorno me la farai vedere"

Questo voleva dire che mi voleva rivedere dal vivo!
Era tutto perfetto.

G: "va bene"

B: "hai voglia domani di andare in centro? Ci beviamo qualcosa e si parla"

ODDIO SI!

G: "Ci sto"
"Ti va bene alle 4/4:30?"
"Prima c'è troppo caldo"

B: "si ok"
"Attireremo l'attenzione di tutti :)"
"Vestiti sgargiante così avranno un vero motivo per guardarci ;)"

Anche lui aveva i miei stessi identici problemi.
Non mi ero mai sentita più capita da qualcuno.

G: "intendi che devo venire vestita da furry?"

Mi stavo scrivendo con un bel ragazzo ma il mio tocco di ironia non poteva assolutamente mancare.
Era quello il mio segreto per far si che qualcuno si interessasse a me.
Oltre all'aspetto bisogna essere anche simpatici, no?
Togliendo l'ironia non ero più io.

B: "esatto, quello che intendevo"
"Hahaha, apparte gli scherzi, non vestirti troppo pesante o schianti di caldo"

G: "si okk"
"Di solito a che ora vai a dormire?"
"Se sei stanco dimmelo eh"
"Ci manca solo che ti tengo sveglio tutta la notte"

B: "non preoccuparti"
"Proprio perché oggi è stata una giornata impegnativa dormirò all' 1"
"Di solito mi addormento alle 3"
"Di certo non mi stai dando noia"

G: "anche io"

La conversazione andò avanti per almeno un'ora e mezza.
Tutto il tempo mi sentivo il cuore martellarmi nelle orecchie.
Mi stavo davvero scrivendo con lui.
Non era un sogno.
Potevo dirlo in quel momento?
O era troppo presto ancora?
Un pochino mi piaceva.

Vedendo che si stavano quasi facendo l'una, salutai Bill così che non dovesse farlo lui.
Sicuramente gli scocciava dovermi salutare perché si stava addormentando sul telefono.

Una volta fatto posai il telefono sul comodino.
Guardai di nuovo il soffitto Con le gambe completamente distese sul letto e le mani poggiate sulla pancia.
Chiusi gli occhi.

Bill.



human connect to human // Bill Kaulitz Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora