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Giulia lo sa, che forse dovrebbe fare qualcosa.
Anzi, ne è fermamente convinta.
Ma per la prima volta in vita sua, la prospettiva di mettere al secondo posto se stessa, non la alletta neanche un po'.
Si è sentita ferita a tal punto, che l'orgoglio che ha sempre cercato di dissimulare, in contesti che non riguardassero il rispondere a tono a qualcuno che la punzecchia, è emerso tutto insieme.
Non lo vuole vedere, non ci vuole parlare.

Forse è esagerato fingersi malata, ma è la prima cosa che le è venuta in mente, per riuscire ad evitare casa Locci, ed eliminare ogni possibilità di vedere Andrea.
Non che lui non abbia provato a contattarla.
Ad intermittenza, il suo telefono continua a squillare, fra chiamate senza risposta e messaggi su messaggi che il corvino continua ad inviarle da ormai tre giorni.
Ma Giulia, per il momento, non ha assolutamente voglia di pensare a lui, nonostante la sua testa continui a rifilarle la loro ultima conversazione in loop.

Ha provato a concentrarsi su Greta, per distrarsi.
Meglio pensare a quanto invidi il suo essere perfetta, piuttosto che ad uno stronzo che l'ha ferita a bestia.
Peccato però, che Greta abbia deciso di interrompere la sua visita alla famiglia prima del previsto.
A detta sua, si era scordata di aver promesso ad una compagna di corso di aiutarla a preparare l'esame di Anatomia, da brava studentessa universitaria.
Ma Giulia lo sa, lo sa benissimo, che il vero motivo per cui ha scelto di andare via prima, è per l'orrenda sensazione di oppressione che le causa la vita di provincia.
Perché è la stessa che lei prova da anni, senza avere però le stesse possibilità della sorella.

Da una parte, è rimasta contenta della sua partenza prematura.
Per quanto sia in competizione con lei, sua sorella la conosce, e l'ha torchiata di domande per ore.
Quando è rientrata con le guance rigate di lacrime, in un mix di tristezza e rabbia, Greta era sul divano intenta a guardare una serie, e non le ha permesso subito di rinchiudersi in camera sua a crogiolarsi nel pianto.
"Si può sapere che ti è successo?"
"Niente Gre, sto bene"
"Giu, hai il mascara che ti arriva quasi al collo, non mentirmi"
"Non ho voglia di parlarne".

Ed era vero.
Giulia sta ignorando da giorni qualsiasi tipo di contatto.
Si è inventata anche con Clara e Sveva, coloro che l'hanno provata a contattare maggiormente, senza contare quello stronzo del corvino, di avere l'influenza.
"Avrò preso freddo, lo sapete che mettere la felpa per me è un optional".
Bugiarda.
Ma non sa neanche lei, cosa dire loro.
È arrabbiata con se stessa, per aver permesso a qualcuno come Andrea di scalfirla a tal punto.
Ammettere di essere un cane ferito, implicherebbe dare valore al loro rapporto, spezzando quella linea precaria fra i due.
E Giulia non ha alcuna intenzione di essere l'artefice di tale rottura.

Sbuffa infastidita, all'ennesima chiamata sul suo telefono.
Lo afferra, pronta a mettere la modalità aereo per la terza sera di fila, non volendo sentire nessuno.
Ma quando si accorge che a chiamarla è un numero sconosciuto, decide di rispondere, nella speranza che sia qualche amica della signora Locci a cui, prima del disastro, ha lasciato il suo numero per un eventuale lavoro.
"Pronto?"
"Cazzo ma allora sei viva".
Si irrigidisce di colpo, nel sentire la sua voce.
"Che cosa cazzo vuoi".
Forse, avrebbe dovuto aspettarselo.
E forse, un po' ci sperava, che lui non mollasse.
"Giu, ti sto cercando da giorni. Possiamo vederci per parlare?"
"Scordatelo".

Andrea lo sa, che non sarebbe stato facile. Per niente.
Ha passato tre giorni a sentirsi dire le peggio cose, soprattutto da Huda, con l'appoggio di Clara.
La ragazza con le treccine, nel profondo armata di buone intenzioni, aveva informato, in un momento di noia al bunker, la rossa degli ultimi avvenimenti, con l'obbiettivo di aiutare quel deficiente di Andrea.
Inutile dire, che ha ottenuto tutt'altro.
Pietro, cercando di fare da mediatore, ha dovuto bloccare la sua neo fidanzata dal saltare al collo del suo migliore amico.
"Ma come cazzo ti è saltato in mente! Ecco perché si è chiusa in casa, altro che influenza. Dio se ti prendo ti corco".

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