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Andrea non è cattivo, non lo è mai stato.
Nel profondo, è un'anima buona.
Un'anima buona, che fa scudo a se stessa con l'ironia e l'indifferenza.
Poche cose riescono a scalfirlo, a fargli perdere quell'equilibrio che ci ha messo anni a raggiungere.
Una di queste, è chi gli tiene testa. Chi gli risponde.
Lo fa impazzire, e non sempre è un bene.

Per questo, sa che mettere al piede al bunker, quel giorno, significa ricevere un cazziatone.
Soprattutto da Pietro.

"Te lo devo dire io o ci sei arrivato da solo?"
"Piè, ti prego. Siamo qui per lavorare, almeno oggi"
"Ti prego un cazzo, ma che ti è saltato in mente a rivolgerti così ad una persona che non conosci"
"Parla quello che per rimorchiarsela l'ha accusata di rapimento di cane"
"Non la volevo rimorchiare, e scusami tanto se mi sono preoccupato per Akhen. La prossima volta che lo vedo con uno sconosciuto girerò la testa"
"Dio come sei permaloso. E comunque se non te la volevi rimorchiare, perché le hai offerto una birra?".
Pietro lo percepisce, il tono infastidito di Andrea.
Lo conosce meglio di se stesso, il suo migliore amico.
Lo sa, che la risposta piccata di Giulia, inusuale nei riguardi di un fascinoso come Andrea, ha scalfito il suo ego insormontabile.
"Volevo solo essere gentile, al contrario tuo".
Andrea ringrazia il cielo, per l'interruzione di quella conversazione che considera patetica da parte di Dario, che richiama tutti all'attenti, per incidere qualcosa sulla nuova base di Jacopo.
Gli serve, distrarsi.
E da anni ormai, il suo metodo migliore per farlo, è dedicare anima e corpo a ciò che ama di più : la musica.

La musica gli ha salvato l'anima, e lui non smetterà mai di ringraziarla.
Per questo, ci mette tutto se stesso, in ciò che scrive.

"Oggi la vedrai?"
"Ma chi?"
"Giulia Andre. Lo porta Akhen o no?" Andrea guarda di striscio Marco, non capendo dove l'amico voglia andare a parare.
"Si, viene tutti i giorni. Perché?"
"Dovresti approfittarne e chiederle scusa" strabuzza gli occhi, incredulo.
"Scusa? E perché?"
"Come perché! Sei stato alquanto scorbutico, come ti ha fatto notare lei stessa"
"Mi spieghi perché la difendi? Neanche la conosci".
È irritato all'inverosimile.
Gli sembra assurdo, quel polverone che gli altri gli stanno caricando addosso, solo per uno stupido scambio di frasi.
"Non c'entra nulla il conoscerla o meno. Le scuse se le merita a prescindere".
Andrea alza gli occhi al cielo, mentre si gira l'ennesimo drum della giornata.
Poi, si prepara per uscire dal bunker, soddisfatto del lavoro svolto durante la giornata.

"Prometti che ti scuserai"
"Non prometto niente".
Poi, se ne va.

Non si capacita del perché, ma è stranamente nervoso.
Osserva compulsivamente l'orologio, in attesa che arrivino le 16:00, orario in cui Giulia dovrebbe presentarsi a casa sua.
Il suo nervosismo aumenta, nel notare che Giulia è in ritardo.

Sorride sornione, nel sentire il campanello, pregustandosi una simpatica battuta da farle sulla sua non puntualità.
Ma quando apre la porta, non riesce a dire una singola parola, a causa del fiume di scuse che escono dalla bocca di Giulia, completamente trafelata.
"Scusi, veramente. Ho avuto un problema e non sono riuscita ad arrivare prima, capirò se vorrà abbassarmi la paga di oggi, anzi, lo faccia proprio. Sono imperdonabile".
Andrea la guarda stralunata.
Talmente presa dallo scusarsi, neanche si è resa conto di avere davanti a se lui, piuttosto che sua madre.

"In effetti dovrei licenziarti".
Andrea lo vede, lo sguardo spaesato di Giulia, quando finalmente alza la testa, e si rende conto di chi ha davanti.
Come vede, un grande cipiglio crescere sul suo volto, e lo sguardo incupirsi più di quanto non lo sia già.
"Ah...sei tu"
"Sai, fino a prova contraria Akhen è il mio cane"
"Peccato che neanche ti degni di portarlo".
Andrea alza gli occhi al cielo, prima di farla entrare in casa, e chiudersi la porta alle spalle.
Avrebbe voluto rispondere ancora, trovare le parole giuste per demolirla passo dopo passo.
Ma non gli sono sfuggiti, gli occhi rossi e gonfi di Giulia, tipici di quando si piange.
Così, per la prima volta in vita sua, lascia perdere.

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