Giulia sa, di essere brava.
Più che altro, sa assecondare le persone, e questo la rende brava.
Sua mamma gliel'ha sempre detto.
"Sei troppo accondiscendente Giuggi, prima o poi ti si ritorcerà contro".
Peccato, che sua mamma sia la prima a sfruttare questo suo lato.
Non che lo faccia con cattiveria, anzi.
È stata lei, a chiederle di trovarle qualcosa da fare.
Ma non era certo la dog sitter di una famiglia di completi sconosciuti, il suo obbiettivo primario.
Per questo, quando si ritrova davanti il portone della fantomatica famiglia Locci, ha un po' d'ansia.
Vuole fare buona impressione, le serve guadagnare un po'.
Buon viso a cattivo gioco, così si dice, giusto?Ad aprirle la porta, è una signora con i capelli nero pece, e un dolce sorriso sul volto.
Giulia si rilassa.
È sempre risultata simpatica, alle amiche di sua madre. Magari succederà lo stesso anche con la signora Locci.
Si incornicia il volto con un sorriso di cortesia, poi si presenta.
"Salve, sono Giulia. La ragazza con cui ha parlato al telefono"
"Oh tesoro, prego entra. Grazie di essere venuta. Da quando ha iniziato a lavorare mio figlio ha poco tempo per portare il nostro cucciolo, grazie mille di esserti presentata"
"Grazie a voi per l'opportunità".
Si guarda intorno.
Come se fosse stata dipinta dallo stesso autore, casa Locci non le sembra poi così diversa dalle villette caratteristiche di Villanova, anzi.
Poi, si accorge di una dolcissima palla di pelo che scalpita verso di lei.
Non fa in tempo a prepararsi, che si ritrova addosso quello che riconosce come il suo nuovo lavoro : Akhen.
"Scusalo, di solito non è così invadente. Evidentemente già gli piaci". Giulia ride.
Ama i cani, soprattutto il suo.Ha sempre avuto cani, nella sua vita.
La prima cucciola, è arrivata ancor prima che lei nascesse.
Sua mamma era incinta, e insieme al padre avevano deciso di adottare un cagnolino.
Ci è cresciuta insieme, con Blanca.
Poi, dopo anni dalla sua scomparsa, era riuscita a convincere i suoi a prendere un altro cucciolo.
Così, era arrivata Nala. La sua gioia più grande.Quindi si, poteva dire di amare i cani, con tutta se stessa.
E perché no, magari avrebbe amato anche quella palla di pelo che tutto stava facendo tranne stare calmo."Quando state al parco lo puoi sciogliere quanto vuoi, ma ricordati i premietti, così ti ascolterà meglio".
Torna con i piedi per terra, cercando di incastrare nella sua mente le regole che la donna continua a ripetere a profusione.
Ma sorride, estasiata. Adora quando i padroni trattano i cani come figli."Forse lo conosci, mio figlio. Probabilmente prossimi giorni ci sarà lui ad affidarti Akhen, si chiama Andrea".
Giulia scuote la testa mantenendo un sorriso.
Si, Villanova è piccola, ma ne conosce poco e niente.
Si sente stretta nella sua stessa casa, e ciò l'ha portata a chiudersi nella sua piccola, quasi minuscola, cerchia di amici.
Ma è li per un motivo, quindi ignora la stretta allo stomaco all'idea di conoscere un suo eventuale coetaneo.
Spero solo non sia un deficiente.
"Non mi sembra di conoscerlo, ma non c'è problema. L'appuntamento è alle 16:00, giusto?"
"Si tesoro. Ancora grazie mille".
Le sorride ancora, sottolineando la sua gratitudine per la fiducia che la famiglia le sta dando, e si prepara alla prima uscita con il suo nuovo compagno a quattro zampe.Si diverte, con Akhen.
Certo, è un cane esuberante, ma ci è abituata, e le sta bene.
Corre insieme a lui, gli lancia il bastone, e riesce addirittura a godersi una sigaretta nella pace del parco, mentre il cane si rilassa seduto accanto a lei.
Ad un tratto però, sente il panico assalirla.
Akhen fa uno scatto in avanti, come attirato da qualcosa, e si ritrova costretta a ricorrerlo trafelata, richiamandolo invano.Quando sembra aver raggiunto il suo obbiettivo, Akhen si blocca di colpo, e lei lo raggiunge a stento, con una mano sul petto per la fatica della corsa, unito al panico.
Alza lo sguardo, trovandosi davanti un ragazzo che la squadra ridacchiando.
"Tutto ok?"
"Eh? Si, cioè...si" ignora lo sguardo divertito del biondo davanti a se, cercando con lo sguardo Akhen.
Lo trova intento a saltellare intorno ad un'altra palla di belo bianca, che subito riconosce come adorabile, nonostante l'infarto che le ha causato quel dolce incontro.
Lo raggiunge di soppiatto, per poi legarlo al guinzaglio, ignorando i suoi versi di dissenso."Dio mi hai fatto prendere un colpo" gli accarezza il muso e gli dà un premietto per consolazione.
"Permetti una domanda?" Si gira di scatto, nel sentire di nuovo la voce del ragazzo biondo.
Lo guarda storto, non capendo cosa voglia da lei.
Non le sembra un tipo strano, anzi. Ha un'aura quasi principesca, che le ispira fiducia.
Come sempre, d'altronde.
Non riesce, a non fidarsi. È nella sua indole.
"Dimmi"
"Perché hai rapito un cane?".
Giulia ci mette un attimo, a connettere il cervello, ed elaborare le parole pronunciate dal biondo.
"Scusa cosa?".
Il ragazzo indica Akhen, ora dolcemente seduto accanto a lei.
"Quello è il cane del mio migliore amico" il ragazzo batte le mani sulle cosce, invitando Akhen a raggiungerlo, facendola quasi ruzzolare a terra, quando il cane obbedisce.
"Sono praticamente suo zio, è parte della mia famiglia. Quindi spiegati, prima che chiami la polizia".
Giulia lo osserva sconvolta, oltre che estremamente irritata.
Niente di tutto questo, era calcolato nel suo piccolo lavoro per mettere da parte due spicci.
"Sono la sua cazzo di dog sitter. A quanto pare il tuo caro migliore amico non ha tempo per il suo cane, e la mamma ha messo un annuncio per portarlo fuori".
Incrocia le braccia al petto, stizzita.
Osserva il biondo grattarsi la nuca imbarazzato, mentre passa lo sguardo da lei ad Akhen.
"Che c'è, non ti fidi?"
"Scusa, in effetti da Andrea c'era da aspettarselo" si avvicina di un passo, per poi porgerle la mano.
"Sono Pietro, comunque".
Giulia vorrebbe mandarlo a quel paese, dato il suo cambiamento drastico di atteggiamento.
Ma gli occhi verdi di lui sono pieni di quella che percepisce come speranza di non sa neanche lei cosa, quindi si ritrova in tempo zero a stringerli la mano.
"Giulia".
Rimangono in un silenzio imbarazzante, poi Pietro si reca dal suo cane, per mettergli il guinzaglio.
Giulia fa per andarsene, quando si sente richiamare."Ti posso offrire una birra per scusarmi della gaffe?".
Entra nel panico, non sapendo cosa dire.
Si, le ispira fiducia. Ma addirittura una birra?
"Sono fidanzata".
Si morde la lingua. Ma che cazzo di scusa è Giù, magari voleva solo essere gentile.
"Tranquilla, non mordo. Ma se non vuoi capisco lo stesso".
Si sente in colpa, tremendamente. E non sa cosa rispondere.
Poi, Pietro parla ancora.
"Questo sabato suono con i miei amici all'Ottobit. Se passi te la offro li".
Il sorriso dolce sul viso del biondo, le impedisce di accaparrare un'altra scusa improvvisata.
"Forse ci sarò".
Pietro ridacchia, prima di farle un cenno con la mano, e uscire dal parco.Guarda l'ora, e si rende conto del tempo passato fuori con Akhen.
Decide che è ora di rientrare, e scrive a Clara, chiedendole se per quel giorno ha finito di studiare.
Le serve parlare di quanto successo quel pomeriggio, come ogni volta che le accade qualcosa di nuovo.
Ogni volta, che nella sua vita si può riassumere come praticamente mai.Passeggia godendosi la compagnia di Akhen, tornato ubbidiente come un soldatino.
La musica a palla nelle sue orecchie fa da sottofondo al suo cammino.
Si ritrova davanti casa Locci e, mentre si sfila le cuffiette, citofona.Intenta a litigare con il filo delle cuffiette, incastrato come al solito, non si accorge della sagoma che ha appena aperto la porta.
"E tu chi diamine sei?".
Alza lo sguardo, trovandosi davanti un ragazzo dalla chioma nera e uno sguardo inquisitorio.
Ma non si perde d'animo.
L'educazione prima di tutto.
"La dog sitter. Sono qui per lasciare Akhen".
Accenna un sorriso, che viene bellamente ignorato dal ragazzo.
Il corvino afferra il guinzaglio di Akhen, facendolo entrare nell'abitazione.
Poi, la squadra.
"Ah si, giusto. Beh, puoi andare ora. Ciao".
Non fa neanche in tempo a rispondere, che la porta le viene sbattuta in faccia."Che maleducato".
È la prima cosa che pensa, di quel ragazzo che ha riconosciuto come il fantomatico Andrea.
Cammina a passo spedito verso casa di Clara, stizzita come non mai.
Chi cazzo si crede di essere?"Tigre, che è successo? Hai una faccia..."
"Niente Cla, la solita maleducazione che mi manda al manicomio"
"Chi è il carnefice stavolta?"
"Andrea. Si chiama Andrea".SPAZIO AUTRICE
Ciao bimbi belli, arieccomi anche qui.
Faccio una premessa perché mi conosco, almeno metto le mani avanti. Su questa storia sto cambiando tremila idee al minuto, quindi ci metterò probabilmente più del solito a pubblicare, ma giuro che mi farò sentire meglio che potrò🥹❤️.
Detto ciò, Giulia ha conosciuto il nostro caro Fasterollo, ma non sembra andarle così tanto a genio, e lo stesso lui. Il nostro principino rimane tale come sempre, e chi lo sa, magari Giulia ha trovato un nuovo amico... Vedremo come andranno avanti le cose :).
Fatemi sapere as always cosa ne pensate, se vi sta intrigando la storia o quel che volete insomma.
Lov u
❤️🩹
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Fammi sentire il cuore
Fanfiction"Sai, di solito mi danno del coglione quando mi conoscono" "Il fatto che io non te l'abbia detto non significa che non l'ho pensato"