4) Prima dell'uscita

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Mi svegliai alle undici, come al solito.
La scuola era finita da poco e già avevo preso il brutto vizio di svegliarmi tardi.
Come prima cosa feci il letto anche se senza voglia, andai in bagno e mi diedi una lavata per poi recarmi di nuovo in camera a cercare di leggere un libro.

Perché "cercare"?

La mia testa era già proiettata al pomeriggio.

Bill

Era un appuntamento o una semplice uscita tra amici?
Non riuscivo a dedurlo ma speravo con tutta me stessa che fosse la prima opzione.
Sarebbe stato il mio primo e vero appuntamento.
Ero agitata.
Molto agitata.

Nel mentre che mi immaginavo a possibili conversazioni e risposte, il mio telefono esplodeva di notifiche.

Era la chat di gruppo che avevo con le mie amiche.

Matilde: "ma te lo ha chiesto lui o te?"
"Mandaci gli screennnn"

Rachele: "come ti vesti?"

Viktoria: "ragazze non sto capendo"
"Chi è questo Bill"
"E come mai la Gine ci esce insieme"

Cami: "Bill e la Gine sono rimasti bloccati in ascensore ieri.
Oggi si vedono perché si sono stati simpatici"

Viktoria: "ahh okkk"
"Scusate ma quanti anni ha?"
"Non so mai cosa aspettarmi dalla Gine"

Ginevra (io): "ha la mia età ;)"
"E comunque non vi mando nessuno screen"
"Sono troppi"
"Poi Viki vieni in chat privata che ti racconto meglio di ieri"

Ah, la Viki.

Lei era la nostra migliore amica da ormai talmente tempo che riuscivo a capire cosa stesse scrivendo senza neanche concentrarmi.
Viveva da alcuni mesi in America, questa notizia scioccò tutte quante, i primi giorni senza di lei piangevamo ad ogni ricreazione a scuola.
Con il tempo ci siamo abituate abbastanza, ma il rimorso di non averla nemmeno potuta salutare per bene mi faceva stare male.
Nonostante la distanza, riuscivo sempre ad informarla di tutto, così che si sentisse ancora in Italia con noi.

Feci un audio lungo almeno 10 minuti e glielo inviai.

Erano già l'una e non mi ero ancora lavata i capelli e non avevo pensato ad un outfit.

In fretta e furia pranzai e chiesi a mia mamma se potessi uscire.
Non esitò ed io accennai un sorriso per ringraziarla.

A velocità lampo mi infilai sotto alla doccia, e sapendo che di solito ci mettevo più di un ora a lavarmi, non accesi la musica perché mi distraeva.

Uscii tutta giocciolante e mi asciugai i capelli dopo averci messo alcuni spray per trattarli.
Passai la piastra con cautela per paura di bruciarmi e mi iniziai a truccare.

Coprii le occhiaie e i rossori con un po' di correttore, diedi una passata di cipria bianca per fissare il tutto.
Passai agli occhi e come al solito feci il mio smokey eye nero con tonnellate di mascara.
Illuminai la punta del naso e l'angolo dell'occhio con dell'illuminante e per ultima cosa musi del burrocacao.

Mi guardai allo specchio qualche secondo per riflettere.

Era carino?
Gli sarebbe piaciuto?
Quanto caldo avrei avuto?
Si sarebbe sciolto?

Cercai di scacciare tutte quelle fastidiose paranoie e corsi in camera.
Mandai la foto del makeup alle mie amiche.

R: "eww"
"Per lui è perfetto vai"

La Rachele e la sua ironia.
A me piaceva come scherzava.
Mi facevo sempre una risata.

M: "carinoo"

human connect to human // Bill Kaulitz Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora