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Giulia non crede negli incontri del destino.
O meglio, non crede che il destino possa essere così stronzo, per averle rimesso sul suo cammino qualcuno come Andrea.
Eppure, anche a distanza di giorni, si chiede come sia possibile che, il ragazzo con cui stava arrivando alle mani ormai un anno prima, sia lo stesso per cui fa la dogsitter.

"Questa situazione sta diventando ridicola, sappilo" Giulia alza lo sguardo con fare annoiato verso Clara, completamente conscia di star andando incontro ad un cazziatone vero e proprio.
"Non capisco a cosa ti riferisci"
"Giu, per Dio. Non puoi far finta di niente. Stai facendo di tutto per ignorare Andrea, quando sei la prima che dovrebbe fare un passo avanti, visto che, a detta tua, sei più matura ed educata di lui" Giulia sbuffa, scocciata.
"Ancora con questa storia? Io passi in avanti con lui mi rifiuto di farli, e lo stesso vedo dall'altra parte. Quindi fine della storia. Continuerò a portare Akhen perché ho preso un impegno, ma mi rifiuto di avere qualcosa a che fare con il suo padrone"
"Sei proprio un'orgogliosa del cazzo".

E lo sa Giulia, che Clara ha perfettamente ragione.

Ma non può farne a meno.
Non dopo aver intravisto in Andrea, durante quella maledetta cena, una persona, un'anima ferita come la sua, e non un totale idiota.
Per poi vedere sparire in un battito di ciglia, quell'umanità che ha intravisto in un solo istante.
Perché sei così?

Lo sa Giulia, che entrambi si divertono, a punzecchiarsi.
Lo vede, che lui, in qualche strano modo, è uguale a lei.
Ma proprio perché percepisce questa somiglianza, non sa quanto potrà resistere, se ha davvero tutte le carte per vincere.
E non si spiega perché, ha paura di scoprirlo.

Per questo, prega tutti i santi che conosce, ogni volta che citofona a casa Locci, per prendere Akhen.
E per fortuna, o sfortuna, viene ascoltata.
Di Andrea non c'è traccia, per tutta la settimana che passa fra casa sua e casa Locci.

Peccato, che Giulia sia anche bravissima, a risultare una perfetta incoerente.

"Non che mi interessi particolarmente, ma è vivo?" Pietro la guarda ridacchiando, mentre passeggiano per il parco buttando un occhio ai loro cuccioli.
Ormai, ci hanno preso gusto entrambi, a condividere quel momento della giornata.
Soprattutto Giulia che, sapendo di non stare sola, ha cominciato a portare anche la sua dolce Nala, al parco, facendole conoscere le altre due palle di pelo.
"Ti manca già?" il biondo ghigna, quando la vede alzare gli occhi al cielo.
Ci ha visto lungo, quando ha pensato di aver trovato una buona nuova amica.
Giulia si sta dimostrando esattamente per ciò che lui credeva.
E il sospetto che possa essere la ragazza perfetta per quel cretino del suo migliore amico, ancora non gli è passato.
"Era pura curiosità"
"Mh Mh, farò finta di crederci. Comunque si, è vivo e vegeto, solo chiuso nel lavoro".
Giulia annuisce, ignorando la voglia inspiegabile di indagare di più, di chiedere altro.
Ma non ha comunque tempo, di chiedere, perché la suoneria del telefono di Pietro interrompe la loro passeggiata e il biondo, dopo aver visto il mittente, si allontana per rispondere, facendole chiedere internamente chi possa essere per renderlo tanto agitato.

"Mi serve un favore" così esordisce il biondo, tornato da una chiamata durata sicuramente, questa è l'opinione di Giulia, più del previsto.
"Cioè?" Pietro tentenna, facendola insospettire.
"Ecco...mia sorella, ha avuto un problema con la macchina e mi ha chiesto di andarla a prendere, ma ho solo il motorino perché mia madre sta usando la macchina, e-"
"Piè, calmati. Che ti serve esattamente?".

E Giulia lo sa, che il suo non saper dire di no, prima o poi le si sarebbe ritorto contro.
Soprattutto quando, senza ancora aver capito esattamente come, si ritrova ad infilare le chiavi che Pietro le ha lasciato, nella porta principale del Bunker, con appresso non una, non due, ma ben tre palle di pelo.
Cercando di mettere a fuoco cosa le ha detto Pietro prima di ammollarla al parco, cerca con lo sguardo quella che dovrebbe essere la cuccia per chiunque porti un cucciolo al bunker, ponendola al centro del salotto e invitando le tre bestie a salirci sopra.
Nala, seguendo l'ordine della sua padrona, ed avendo un'indole pigra, dato il suo essere un Labrador, ci si fionda a peso morto, per poi essere seguita a ruota da Sangy, abituato a trovarsi lì.
L'unico che non sembra soddisfatto, è Akhen, che continua ad annusare ovunque, come alla ricerca di qualcosa.
E Giulia non riesce a calmarlo, neanche con i suoi, solitamente amati, premietti.

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