7) Ma che...

42 3 0
                                    

-Rachele's POV-

<<O mamma ma chi è che mi scrive>> Mi alzai dal letto mettendo un segnalibro in mezzo alle pagine del libro che stavo leggendo.
Il mio telefono era sulla scrivania, era arrivato solo un messaggio, quindi la Ginevra non poteva essere.
Quella ragazza quella sera ci avrebbe riempite di messaggi.

(Di cui ne avrei letti la metà. Non mi piaceva Bill, affatto)

<<Ma che...>>
Avevo appena acceso il telefono, ero entrata su Whattsapp e la chat che mi comparve per prima fu inaspettata.
Era Tom.
<<Ma cosa vuole quello scogliattolo con il ramen al posto dei capelli!>> sussurrai con i nervi a fior di pelle.

Il messaggio non era né lungo né corto, dipendeva dal contesto in realtà.
Lessi le prime righe e capii che si voleva scusare.
In quella situazione il messaggio era cortissimo.

Lo lessi tutto imitando la sua voce.
Patetico.
Veramente patetico.

Alla fine la cosa del bacio non era la più importante, c'era un problema più grosso.
Il bacio fu il fatto che mi fece dire "Ora basta".

Anche nel periodo in cui ci stavamo sentendo, da casa sua entravano e uscivano tipe di tutti i tipi.
Provai a lasciar perdere ma mi dava fastidio.
Non eravamo fidanzati ovviamente, però si sentiva con me e quindi non poteva scoparsi altre ragazze come se non esistessi.

Si era comportato da stronzo.
Ora era il mio turno.

"Va bene Tom, accetto le tue scuse"
Risposi.
Ovviamente non era vero.

Non avrei fatto nulla di troppo pesante, solo qualcosa per ripagarlo con la stessa moneta.
Per fargli capire come mi sentivo.

Una cosa di cui tenere conto erano Bill e Ginevra.
Se avessi esagerato non sarebbero più usciti insieme perché lei è la mia migliore amica.

-Ginevra's POV-

Passavano i giorni, io e Bill ci sentivamo sempre.
Quasi ad ogni ora.
Uscivo con le mie amiche in centro e mi arrivavano messaggi suoi.
Cenevavo e mi arrivavano i suoi messaggi.
Mi piaceva ricevere tutte queste attenzioni, mi sentivo come una principessa.
Era un ragazzo dolce e simpatico, sapeva sempre come intrattenermi in chat.
Tante volte passavamo anche alla chiamata.
Lì si che ci divertiva.
Ogni volta che eravamo annoiati sapevamo come passare il tempo: scrivendoci o chiamandoci.

C'era da dire che era anche fottutamente carino.
Piano piano quel "carino" si stava trasformato in "bello".

Si sarebbe trasformato nel tempo in "bellissimo"?

Mia mamma non sapeva niente di questo, non lo ritenevo importante.
Mia sorella e mio fratello si invece.
Anche se non erano emozionati quanto me.
In fin dei conti erano più piccoli di me, cosa potevano capirne.
Ai bambini fa schifo qualsiasi cosa collegata all'amore.

Non che il nostro rapporto fosse amore ovviamente.
Ma per loro era così.

...

Erano passati ben 8 giorni dalla nostra uscita.
Io volevo rivederlo.
Dovevo forse invitarlo da qualche parte?
Oppure doveva farsi avanti lui?

Mi chiedevo se anche lui su facesse tutti i problemi che mi facevo io.

Forse si o forse no.

Avevo sempre paura di sbagliare.
Non riuscivo quasi mai a dire la mia per paura di essere criticata, figuriamoci chiedere ad un ragazzo di vedersi.

Paura
Paura
Paura

AIUTO!

Queste parole non facevano altro che intasarmi la testa da almeno 2 giorni.

Lo faccio o non lo faccio?

Le mie amiche dicevano che non dovevo vergognarmi di nulla, che dovevo pensarla come se lo chiedessi a loro.
Io però mi tiravo in dietro.

Matilde: "Ginevra non mi far arrabbiare"
"Tanto di no non ti dice"
"E poi mica gli stai chiedendo di sposarlo"
"Non sempre l'uomo deve prendere l'iniziativa"
"I tempi sono cambiati"

Questi messaggi erano nei miei preferiti, si erano davvero meritati la stellina.

Ginevra: "OKOK"
"LO FACCIO"

Matilde: "VAIII"

Entrai sulla chat di Bill.
L'ultimo messaggio era di qualche ora fa.

Ginevra: "Heyy"
"Ti va di rivederci uno di questi giorni?"

Ora dovevo aspettare.
Nel mentre aprii Tik Tok.
Neanche il tempo di vedere un video che mi aveva già risposto‽

Avevo il cuore in gola.
Mi sembrava di aver mandato il messaggio più rischioso della mia vita, invece era solo un invito ad uscire.

Bill: "Sii"
"Che ne dici di andarci a mangiare una pizza stasera?"
"Conosco un posto che guarda"
"Buonissima"

Ginevra: "Perfetto :)))"
"AMO la pizza"

Bill: "la domanda è: chi non la ama?"
"Ti va bene alle 8?"
"O è troppo tardi?"

Ginevra: "si ok"
"Non vedo l'ora"

Bill: "Anche io"
"Vuoi che ti passo a prendere io?"
"C'è"
"Ovviamente non ho una macchina"
"Ci porterebbe la mi mamma :)"

Ginevra: "Perché no"
"Almeno conosco quella santa"
"Hhahah si scherza eh"
"Comunque va bene"

Continuammo a parlarci per un altro po'.
Gli diedi il mio indirizzo e poi lo salutai.

Erano quasi le 6.
Dovevo iniziare a prepararmi.

Mi feci una doccia veloce senza capelli dato che li avevo lavati il giorno prima.
Mi riempii di creme e profumi, in quel bagno quasi si soffocava.

Mi passai un po' la piastra e corsi in camera a vestirmi.
Indossai una maglietta nera attillata con uno scollo dritto, che lasciava uscire le spalle.
Come jeans ne misi un paio corti sempre dello stesso colore, erano quelli con la vita più bassa che avevo.
Sotto ci misi delle calze a rete, un po per ricordare lo stile di tumblr nel 2014.
Mi riempii di gioielli e accessori.
Cintura, tanti braccialetti (quasi tutti con le borchie), orecchini, anelli, cambiai anche il piercing che avevo al naso sostituendolo con un cerchietto.

Come al solito ero in anticipo.
Mancava ancora una mezz'oretta abbondante.

Presi il portafoglio e lo misi nella tasca di dietro, spruzzai ancora un po' di profumo e andai in salotto a guardare la TV.

<<Dove vai vestita così?>> Chiese mia mamma vedendomi tutta in tiro.

<<Vado a mangiare una pizza con un mio amico>> Risposi tranquillamente.

<<Un amico? Pensavo che te odiassi i maschi ahaha>> Ridacchiò.

<<Vabbè, ci sono anche alcuni fortunati.
Anche se sono rari>> Ridacchiai a mia volta.

<<Preferisco le femmine in amicizia, perché mi capiscono, ma lui lo riesce a fare>> Sorrisi.

<<Ma esci con uno del tuo gruppo?
Non mi pare che loro siano in grado di capire una donna>> Si sedette vicino a me.

<<No, te non lo conosci.
È il ragazzo con cui ero rimasta bloccata nell'ascensore>> Mi scansai un po'.
Non volevo starle troppo vicina, mi metteva in soggezione.
Anche se era mia madre non riuscivo mai a parlarle di niente.
Mi sentivo in imbarazzo tutte le volte che provavo a dirle qualcosa.
Per questo smisi.

Lei sorrise e poi tornò a cucinare la cena.

Bill: "Sono giù"


human connect to human // Bill Kaulitz Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora