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Non appena apre gli occhi, si sente come se avesse un martello che sta picchiando la sua testa.
Ci mette un attimo, a capire dove si trova.
E quando realizza, si pente malamente di averlo fatto.
Perché i ricordi della sera prima, cominciano a dominare la sua testa.
Le mani di Andrea su di se, a stringerla possessivamente.
L'ora che hanno passato chiusi in cucina, a fare tutto ciò che Giulia si era predisposta di non fare.
Soprattutto con lui.
"Ma che cazzo ho fatto".

Si guarda intorno, ringraziando il cielo che Jacopo per quella festa avesse comprato così tanto alcool dal far sbronzare le persone presenti, fra cui cerca di passare con l'obiettivo di trovare qualcosa con cui idratarsi.
Non perde neanche tempo, a chiedersi perché si sia risvegliata stretta a Sveva per terra, non le interessa.
La sua priorità è trovare dell'acqua, e poi sparire malamente dal bunker, non volendo minimamente vedere o peggio, avere a che fare, con Andrea.

L'ultima volta che l'ha visto, è quando l'ha lasciata in cucina, dopo averle suggerito di uscire poco dopo di lui, per non destare sospetti, e ammollarla li, con un occhiolino fugace.
"Come se non ci arrivassero da soli trovando la porta chiusa a chiave per un'ora e passa".
Non appena ci pensa, avvampa malamente.
Non lo ammetterà mai ad alta voce, ma cazzo, le idee che si era fatta su Andrea, erano solo che veritiere.

Apre la porta della cucina con fare pigro, trovandoci Dario a fare il caffè, che la guarda con un sorrisetto.
"Bella nottata, eh?".
Giulia annuisce, ignorando il tono ironico che le è stato rivolto, mentre cerca con lo sguardo una bottiglia a cui attaccarsi.
Dario, avendo notato le sue condizioni pietose, gliene passa una, per poi uscire dalla cucina e cominciare ad urlare come un pazzo, facendole sanguinare i timpani.
"Se non vi svegliate entro dieci minuti non risponderò di me, sappiatelo. Tocca mettere apposto, e non accetto un no da nessuno".

Pian piano, corpi stesi a terra, o sparsi nel bunker, prendono vita, iniziando a sistemare il casino della sera prima.
Giulia continua a vagare con lo sguardo in ogni stanza in cui entra, non riuscendo a capire dove diamine si sia cacciato Andrea.
Non che le interessi per qualcosa, anzi. Non ha alcuna intenzione di parlarci o altro, ma vuole vedere come lui affronterà la cosa, se le dirà qualcosa.
Insomma, vuole una qualsiasi reazione, da parte sua.

"Ma Faster che cazzo di fine ha fatto?".
A Giulia non sfugge, lo sguardo di Dario sulla sua figura, alla domanda di Marco.
Lo ignora, non capendo cosa voglia da lei, e spera che Andrea spunti da un momento all'altro da una delle stanze, con una delle sue battute del cazzo.
Ma Giulia spera invano.
Di lui non c'è ombra.
"Mi ha detto stanotte che doveva aiutare il padre con non so cosa, ed è andato via".
La voce assonata di Pietro si fa spazio nella stanza, accompagnato da una Clara ancora mezza addormentata.
"Mi auguro per lui che non sia stata una scusa, per non pulire".
Dario appoggia una mano sulla spalla di Duccio, a mo di conforto.
"Du, è ovvio che fosse una scusa. È palesemente scappato".
E di nuovo, lo sguardo di Dario si ferma sulla sua figura, facendole intendere, anche se Giulia spera vivamente non sia così, che sa qualcosa, lui.

Ma non le importa, di saperlo.
Ha fatto una cazzata, e lui è sparito.
Oltre maleducato, pure immaturo.
Buon per lei, a non averlo intorno quel giorno.
Così, finisce di sistemare insieme agli altri, volendosi rinchiudere in camera sua a contemplare la vita il prima possibile.
Con l'obiettivo di non pensare minimamente ad Andrea Locci, alle sue braccia, a come l'ha stretta, a come è stato a tratti dolce, quella notte.
No, Giulia non vuole pensarci per niente.
Andasse a fanculo, lui e il suo ego.

Ma si sa, che Giulia ha un'ottima capacità di risultare incoerente.



E lo sa, Giulia, che dovrebbe affrontare la situazione.
O per lo meno, parlarne con qualcuno.
Perché il risentimento che sta provando, la sta facendo ammattire.

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