Con il passare dei giorni la mia rabbia per Niccolò era passata.
Non gli avevo ancora chiesto scusa di nulla, doveva farlo prima lui.
Finché non si fosse fatto avanti per me era uno sconosciuto.
Ridicolo.Infilai le scarpe ed entrai in salotto, in mano stringevo il telefono, avevo appena inviato un fit check alle mie amiche per essere sicura che andassi bene.
Come al solito le risposte furono "adoro" "bellino" "quanto fa 4+4" "vai girll".
Originali direi.
Sorrisi.Indossavo una gonna, chiaramente nera.
Il materiale era comodo, aveva un motivo carino, da sotto spuntava del tulle.
(Non era così la gonna ma è per far capire il tessuto com'era.
Era molto più vita bassa e con colori più scuri)Ci aggiunsi una cintura non troppo larga fatta fa quadratini di metallo con davanti un teschio.
Le maglie che indossai furono due.
La prima, quella sotto, era attillata e a rete.
Non potevo uscire in reggiseno chiaramente, sopra indossai una canotta con il disegno della gabbia toracica.
Mi riempii di bracciali e collane, tutti in metallo giustamente.Ero carina quel pomeriggio.
Al cinema, ecco dove stavo andando.
Bill sarebbe partito il giorno dopo per la Germania per rimanerci due settimane.
A dirsi non erano tante, a farsi sì.
Quattordici giorni senza vederlo, orribile.Sarei tornata alla mia vita noiosa quei giorni.
Bill non poteva certo scriversi tutto il tempo con me mentre era lì.
Doveva godersi le vacanze, rivedere i suoi parenti, amici, fare dei giri...A volte non realizzavo che anche gli altri avessero una vita loro.
Io ero già stata in vacanza, non al mare come la maggior parte degli italiani, ma in Veneto alla fine di Giugno.
Avendo comprato un camper quello stesso anno ero libera di viaggiare dove volevo.
Il viaggio dalla Toscana al Veneto era stato lungo ma soprattutto bollente.
Avevo I vestiti talmente sudati che si erano appiccicati al mio corpo, una sauna.
Tutta quella sofferenza era stata ripagata più tardi: uno dei viaggi più belli che avessi fatto.
Andai pure a Gardaland un giorno.
Bellissimo.Fu una settimana di puro divertimento.
Ma tornado al cinema.
Quella sera ci saremo salutati prima della sua partenza.
Cosa avremmo visto?
Non eravamo ancora del tutto certi su questo.
Mi passava a prendere lui, avremo deciso durante il tragitto.
Mi piaceva il fatto che mi accompagnava là.
Così non avrei nè scomodato mia mamma nè mio papà.Io e babbo non andavamo d'accordo, mai andati e mai sarebbe successo.
Quell'uomo mi aveva sempre picchiata anche per le cose più inutili, come per esempio non finire tutta la cena da piccola o aver fatto dei comunissimi capricci.
Ero solo una bambina.
Per ogni cosa che dicevo lui mi guardava schifato o mi aggrediva verbalmente.
Si incazzava per tutto.
Quando stavo per troppo tempo con la porta chiusa in camera mia veniva a spalancarmela, quando mi truccavo per andare a trovare i parenti mi dava della puttana.
Non gli piaceva il mio stile, mi urlava brutti insulti: ero ritardata, mi truccavo di merda, non ero nessuno, dovevo vergognarmi di me, avevo la colpa se la famiglia non era armoniosa come le altre.
Ero l'errore per lui.
L'unico errore che andava eliminato.
Quando provavo a rispondergli mi strappava il telefono di mano e me lo fiondava dall'altra parte della stanza.
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human connect to human // Bill Kaulitz
FanfictionBill, un ragazzo di 17 anni tedesco che vive in Italia, rimane bloccato con una ragazza in ascensore. Il suo nome è Ginevra. Lei ha avuto un brutto passato che non riesce a dimenticare. Dopo quell'incontro capiscono che si devono rivedere. Fu come a...