Andrea è sempre stata una persona equilibrata.
Per lui il bicchiere è sempre stato o pieno, o vuoto.
Non sono mai esistite, mezze misure.
O bianco o nero, o tutto o niente.
Ha sempre applicato questo principio in ogni contesto della sua vita.
Dalla famiglia alle amicizie, e anche nella musica.
Eppure, per la prima volta, si è ritrovato di fronte ad un qualcosa di diverso.
Un approccio che, per una persona con i principi saldi come lui, lo sta destabilizzando.E lo capisce, di essere nei casini con la sua testa, nell'esatto momento in cui realizza che il suo malumore mattutino è dovuto al fatto che Giulia ancora non si sia fatta viva con lui.
Sono passati due giorni da quando si è praticamente confessato, e da quando lei l'ha baciato nella sua macchina.
Ancora maledice Pietro, per aver interrotto il loro momento con una chiamata e la richiesta di dove fossero finiti.
Il biondo gli aveva poi confessato, una volta che erano arrivati alla festa after concerto, che lui e Clara avevano paura che si fossero scannati vivi.
Se solo avesse saputo, Pietro.Avevano passato la serata a lanciarsi sguardi fugaci, a bramarsi l'un l'altro.
Ma Giulia era andata via con Clara che non si sentiva bene, prima del previsto, e non si erano più visti.Andrea, sotto consiglio di Huda, aveva aspettato, e non l'aveva contattata subito.
"Non puoi passare dal fare lo stronzo supremo al mega sottone così velocemente, potrebbe pensare che la stai prendendo in giro".
Così gli aveva detto, l'amica, e lui l'aveva ascoltata.
Che poi sperasse in un contatto da parte di Giulia, era un altro discorso.Ma Giulia non si è fatta viva, e Andrea è stanco di aspettare.
E se ne sono accorti anche i suoi amici, nonché colleghi, che il suo umore non è dei migliori.
"Andre, tutto ok?".
La dolce voce di Duccio lo riscuote dai suoi stessi pensieri.
Alza la testa, notando come gli sguardi di tutti i presenti siano rivolti verso di lui.Li scruta uno ad uno, aumentando la confusione generale.
Poi, senza dare spiegazioni, nella convinzione che ciò che ha ideato potrebbe risultare una maledetta catastrofe, si alza di scatto.
"Devo risolvere una cosa".
Sotto gli sguardi stralunati dei suoi amici, esce dal bunker, scusandosi e comunicando loro che per quel giorno, non avrebbe lavorato.E capisce di essere ancora più fottuto, per ciò che ha appena fatto.
Non era mai andato via, durante una sessione di scrittura al bunker, prima d'ora. Mai.
Per lui era ed è tuttora un momento sacro, in cui niente e nessuno si deve intromettere.
Anzi, è il primo, a maledire chiunque vada via prima, ed è l'ultimo ad uscire, spesso sotto costrizione degli altri.
Eppure, è uscito senza battere ciglio, solo per andare a parlare con Giulia.Si, si sente veramente fottuto.
Giulia lo sa, di risultare ridicola.
Ormai, ci ha fatto l'abitudine, ad esserlo.
Ma è da quando Sveva è arrivata a casa sua, che fa avanti ed indietro per tutto il perimetro di camera sua, rimurginando su un qualcosa che ancora non ha comunicato alla sua amica, sempre più confusa.
Quando l'ha chiamata, dicendole di recarsi da lei per un'emergenza, non aveva messo in conto che quella che lei considera come tale, per l'amica è un nonnulla.Sveva è praticamente caduta nel suo ingresso, quando Giulia le ha aperto la porta.
"Giù, che succede? Stai bene?".
Giulia l'aveva guardata come se fosse pazza, realizzando dopo qualche attimo che, non avendo specificato di che tipo di emergenza si trattasse, l'amica era entrata nel panico.
"È per Andrea".
Sveva aveva dovuto fare molti respiri profondi, per evitare di saltarle alla gola.Ma poi Giulia, una volta che si erano rintanate in camera sua per riuscire a parlare in santa pace, si era rinchiusa in un silenzio riflessivo.
E la cosa, preoccupava e preoccupa tuttora Sveva, abituata al fare caotico dell'amica.
"Giù, vuoi parlarmi o devo far finta di saper leggere nel pensiero?".
STAI LEGGENDO
Fammi sentire il cuore
Fanfiction"Sai, di solito mi danno del coglione quando mi conoscono" "Il fatto che io non te l'abbia detto non significa che non l'ho pensato"