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Giulia apre gli occhi pigramente, mettendoci un attimo a connettere dove si trova.
E quando realizza di stare ancora nel letto di Andrea, arrossisce senza rendersene conto.
Si guarda intorno, realizzando di essere sola nella stanza, e decide di alzarsi.

Recupera il suo telefono, rendendosi conto, accendendo lo schermo, che è quasi ora di pranzo.
Apre la porta della camera sbadigliando, dopo aver risposto ai suoi che a breve sarebbe tornata a casa.

Sente dei rumori provenire dalla cucina, e la scena che si ritrova davanti una volta entrata nella stanza, le sembra così tanto casa che il cuore le si stringe a profusione.
Andrea, ancora in pigiama, sta armeggiando con i fornelli, e il buon odore di sugo che emana la padella sul fuoco la fa sorridere.
"Sai addirittura cucinare? Mi stupisci Locci".

Andrea si gira, riservandole un sorriso imbarazzato, per niente consono al suo tipico atteggiamento.
"Non ti aspettare chissà cosa. È Ghera solitamente a cucinare al bunker".
Giulia ridacchia, avvicinandosi al ragazzo per controllare il suo lavoro.
"Potevi svegliarmi, ti avrei dato una mano".
Il corvino lascia il mestolo con cui stava girando il sugo nella padella, per poi fronteggiarla.
"E rovinare il tuo sonno di bellezza, principessa? Non sia mai".
Giulia alza gli occhi al cielo, internamente sollevata che lui l'abbia lasciata riposare.
Le notti passate aveva dormito a stento, le serviva recuperare.
E di nuovo, Andrea l'aveva capita.

"Sai che ti fa male dormire poco?".
Ecco, appunto.
Giulia lo guarda, notando nei suoi occhi quel tipico guizzo di sfida di chi sa di aver ragione.
"Potrei dire la stessa cosa a te, perfezionista del cazzo"
"Non usarmi come scudo, principessa. Sei letteralmente crollata stanotte, perché non riesci a dormire?".

E Giulia vorrebbe, vorrebbe davvero spiegarglielo.
Se solo lei stessa sapesse cosa le sta succedendo.
Non è mai stata una persona mattiniera, ma negli ultimi anni ha sviluppato una specie di insonnia, che ha sempre cercato di ignorare.
Il fatto che ora, qualcun altro, una persona al di fuori di lei, conosca il suo "problema", la spaventa.
Perché se lei non riesce a controllarlo, a capire cosa sia, come può farlo un esterno?

Le mani di Andrea sui suoi fianchi la ridestano dai suoi stessi pensieri, e Giulia si chiede cosa sia cambiato, nel giro di una notte, nel corvino.
La sta guardando come se fosse realmente preoccupato per le sue condizioni, e ciò la sta mandando al manicomio.
È solo sesso, no?
"Giulia, te l'ho già detto. Se hai bisogno di parlare, ti ascolto".
Giulia sbuffa una risatina esasperata.
"Con le tue mani addosso a malapena riesco a ricordarmi come mi chiamo, figurati farti un discorso serio".

Il silenzio che segue dopo la sua confessione involontaria, le fa sgranare gli occhi, facendole realizzare la stronzata appena uscita dalla sua bocca.
E quando alza lo sguardo, notando il trionfo sul volto di Andrea, si pente amaramente di non essere riuscita a filtrare i pensieri dalla mente alla bocca.

Il corvino fa per parlare, ma Giulia si stacca da lui, minacciandolo con un dito.
"Non ti azzardare a prendermi per il culo Locci, o giuro su Dio che ti faccio fuori".
Andrea, estremamente divertito dall'imbarazzo di Giulia, evidente anche grazie alle sue gote arrossate, alza le braccia a mo di arresa, non riuscendo però a trattenere una risatina.

Giulia lo fulmina, per poi distogliere lo sguardo dalla sua figura, sentendosi amaramente umiliata, e concentrarsi sul buttare la pasta, essendosi accorta, grazie a Dio, che l'acqua nella pentola ha iniziato a bollire.

Andrea la osserva ai fornelli di casa sua, e si chiede perché nella sua testa quell'immagine gli stia piacendo più del dovuto.
Non gli sembra affatto sbagliato, avere nella sua cucina la ragazza con cui va a letto da più di un mese, che non sa neanche se considerare amica o altro.
Al contrario, nella sua testa potrebbe già diventare un'abitudine, averla fra i piedi più spesso del dovuto.
E poi, non riesce a non pensare, alle parole che ha appena pronunciato.

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