Andrea non ha voglia, di cambiare.
Si è trovato un equilibrio, nel corso degli anni, e non ha la minima intenzione di modificarlo.
Non è una persona cattiva, Andrea.
È solo indifferente.
Non vuole rotture, vuole vivere la sua vita tranquillamente, pensando solo ed esclusivamente alla musica.
Se poi ogni tanto capita, si diverte anche, eccome se lo fa.
Fra alcool, fumo e ragazze, qualcuno lo designerebbe come il protagonista di qualche telefilm americano.
E in parte, è esattamente così.
Ma c'è molto altro, in Andrea.
Un altro, che non conosce quasi nessuno, e che il corvino cerca di occultare con gli atteggiamenti tipici del malessere menefreghista.Per questo, è estremamente infastidito, dal terzo grado di Pietro.
Ha messo piede al bunker da neanche cinque minuti, sentendosi ispirato e pronto per concludere una sua strofa, ma il biondo l'ha già trascinato fuori, con la scusa di una sigaretta prima di iniziare.
"Piè, santo Dio. Non vedo dove sia il problema"
"Ci hai scopato, e non mi hai detto niente. Questo, è il problema"
"La prossima volta vuoi unirti?".
Andrea la butta sul ridere, non capendo dove il suo amico voglia andare a parare.
"Coglione. Sto solo dicendo che solitamente, ti vanti delle tue conquiste per giorni, invece questa volta sei addirittura scappato. Mi chiedo perché".
Andrea sgrana gli occhi, sentendosi punto sul vivo.
"Non sono scappato, avevo da fare"
"Per due giorni?"
"Mi spieghi perche queste cose me le stai dicendo tu e non Giulia? Se davvero ha un problema con me, me lo venisse a dire invece di mandare messaggeri".
Pietro alza gli occhi al cielo, cercando di mantenere la calma.
Conosce il ragazzo seduto accanto a lui, sa che deve andarci con i piedi di piombo, se non vuole farlo innervosire e basta.
"Non mi ha mandato nessuno Andre, ho solo parlato con Clara e mi ha raccontato ciò che sapeva, oltre al fatto che ha fatto strano anche a me, la tua uscita di scena. Volevo solo sapere se ci fosse qualche problema, tutto qua".
Andrea sospira, alzando lo sguardo verso l'amico.Non lo sa, perché se ne è andato quella sera.
È stato bene, con Giulia.
Che sia una bella ragazza, che gli piaccia come gli tiene testa, come gli risponde, è oggettivo.
Ma quando l'ha vista uscire della cucina poco dopo di lui, è come se qualcosa fosse scattato dentro di lui.
E, dopo averla trovata stranamente e stupidamente carina, mentre dormiva per terra insieme alla sua amica, Sveva, ha deciso di andarsene.
Sentiva l'impellente bisogno di scrivere, nonostante poche ore prima, avesse detto proprio alla ragazza che in quei giorni non ci stava riuscendo.Ti lascerò partire adesso
Per poi richiamarti al più presto
Giochiamo a rincorrerci in mezzo alle pause
Come avesse un senso
Che tanto lo sai quanto costa, o no?
È facile sentirsi in colpa
E non saprò mai rialzarmi
Se tu stai lì e non te ne vaiTira e molla con i denti
Quando sbaglio, ti accendi
Come le strade affollateNon che fosse stata Giulia la sua musa.
O meglio, pensando a quella testa calda tanto quanto lui, gli era venuto spontaneo, scriverci sopra.
Ma non ha interesse, nel capire perché.
È stato bene, lei è stata bene, e gli va bene così.
Niente di più, niente di meno.
E come ha sottolineato a lei, il giorno prima, si. Se ci fosse occasione, ci andrebbe a letto di nuovo.
E sa, che lei è dello stesso avviso, anche se afferma il contrario.
Ma non ha voglia, di parlarne con Pietro.
Ne di lei, ne di perché è andato via, ne di perché si è praticamente chiuso in casa due giorni, passando al bunker poco e niente."Piè, è tutto ok. In caso contrario, te lo avrei già detto".
Il biondo sospira, arreso, facendolo esultare mentalmente per la fine dell'interrogatorio non richiesto.
"Non fare altre cazzate però, è una brava persona".
Andrea alza gli occhi al cielo, annuendo, per poi alzarsi, e tornare dentro.
"Andiamo a lavorare sfaticato va".
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Fammi sentire il cuore
Fanfiction"Sai, di solito mi danno del coglione quando mi conoscono" "Il fatto che io non te l'abbia detto non significa che non l'ho pensato"