24) Okay, l'hai detto te

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Giorni dopo...

<<Fa vedere i bracci>> Ordinò Bill una volta che arrivai a casa sua.
Fieramente gliele porsi davanti.

Stavo mantenendo la promessa.

Lui le esaminò per qualche secondo sfiorandomi la pelle in modo talmente leggero da farmi venire dei brividini.
<<Mh, va bene>> Disse felice per poi darmi un bacio sulla guancia.
<<Come va?>> Domandò poi chiudendo la porta alle nostre spalle.
<<Benissimo, te?>> Lasciai le scarpe vicino al vaso che c'era all'entrata.
<<Molto meglio ora che ti vedo>> Rispose.

Tom era sul divano a guardarsi una partita di calcio con in mano un sacchetto di patatine ed una lattina di Coca Cola appoggiata sul pavimento.
Speravo che non avesse sentito l'ordine di Bill ma tanto sapeva che qualcosa non andava in me.

<<Ehi Tom>> Salutai facendo capolino di fianco a lui.
<<Ehi, guarda chi si rivede. Oh mi raccomando non fate casino perché sennò non sento una sega>> Ridacchiò porgendomi una patatina.
Cercando di non farmi troppi problemi la iniziai a masticare e poi la buttai giù tutta in un colpo.
<<Macchè si va in camera mia>> Bill si avvicinò a suo fratello e gli strappò il sacchetto di mano.
<<Eh appunto>> Si alzò per riprendersi ciò che gli apparteneva ridendo.
<<Ah ah ah, eccolo è arrivato il burlone>> Disse sarcastico Bill imitando una finta risata.
<<Oh andiamo mica era così pessima, vero Gine?>> Si rivolse a me.
<<Se la battuta non era rivolta a me avrei riso>> Dissi divertita.
Tom alzò la mano per battermi il cinque.

<<Che fate vi coalizzate contro di me?>> Ridacchiò Bill per poi spingere via il suo braccio da davanti a me,  mi prese la mano e portò con lui nella sua camera.
<<Tigliamo il disturbo>> Disse lui uscendo dal salotto.
<<Finalmente>> Urlò Tom con la bocca piena di cibo.

Quando le luci della camera si accesero rividi esattamente la stanza come l'avevo vista l'ultima volta, panni sulla sedia della scrivania, il letto disfatto, gli oggetti posti nello stesso modo.

<<Allora.. tra poco rinizia la scuola>> Affermò lui sedendosi sul letto.
<<Già, non me lo ricordare>> Sbuffai sdraiandomi a pancia in sù come stufa per quello che doveva ancora accadere.
<<Io avevo pensato, perché non facciamo un pranzo per far conoscere i nostri genitori?>> Si distese al mio fianco.

Pranzo, genitori?
No.
Mai nella vita.
Il babbo non voleva conoscere Bill, nè Tom, nè la su mamma.
"È la famiglia del finocchio, chissà che gente disagiata è" sarebbe stata sicuramente la sua risposta.

Fortunatamente non avevano scoperto che non ero più vergine o sennò addio libertà.

Certo, questo non voleva dire che mi stava trattando bene.

Tornata dal mare qualche sera prima avevo trovato lui a sedere sul divano ad aspettarmi Con qualcosa in mano.
Avevo riconosciuto subito cosa fosse.
Era un bastone fatto da del legno flessibile e robusto, quando colpiva la pelle il rumore era forte, come quello di un frustino.
Mi picchiava spesso con quello da piccola.
"Ti sembra l'ora di tornare" Sì alzò in piedi.
"Papà ma sono solo le dieci e mezzo" Balbettai spaventata.
Mi si avvicinò con passo pesante.
"E poi cosa perché cazzo sei truccata anche oggi?" Alzò l'oggetto del male e lo strinse con entrambe le mani.
"Mi andava, non è nulla di pesante, anche le mie amiche erano così" Tentai a ribattere.
Era la verità.
L'unica cosa che a loro mancava era la matita nera ma per il resto eravamo uguali.
"Tutte puttane allora, ti sei truccata per quel finocchio che dici di amare?" Sbraitò.
"No, per me stessa e poi devi smettere di giudicarlo, è una brava persona" Mi diedi forza.
"Smettila di alzarmi la voce! Sono tuo babbo!" Mi diede una frustata sulla gamba così forte che dalla mia bocca Uscì un glidolio.
Mi buttai in terra con una gamba che si muoveva da sola per il dolore, frizzava e non riuscivo a frenarla.
Lui se ne andò a letto ed io rimasi sul pavimento finché non Riuscii a mettermi in piedi e zoppicare fino alla doccia per lavarmi.

human connect to human // Bill Kaulitz Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora