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Sta per scoppiare, lo sente.
Non è una persona permalosa, anzi. È dotata di un'estrema pazienza.
Pazienza, che in quel momento si sta per esaurire, a causa di Clara e Sveva.
"Guarda che ha ragione Pietro Giu, non ti costa nulla"
"Sve, vi ho detto di smetterla. È questione di principio, chiedesse a qualcun altro cazzo".
Non riesce a spiegarsi, perché l'idea di accompagnare Andrea a quella cena l'abbia messa tanto in agitazione.
Ma non vuole mollare, non con lui.
Ecco perché, ha bellamente ignorato le chiamate che il corvino le sta facendo da ormai due giorni.
Ha ringraziato il cielo, quando non l'ha trovato a casa, mentre prendeva o riportava Akhen.
Con la complicità di Pietro, ha saputo che stava lavorando come un mulo su una nuova base di Dario, quindi si è recata a casa sua più serenamente.
Ma anche il biondo, come le sue amiche, ha espresso dissenso per il suo atteggiamento.
"Non è niente di che, solo una cena, quanto potrà mai durare? E poi ti pagano pure, meglio di così!".
E Giulia lo sa, che le servono soldi.
Avere un aumento non sarebbe affatto male.
Ma solo l'idea di ritrovarsi sola con Lui, in un contesto che non conosce, le fa salire i conati.
Oltre a dei brividi che non riesce a spiegarsi, e che continua ad ignorare.

"Almeno esci con noi. Ci andiamo a bere qualcosa, forse passano anche i ragazzi" Giulia alza lo sguardo su Clara, che le sorride incoraggiante.
"Da quando sono i ragazzi?" Clara alza gli occhi al cielo.
"Non cominciare, me l'ha proposto Pietro di uscire tutti insieme. Dai, è una cosa carina".
Giulia sbuffa, mentre osserva il suo amato pigiama estivo con le mucche che ha addosso.
"Questa volta passo. Voglio finire la borsa che ho iniziato ieri dopo cena".
Giulia ringrazia il cielo, di non aver invitato a cena le sue due uniche amiche.
Le ama, ma se fossero rimaste, l'avrebbero convinta sicuramente ad uscire con loro.
E al momento, non ne ha la minima voglia.

Si è invece fatta un programma che, nonostante ad occhio esterno possa sembrare triste per una serata estiva di una ventenne, non vede vede l'ora di compiere.
Con la musica pompata al massimo nelle casse, complice l'assenza dei suoi quella sera, si reca saltellando in cucina, per decidere cosa mangiare.
Vuole qualcosa di veloce e facile da preparare, così da potersi buttare a capofitto il prima possibile sul suo nuovo lavoro, una borsa di jeans a forma di stella, che non vede l'ora di completare.

Mentre sfoga la sua rabbia repressa su una scatoletta di tonno, che non vuole saperne di aprirsi, sente il campanello suonare, e si allarma.
I suoi non sono usciti da neanche un'ora e, per una volta, Clara e Sveva non hanno dimenticato nulla da lei.
Chi cazzo è?
Armata di una padella, ispirandosi a Rapunzel, si avvicina alla porta, cominciando a sentire la rabbia salire, data l'insistenza di colui, o colei, che si è presentato a casa sua.
Rabbia che aumenta, quando dallo spioncino si accorge di chi la sta effettivamente disturbando.

"Si può sapere che cazzo ci fai qua?" Quasi ringhia, quando si ritrova davanti Andrea.
Andrea che la ignora completamente, entrando di slancio nel suo ingresso.
"No ma fai con comodo" il corvino si gira verso di lei, con un fare esasperato che le fa risalire la bile.
"Mi stai ignorando" Giulia per poco non si strozza, nel sentire quelle parole uscire dalla sua bocca.
Ma non fa in tempo a controbattere, che Andrea torna alla carica, alimentando il fuoco di rabbia che sente scorrere nelle sue vene.
"Perché non sei vestita? Siamo in ritardo". Lo osserva squadrarla e, inaspettatamente, arrossisce, rendendosi conto solo in quel momento di essere in pigiama.
Pigiama, che non lascia molto all'immaginazione.
"In ritardo per cosa?" Si sente giudicata dallo sguardo di Andrea, che ancora non ha smesso di fissarla.
"Per la cena Giulia, ti sono passato a prendere". Si ridesta di colpo, per poi sbroccare.
"Ma te sei completamente scemo. Ti ho detto che col cazzo che ti ci accompagno, pensavo che il mio non risponderti fosse un segnale esplicito" Andrea alza gli occhi al cielo. 
"Ecco perché ti sono venuto a prendere"
"Ripeto, scordatelo. E ora sparisci, ho da fare" il corvino la fulmina con lo sguardo.
"Non penso tu sia in attesa di qualcuno, visto come sei conciata"
"Non ti azzardare a giudicare il mio pigiama con le mucche. È stupendo"
"Avrei da ridire"
"E io avrei da ridire sul fatto che ti sei presentato a casa mia all'improvviso manco fossi un maniaco. Sparisci".
Si gira, e torna in cucina.

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