Capitolo 2- Il piano

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Mi sveglio con gli occhi ancora umidi da ieri sera, avrò dormito sì e no 1 ora.

Ma oggi è il giorno, non posso aspettare di più.


Salto giù dal letto, mi vesto velocemente e per ultimo infilo il mantello, è bordeaux e ha un cappuccio decisamente troppo grande per me, spero di non dare nell'occhio ma sicuramente il mio volto è  ben nascosto.

In punta di piedi, per evitare di fare rumore, attraverso tutto il corridoio fino ad arrivare al portone principale, dove infilo i miei stivali da cavallo.

Cercando di non svegliare nessuno apro le porte, è l'alba, lo capisco da un piccolo spiraglio di luce che entra nel castello.

Mi dirigo verso la stalla dove Fiamma, il mio cavallo, mi aspetta. E' tutta nera con delle grandi zampe che verso la fine si tingono di bianco, ha una lunga criniera sui toni del rosso. La saluto accarezzandole il muso e poco dopo mi accovaccio a terra dove, spostando un po' di fieno, riesco a scorgere la botola, che apro con forza e da cui tiro fuori il mio arco munito di più o meno 20 frecce. Spero solo di non doverlo usare.


Salto su Fiamma e mi dirigo verso Il regno di Draldoria...

*

Quando mi ritrovo davanti alle enormi porte che segnano il regno sento una fitta alpetto.

Non ho paura, ma sento come un senso di smarrimento, non sono mai stata a Draldoria e dè effettivamente più grande di quanto pensassi.

Ma non posso tirarmi indietro, così lego Fiamma ad un palo lì vicino, non la porterò dentro.

Dopo essermi assicurata della sua stabilità lascio un bacio sul muso del cavallo e mi allontano con un grosso senso di ansia addosso.


Mi guardo intorno cercando un modo per scavalcare le porte quando vedo una pianta scendere dalle mura, la testo ed è resistente perciò la afferro e appoggiando il piede su qualche mattone sporgente dopo poco mi ritrovo dall'altra parte.


Noto una cosa che mi fa scappare una risata, le guardie addette alle mura dormono..

"Ma sul serio?" penso tra me e me con il sorriso ancora stampato sul volto.

Mi dirigo verso il castello, ieri è stato il giorno delle votazioni riguardo alla decisione presa da mio padre e, quando mi ritrovo nella stanza che contiene i voti, sento già il senso di vittoria scorrermi nelle vene.

Pian piano apro lascatola dei voti e in fretta li falsifico tutti, dal primo all'ultimo, aggiungendo anche qualche insulto al re, altrimenti dov'è il divertimento? Okay, forse ho un po' esagerato ma, la mia intenzione è scatenare una guerra, non una litigata da asilo.

Rimetto tutto apposto e con un sorrisetto fiero esco dalla stanza, quando qualcosa mi blocca.

pov: Elia

La afferro per un braccio e quando mi accorgo di chi è la persona entrata lì dentro resto paralizzato, è la ragazza della cerimonia, la sciocca che mi venne addosso correndo e piangendo per chissà quale motivo.

Ha dei folti e mossi capelli castani ma solo quando si gira noto i suoi occhi marroni appena illuminati dalla luce dell'alba che fa scorgere in essi anche un po' di verde.  Adesso sono spalancati.

<<Lasciami>>Sussurra per non farsi sentire da altri.

<<Chi sei e cosa ci fai qui?>> Chiedo con aria arrogante, sperando così di ottenere una risposta.

<<La cosa non ti riguarda, e adesso lasciami>> Non mi riguarda? Si muove con l'intento discappare ma io stringo ancora di più la presa sul suo braccio.

<<Non so se hai capito ragazzina, ma o mi dici chi sei e cosa diavolo ci fai qui, oppure faccio scattare l'allarme e non farai una bella fine>> La minaccio indicando con una mano la corda cheuna volta tirata avrebbe fatto partire l'allarme e con l'altra afferrando il suo viso schiacciandole lievemente le guance rosate.

Pensavo di averla intimorita, forse mi sbagliavo perché, dopo aver affilato lo sguardo e avermi rivolto un sorriso furbo, la ragazza mi sferra un pugno sullo zigomo con il braccio ancora libero, e poco dopo unaginocchiata dove non batte il sole. Che male...

La vedo scappare correndo e girandosi ogni tanto per sorridermi con quella faccia da schiaffi, infine quasi uscita dalla porta mi rivolge un bel dito medio.


Pov: Frida...


Dopo la mia elegantissima uscita di scena,  sento il suono di un allarme, faccio per  ritornare seria e imbocco la strada pertornare a casa. Quel tipo pensava davvero di fermarmi così facilmente? Che ridere.

Scavalco di nuovo le porte e salto velocemente su Fiamma che sembra felice di vedermi, le faccio segno di partire e finalmente corriamo verso casa.

Ce l'ho fatta, ora devo solo aspettare l'ora in cui le votazioni verranno lette da mio padre.

E vi avverto, la calma non è il suo punto forte.


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